martedì 5 novembre 2013

SCANDALO A BOLOGNA PER UNA PRESUNTA “CLASSE GHETTO”. MA IN EUROPA LO FANNO QUASI TUTTI

Una scuola bolognese ha deciso di mettere in una classe speciale temporanea alcuni ragazzi stranieri, in modo da trasferirli nelle classi normali via via che imparano la nostra lingua. E naturalmente “insorgono” tutti quelli che sentono odore di “ghetto” e di “discriminazione” a ogni piè sospinto (leggi). Eppure la possibilità di far apprendere la lingua del paese ospitante per poter poi seguire le lezioni (modello cosiddetto “separato”) è una soluzione presente in ben diciannove paesi europei, cioè la grande maggioranza. A questo scopo vengono previste classi temporanee, da pochi mesi a un anno (solo eccezionalmente si va oltre). Il motivo lo capiscono anche i bambini: i nuovi arrivati non capirebbero nulla e così la loro integrazione sarebbe solo apparente, realissima invece quell’emarginazione che a parole si vorrebbe evitare.
La tabella che si può leggere sul sito dell’Indire fa una panoramica della situazione europea. Molti stati hanno più modelli di sostegno all’apprendimento della lingua, in modo da adattare la soluzione alla diversità dei problemi. L’Italia ne ha uno solo: tutti subito in classe, con qualche ora di lingua in più all’interno dell’orario scolastico.

5 commenti:

paniscus ha detto...

Scusate, ma nella descrizione dell'episodio manca un dettaglio fondamentale:

quella classe, vista l'evidente concentrazione di necessità didattiche più forti della media, sarà dotata di risorse migliori, gestita con un progetto apposito e affidata a specialisti...

...oppure sarà gestita in maniera improvvisata, senza nessuna risorsa in più, senza nessuna programmazione specialistica, e affidata agli insegnanti di livello più modesto o ai supplenti più sprovveduti e inesperti, perché tra i colleghi "autorevoli" e "quotati" non la vuole nessuno?

Perché nei due casi le cosa cambiano e parecchio, eh.

L.

Rebert ha detto...


La classe è una classe in più, concessa dopo che le altre erano state già formate. Il Dirigente e il collegio dei Docenti hanno deciso un progetto particolare : invece di una classe di " stranieri", una situazione di passaggio perchè i ragazzi impararino la lingua e, appena questa è conosciuta, essi vengono immessi nella classi. Una situazione intelligente che si fa carico del problema e sperimenta delle soluzioni. Il progetto è stato elaborato e varato dal Collegio che è l' organo responsabile delle scelte didattiche. Tra l' altro, il Dirigente ha detto cose importanti. Ad una domanda ha così risposto : Perché non ha informato il consiglio di istituto?
"Perché non era di sua competenza il progetto, nel senso che una volta ricevuti gli indirizzi generali dal consiglio di istituto, tra cui l'integrazione, spetta agli insegnanti decidere come realizzarli."
Un dirigente che sottolinei come spetti ai docenti la responsabilità delle scelte culturali e didattiche e non si pieghi alle proteste dell' utenza ( i protestari erano tutti genitori del Consiglio di istituto) è da guardare con rispetto.
Per fortuna la canea idelogica si sta attenuando, ma quella scuola, dove si lavora da anni sull' inclusione, doveva essere trattata con più cautela e rispetto.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Ah, solo per questa classe si deve essere certi che ci siano buoni insegnanti e risorse adeguate? Per quale pregiudizio Lisa sembra insinuare il dubbio che se ne sia voluto fare una specie di discarica abbandonata a sé stessa? Dovremmo semmai vergognarci di avere sacrificato tanti ragazzi stranieri sull'altare di uno stolto egualitarismo, per il quale un periodo di apprendimento intensivo della lingua costituirebbe una dicriminazione!

Anonimo ha detto...

Nulla è più ingiusto e crudele che fare parti eguali fra diseguali.
Don Lorenzo Milani

VV ha detto...

I dogmi clericali, poi quelli fascisti e quindi comunisti sono densamente presenti nella formazione culturale di molti nostri politici . Non sanno leggere il presente e non sanno pertanto prefigurare il futuro. Vivono di certezze, cioè di passato. Intanto questa demagogia li sta seppellendo, non se ne accorgono perché respirando da sempre l'aria della palude non hanno desiderio di salire in alto per tentare almeno di spiccare qualche volo e di farlo fare anche alla nostra società, ai nostri giovani.
Affogheremo tutti insieme nel brodo demagogico di una classe politica degenerata perché disinteressata a cambiare il futuro delle nuove generazioni. I ragazzi stranieri che non conoscono l'italiano devono essere aiutati ad impararlo quanto prima per diventare quanto prima uguali, almeno nella lingua, ai loro coetanei italiani. perché è la conoscenza della lingua il primo criterio che fa eguali gli uomini. Fare finta che le diseguaglianze non ci siano è la più crudele delle passionevoli violenze che i politici possano commettere. Detto in altra maniera e ricorrendo a Baudelaire, significa poi che " niente da' l' idea dell'infinito quanto l'imbecillità umana".