mercoledì 20 marzo 2013

PICCOLI ESTORSORI CRESCONO. PER DON CIOTTI È COLPA DELLA SCUOLA

Tre giovani studenti  di Pontassieve, ispirandosi a qualche film, ma forse anche a fatti reali, hanno cercato, per fortuna senza successo, di  trasformarsi in baby estorsori. Interpellato dal “Corriere Fiorentino”, don Luigi Ciotti, a Firenze per la marcia di “Libera”, ha individuato immediatamente i veri colpevoli: naturalmente la scuola e in generale la cultura che “ non sveglia le coscienze”. Continua a leggere.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

D'accordo su tutto.
Vorrei solo precisare che anche nelle altre scuole della zona (Elementari e Medie) è stato fatto molto per contrastare il disagio. Almeno quanto si è potuto con i mezzi a disposizione, e certo più che in tante scuole di Firenze.
Lo so perchè ci ho lavorato 10 anni.

Anonimo ha detto...

Sta proprio bene ai compagni di Pontassieve.

Anonimo ha detto...

Concordo su tutto. Perché Don Ciotti non cita la responsabilità della famiglia? Perché è stata distrutta e nessuno l'ha difesa. Neanche lui che era in strada e non ha mai capito che il fallimento della famiglia è la causa di tanti ragazzi sbandati per le strade. Lo stesso dicasi per la chiusura delle Parrocchie (giustamente indicata dall'autore dell'articolo). Chiaro che poi si getta la croce sulla scuola (seconda agenzia educativa per l'individuo). Si sta sfasciando pure questa, come la famiglia. Ve lo garantisco con i miei studi sulla salute mentale dei docenti.
Per ora i Don Ciotti e i legislatori si tengono a debita distanza dalla questione, forse perchè timorosi di prendere atto del loro fallimento.

Vittorio Lodolo D'Oria

lucamacini ha detto...

E se la colpa fosse, invece, dei buonisti, garantisti, perdonisti e "qualche altra cosa in rima" come lui?

Anna Salvagno ha detto...

Purtroppo e' sempre colpa della scuola! Ed e' sempre la scuola che deve farsi carico di educare! I ragazzi corrono con il motorino e provocano incidenti, la scuola deve organizzare corsi di educazione stradale. I ragazzi non rispettano le regole e sono gli insegnanti che non si sono preoccupati di insegnarle. Si moltiplicano i corsi di educazione alla salute, all'affettivita', i corsi di educazione alimentare........ Ma le famiglie dove sono? Ma i figli di chi sono?
I ragazzi sono maleducati e i rimproveri se li prendono i docenti. Per strada quando i giovani si comportano in modo maleducato, la gente commenta: " e vanno a scuola!". Nessuno si domanda dove siano i genitori. Nessuno pensa che questi ragazzi hanno un padre e una madre
Credo sia davvero vergognoso! Certo, attraverso l'insegnamento si educa; una persona istruita dovrebbe sapersi anche comportare bene, ma l'educazione deve avvenire prima di tutto in famiglia, sono i genitori i primi responsabili dell'educazione dei propri figli. Il vero problema è che i genitori non hanno più l'autorevolezza o la forza di farlo e delegano questo delicatissimo compito alla scuola, ma si riservano poi il diritto di prendersela pure con i docenti, qualora questi, riprendano i loro "bambini", cercando di correggerli.

fiorella farinelli ha detto...

sono d'accordo con chi dice che non é alla scuola che devono essere attribuite tutte le responsabilità educative ; meno d'accordo, invece, con chi sostiene che tutte le responsabilità educative siano invece delle famiglie ( e se certe famiglie non sono in grado, che si fa ? gli insegnanti in questi casi devono provare a intervenire ). E' certo però che i "modelli" di comportamento sono veicolati anche da altro, e che le agenzie educative - tutte - devono spesso lavorare controcorrente. E' vero, tra l'altro, che spesso mancano ambiti collettivi sul territorio che un tempo "formavano", eccome...
Emblematica, da noi, l'assenza di opportunità di "servizio civile obbligatorio", dove imparare responsabilità e doveri, non solo diritti, ma il rimpallo delle responsabilità educative non serve..

Gabbrielli ha detto...

Evidentemente la scuola ha "sfortuna" con i preti!! Mi permetto "timidamente" di far notare le analogie dei toni e commenti a quelli verso Lettera ad una professoressa. Nessuno voleva mettere in croce l'insegnante e la scuola di Vicchio, ma solo evidenziare un palese limite dell'esperienza e mentalità della nostra scuola. Va bene non occuparsi di competenze, ma, oltre ad insegnare conoscenze almeno forniamo anche ad una educazione comportamentale, in stretto raccordo con la famiglia (altrimenti è tutto inutile). Ma una scuola autoreferenziale non può sicuramente farà carico di un serio rapporto di co-educazione con la famiglia

Giorgio Ragazzini ha detto...

La grande occasione per istituire il servizio civile obbligatorio (ambigenere) è stata l'abolizione della leva, ma la cosa non è stata neppure discussa. Mi ha fatto molto piacere che Renzi ne abbia parlato nella campagna per le primarie. Sarebbe un momento altamente formativo per i giovani.

paniscus ha detto...

Lo stesso dicasi per la chiusura delle Parrocchie (giustamente indicata dall'autore dell'articolo).

Le parrocchie non chiudono per decisione arbitraria di autorità esterne, ma chiudono per scarsità spontanea di materia prima (intendendo con essa sia i preti, sia i seguaci).

Non si può mica spingere la gente ad essere cattolica se non è interessata ad esserlo...

Lisa

paniscus ha detto...

Sul servizio civile: in ogni caso lo svolgerebbero dopo i 18 o 20 anni, quindi non avrebbe nulla a che fare con la responsabilizzazione dei ragazzini in età scolare...

VV ha detto...

Gli oratòri, è senz'altro vero, non sono scomparsi per decreto coem per decreto non sono scomparse le case del popolo che in certe regioni contendevano alle parrocchie il compito di occuparsi del tempo libero dei ragazzi e dei giovani. Tuttavia gran parte della classe politica locale( quanto mi costa chiamarla così!) spesso se ne è ben guardata di occuparsi della formazione dei ragazzi e dei giovani. Gli unici spazi che erano e sono loro concessi, soprattutto se maschietti,facevano riferimento alle società sportive( altro business talvolta contiguo al potere politico) che sopportano e supportano i bambini fino a quando( di solito verso i dodici anni) non vengono sottoposti ad una spietata selezione abbandonando a sé stessi tutti coloro che non sono " promesse" da coltivare e blandire per motivi che tutti noi ben conosciamo. E' per questi ragazzi, purtroppo moltissimi, che le amministrazioni locali hanno il dovere di intervenire, creando spazi di aggregazione organizzati e sorvegliati e/o giardini e altre aree aperte ove i bambini possano contare degli stessi privilegi che in certe città sono riservati solo ai cani. In un altro mio precedente post( La tigre e la neve) mi sono occupato dello stesso tema a cui ora sto solamente accennando e mi piacerebbe sapere, riprendendo un argomento trattato proprio in quel mio intervento, quanti condomìni hanno trattato negli ultimi trentanni argomenti relativi alla gestione, appunto, degli spazi condominiali da parte dei bambini. E sarei altresì curioso di conoscere quali iniziative siano state proposte, al di fuori delle organizzazioni scolastiche, per fare in modo che in ogni paesino, in ogni quartiere, in ogni distretto si creassero spazi di aggregazione ove ci si occupasse di dare un senso al tempo libero dei ragazzi. Beninteso di quelli che non sanno neanche cosa siano gli scout e di quelli che per i motivi che tutti noi conosciamo arrivano a vivere da adulti senza esserlo e senza mai essere stati nello stesso tempo bambini, perché per esserlo si deve per forza incontrare qualcos'altro durante l'adolescenza, oltre alla scuola, alla televisione, al cellulare, al computer e alle play station. Ma di questo qualcos'altro mi sembra che siano in pochi ad occuparsene.
Valerio Vagnoli

Alessio ha detto...

Per i populisti di mestiere la responsabilità è sempre dello stato e della società. Grillo è una costola.....

Roberto ha detto...

Devo dire che mi trovo completamente d'accordo (as usual) con quanto ha scritto Valerio Vagnoli sia nel post che in quest'ultimo commento.
Ho insegnato per 12 anni al Balducci e vivo a Pontassieve, che è un paese tranquillo, come ce ne sono tanti. E devo dire che la scuola era ed è l'unica istituzione (assieme agli scout) che si pone realmente il compito di "svegliare le coscienze".
Affidare alla scuola compiti esagerati e gettarle addosso la croce per qualunque problema che riguarda gli adolescenti è ormai lo sport nazionale.
Sono ragazzi "grandi", forse è il caso di pensare che abbiano delle responsabilità, così come qualcosa c'entra anche l'educazione familiare.
E si sta parlando di un episodio che si è svolto in paese e riguarda 2 dei mille ragazzi della scuola

Mario ha detto...

La scuola ha risolto molti problemi agli amministratori anche perché docenti e dirigenti gliel'hanno concesso.