Gentili Dirigenti della Società
Dantesca Italiana,
la settimana scorsa alle scuole
superiori di Firenze è arrivato il vostro invito a una serie di Lecturae
Dantis tenute da studiosi più o meno noti. L’ex-brigatista Enrico Fenzi
(dissociato ma non pentito), esperto di Dante e della letteratura del Due
-Trecento, dovrebbe tenere la lettura del XV canto del Paradiso. Venerdì scorso
chi scrive ha espresso sul Corriere Fiorentino il proprio disappunto per questa
presenza, che potrebbe risultare una ennesima mancanza di sensibilità in una
città dove sono ancora vive le ferite inferte ad alcune famiglie dai
brigatisti. Mi sembra poi particolarmente sconcertante che un personaggio del
genere possa essere proposto a un pubblico di studenti proprio il 9 maggio,
giorno in cui, secondo le raccomandazioni ministeriali, dovremmo nelle scuole
ricordare le vittime degli anni di piombo, essendo la data in cui le brigate
rosse, giusto trentacinque anni fa, assassinarono Aldo Moro. Oltretutto l’ex
brigatista, richiesto da una giornalista se avesse cercato di capire il punto
di vista dei figli degli uccisi dai terroristi, ha risposto “di fare fatica a
capirlo”, pur rispettandolo.
Signori della Società dantesca fiorentina,
sono certissimo della vostra buona fede e penso che la data del 9 maggio,
quella in cui si dovrebbe tenere la lezione di Enrico Fenzi, sia frutto solo
del caso o del difficile compito di tenere conto degli impegni degli studiosi.
Ma proprio questo dimostra che la memoria va tenuta viva e non solo nelle
scuole. Sarebbe un bel contributo in questo senso una vostra decisione di
rivedere il calendario delle Lecturae, se non altro in nome di quella
pietas che Dante ci ha insegnato a coltivare nei confronti della sofferenza
degli altri, seppur dannati, e che qualcuno non riesce a provare neppure per le
vittime delle proprie scelte.
Distinti saluti,
Valerio Vagnoli
DS Istituto Alberghiero Saffi di Firenze
e membro del Gruppo di Firenze
per la scuola del merito e della responsabilità.
Distinti saluti,
Valerio Vagnoli
DS Istituto Alberghiero Saffi di Firenze
e membro del Gruppo di Firenze
per la scuola del merito e della responsabilità.
7 commenti:
Che avrebbero fatto e detto i politici fiorentini di sinistra, oggi muti come pesci, se il dantista fosse stato un ex terrorista di estrema destra non pentito?
Nulla da aggiungere alla lettera, perfetta, di Vagnoli. Sono " particolari" come questi- inquietanti o cialtroni?- che rivelano l' universo paludoso in cui siamo immersi.
Politici muti come pesci.
Aderisco pienamente alla lettera di Valerio Vagnoli e, se può servire, sono pronto a sottoscriverla con il mio nome e cognome.
Condivido completamente le osservaizoni del Prof Vagnoli: perdonare non significa dimenticare o negare
Ho letto che Giani, presidente della Società dantesca,non si era accorto che uno degli invitati alla lettura era un ex brigatista. E te credo, con tutte le cariche che ricopre....( presidente consiglio comunale di Firenze, consigliere regionale, presidente del CONI provincia di Firenze, Presidente Società dantesca...).Ma voi fiorentini forse siete a conoscenza di altri suoi incarichi? Alla faccia della politica del fare largo ai giovani. E Renzi vi ha scritto? Non dice nulla sul "suo" consigliere comunale?
Il Canto XV del Paradiso è il canto di Cacciaguida, l'avo di Dante, che presenta l'immagine di una Firenze onesta e propone un'alta moralità civile. Farlo leggere a un ex brigatista il 9 maggio, giorno del ricordo delle vittime degli anni di piombo e del delitto Moro, suona come un affronto alla coscienza civile che offende i parenti delle vittime e disturba la comunità responsabile. Per il resto concordo in tutto con la lettera del prof.Valerio Vagnoli.
Michele Zappella
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