venerdì 27 settembre 2013

LA SCUOLA DI FRONTE A DIFFICOLTÀ E DISABILITÀ: PIÙ FLESSIBILITÀ E MENO STEREOTIPI ANNI '70

Il professor Michele Zappella, neuropsichiatra dell’età evolutiva, è noto per avere studiato a lungo l’autismo nelle sue varie forme. Fin dagli anni sessanta si è occupato anche dell’integrazione sociale e scolastica dei disabili, l’argomento che torna in questo intervento sul nostro blog, insieme a quello del bisogni educativi speciali. 

Il tema del bell’articolo di Giorgio Ragazzini sui BES del 6 settembre scorso e sull’effetto negativo che le nuove norme probabilmente avranno in prospettiva su tutta la scuola, riducendo all’individuo ogni problema e dando a questo una soluzione strettamente personale, si inserisce in una lunga storia che val la pena di ripercorrere e che risale ai primi anni settanta quando ha inizio il processo dell’integrazione scolastica in Italia. Continua a leggere.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

condivido in gran parte soprat. il discorso per i disabili. Penso andrebbe affrontato il problema con molta più serietà e senza ipocrisie o semplice buona volontà. negli istituti comprensivi per es, ci ritroviamo spesso a gestire una varietà di casi e un n. molto rilevante di bambini che non sempre traggono benefici . Dipende dalle patologie e dalla preparazione dei docenti di sostegno e non.
considerando ad es. che in Lombardia circa per il 70% il sostegno è affidato a persone senza una preparazione specialistica, che gli esperti sanitari si vedono spesso solo da lontano, mi domando che gioco stiamo giocando. pur investendo in termini economici cifre non indifferenti, (1 docente ogni 2/3 alunni). nessun Paese dell'UE attua un sistema simile.

Antonio F. ha detto...

Anche nel mio istituto, Avellino, la situazione è simile. Quello che scrive il prof. Zappella è vero. Siamo sommersi di demagogia e di belle parole, mica solo per quanto riguarda l'inserimento dei disabili!!!!!!

angiolo lovari ha detto...

D'ora in avanti sarà necessario prestare attenzione agli aspetti burocratici per evitare i ricorsi. Crescerà il fastidio per i ragazzi e per le loro famiglie quando accamperanno diritti inesistenti e certificati da medici compiacenti. Un certificato non lo si nega a nessuno.