lunedì 24 novembre 2014

IL GIUSTIFICAZIONISMO CHE UCCIDE IL DIRITTO

Sabato scorso sono apparsi sul “Corriere della Sera” due articoli in qualche modo speculari. Nel primo Giovanni Belardelli, prendendo spunto dalle occupazioni abusive di appartamenti, sintetizzava con estrema chiarezza i mali “storici” che ci hanno impedito, e continuano a farlo, d'essere una nazione e un popolo in grado di riconoscersi in una comune radice civica ed etica. Nel secondo, Piero Ostellino, partendo anche lui dallo stesso problema, stigmatizzava tra l'altro il progressivo venir meno, da parte di troppi magistrati, al rispetto della lettera delle leggi e della stessa Costituzione, col sottomettere le loro sentenze a principi ideologici e non giuridici, facendo grandi danni a quel poco di democrazia liberale che faticosamente ancora sopravvive.
Ieri Ostellino è tornato sull'argomento con un secondo articolo, ancora più incisivo, approfondendo la tendenza, di origine catto-comunista e anarcoide, a far prevalere un giustificazionismo sociale dei comportamenti illegali, una tendenza che rischia di scatenare, in chi è vittima di tale modo d'intendere la giustizia, risentimenti che potrebbero avere esiti anche drammatici. A questo proposito, Ostellino scrive che, rispetto a chi infrange la legge o ha comportamenti devianti, vi è sempre “un prete o un progressista immaginario in servizio permanente che provvede a giustificare e ad assolvere il deviante con una qualche motivazione sociale e/o politica”.
E anche la scuola ha le sue colpe per non aver saputo formare cittadini dotati di senso civico, di senso di responsabilità e del senso stesso della legalità e dello Stato. Per parte nostra non abbiamo mai mancato di stigmatizzare il diffuso giustificazionismo, analogo a quello denunciato da Ostellino, verso i comportamenti scorretti, e persino illegali, degli studenti e purtroppo anche di alcuni insegnanti.(VV)

28 commenti:

Papik.f ha detto...

Ci sarebbe da obiettare, al discorso di Ostellino, che il cattolicissimo e campione della Controriforma Sisto V era tutt'altro che tollerante nei confronti dei comportamenti devianti, come si può apprendere leggendo un po' di storia del periodo.
Mentre il postulato che simili comportamenti siano sempre causati da fattori esterni, quindi siano da giustificare, è da far risalire in buona parte all'illuminista Rousseau.
Con il che non intendo certo negare i danni fatti dal cattocomunismo negli ultimi decenni, né che esistano preti e progressisti immaginari in servizio permanente proprio come quelli descritti; ma questo atteggiamento è frutto di una contaminazione di una particolare corrente cattolica con le ideologie politiche del '900, e il cattolicesimo di per sé c'entra ben poco con la mancanza di senso civico. Come può facilmente constatare chiunque trascorra qualche giorno non dico in Baviera o in Austria, ma nello stesso Sud Tirolo (o Alto Adige), che pur si trova entro i nostri confini.

Stefano Di Brazzano ha detto...

Papik.f dice bene. Si tratta del modernismo che, sviluppatosi in seno al cattolicesimo tra fine ottocento e inizio novecento, fu energicamente condannato da Pio X, ma evidentemente non del tutto stroncato, tanto che riemerse nel secondo dopoguerra, dapprima in maniera semiclandestina, poi sempre più alla luce del sole, tanto da essere già ben rappresentato nella gerarchia all'inizio degli anni sessanta per diventare poi maggioritario durante e dopo il concilio vaticano II. E' storia ben nota.

GR ha detto...

A proposito di occupazioni, va ricordato che i giudici della Cassazione in una sentenza hanno legittimato le occupazioni studentesche, come altri giudici quelle delle case. Insomma, né la proprietà privata, né quella pubblica sono al sicuro.

Papik.f ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Papik.f ha detto...

Per quanto riguarda le occupazioni, occorrerebbe che si tenesse un vertice presso la Presidenza del Consiglio, con il Ministro degli Interni e quello dell'Istruzione.
Al termine si dovrebbe dichiarare congiuntamente qualcosa di questo genere: non è più tollerabile, in particolare nella drammatica situazione nella quale si trova il Paese, che l'interesse pubblico sia sacrificato alla prepotenza di pochi.
Non è più tollerabile che del tempo destinato alla formazione dei giovani sia vanificato da iniziative non autorizzate né utili.
Non è più tollerabile lo spreco di denaro del contribuente (stipendi, riscaldamenti e mancato uso delle strutture, più gli eventuali danneggiamenti purtroppo tutt'altro che infrequenti) finalizzato a consentire ad alcuni giovani di trascorrere alcune nottate fuori casa e dedicarsi ad attività non sempre legali (ricordando che non lo è anche il fumo del semplice tabacco).
Per questo motivo, d'ora in poi le Forze dell'ordine, quando chiamate dal Dirigente, anziché limitarsi a prendere nota dell'occupazione come hanno fatto finora, entreranno nelle scuole occupate e, evitando qualsiasi violenza fisica, preleveranno gli occupanti e li depositeranno delicatamente sull'antistante marciapiedi. Dopo di che riapriranno l'accesso alla scuola.
Ove occorra, si potrebbe anche varare una legge apposita.
Questo se fossimo in un Paese serio. Quindi non avverrà nulla di simile.

pupipupi ha detto...

Questa campagna per chiudere le scuole al sabato incoraggerà ben due sere di sballo settimanale, con grandi proventi da vendita di alcoolici, fumo e altro: è così che si fa girare l'economia, signori miei! Ecco un paese che ha a cuore i suoi giovani!

320 giorni all'alba ha detto...

Occupazioni: vedi Napoli e poi muori.

Stefano Di Brazzano ha detto...

Ma davvero in certe zone d'Italia fanno ancora le occupazioni? Qui a Trieste ormai delle occupazioni non si ricorda più nessuno, sono qualcosa di lontano e remoto. Si è occupato più o meno regolarmente - magari per qualche giorno soltanto - fino all'autunno 2011. Da allora tutto va bene, non ci sono più motivi per protestare. Nell'ottobre 2011 c'erano studenti e professori accampati per giorni e giorni con le tende nella piazza principale davanti alla Prefettura per protestare contro il degrado degli edifici scolastici. Da allora nulla è stato fatto in merito, anzi, sono passati altri tre anni, quindi gli edifici sono casomai ancora più deteriorati, ma nessuno ha più protestato, nessuno ha più occupato. Autunno 2011: che coincidenza, eh? Non sarà forse che quello dell'edilizia scolastica era un pretesto, mentre il vero obiettivo era un altro, conseguito il quale non serve più fare tanta messinscena?

Papik.f ha detto...

Caro Stefano Di Brazzano, ho sentito l'altro giorno una studentessa [?] di una scuola romana, evidentemente di quinta, dire alla Dirigente che cercava di dissuaderla dall'occupazione: "è l'ultimo anno che sto qui, non avrò più la possibilità di farlo!"
Almeno in quel caso, più che di motivi di protesta si trattava di motivi per vivere un'esperienza irripetibile.
A spese del contribuente, e abituandosi all'idea che i beni comuni possono essere impunemente assoggettati ai capricci dei singoli. Anche con il sostegno morale - o almeno così sospetto - di qualche collega e, magari, genitore. Ma sono certo che non è una situazione solo romana.

Io Non Sto con Oriana ha detto...

Cattocomunisti ed anarcoidi.
Lo stesore del brano si è dimenticato del buonismo, dei nogglòbal e del TERRORISMO.
Invecchiare è brutto!

I gazzettieri, specie se arrivati all'età del grasso ventrale e del memorialismo campando alle spalle di quei soldi pubblici che vorrebbero destinati solo alla repressione del dissenso, hanno l'abitudine di demonizzare qualunque cosa sfugga alla morale da lager che hanno il compito e lo hobby di imporre ai sudditi: mangia il tuo pane e se puoi anche quello del tuo vicino. A sfuggire alla demonizzazione di questi elegantoni, di solito, sono soltanto i comportamenti di consumo, e neppure tutti.

Il fatto è che nello stato che occupa la penisola italiana il legislatore è perfetto rappresentante dell'elettorato.
Disprezzarlo, odiarlo e maledirlo è solo un piacevole dovere, specie se si è perfettamente capaci di autolimitarsi e di decidere da soli.
Con buona pace di quelli delle gazzette.

Gennaro ha detto...

Le okkupazioni esistono e resistono ancora. Qui a Napoli è finita in malora.

paniscus ha detto...

Caro Stefano Di Brazzano, ho sentito l'altro giorno una studentessa [?] di una scuola romana, evidentemente di quinta, dire alla Dirigente che cercava di dissuaderla dall'occupazione: "è l'ultimo anno che sto qui, non avrò più la possibilità di farlo!"
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Ah, perché, all'università non si fanno più?

Ai tempi miei c'era MOOOLTAAAAAA più soddisfazione a farle all'università che al liceo, visto che si era più grandi, più svincolati dal controllo delle famiglie, e più liberi di fare tardi, di passare le notti fuori, e di muoversi come si voleva.

Ma adesso forse non va più di moda perché dopo i 20 anni si ha un minimo di consapevolezza di poter essere chiamati a rispondere formalmente delle proprie azioni, mentre per tutta la fascia di età delle superiori questa possibilità è totalmente sconosciuta...

Io Non Sto con Oriana ha detto...

Per Paniscus.

Il "non rispondere delle proprie azioni" in una società impestata di telecamere è quasi impossibile e qualunque azione politica diversa dal pigiare bottoncini sul Libro dei Ceffi o sul Cinguettatore di cui sopra richiede una pianificazione attenta.
Ma non è solo questo.
A mettere preoccupazione nelle persone serie, e a far sentire invece oltremodo tranquillo il "gruppo di Firenze", dovrebbe essere la pervasività di un atteggiamento anomico in cui la fa da padrone un individualismo arrivato a livelli manicomiali.

GR ha detto...

Treccani: "anòmico agg. [der. di anomìa] (pl. m. -ci). – Caratterizzato o provocato da anomia (come assenza, o rifiuto, di leggi e norme): situazione a.; crisi a.; comportamento anomico". Dire al Gruppo di Firenze che l'anomia e l'individualismo manicomiale lo tranquillizzano è come dire a INScO che è un fan della Fallaci.

Io Non Sto con Oriana ha detto...

Se anomia ed individualismo caratterizzano quello che il "gruppo di Firenze" considera il proprio avversario, la cosa non può che risultare loro di grandissimo conforto.
Altri assunti del "gruppo di Firenze" sono quelli tipici dei mangiaspaghetti ben forniti di denaro: e' sindahàhi hanno rovinato questo, e' sindahàhi hanno rovinato quello, cettezzadellapena e via ciarlando.

pupipupi ha detto...

Contesta il fatto che il sindacato nella scuola preme per far assumere chiuque, purché precario, mentre osteggia l'assunzione dei giovani che escono dalle università, cui sono ormai riservati pochissimi posti?

V.P. ha detto...

quel "chiunque, purché precario" non è altri che uno dei giovani usciti dalle università alcuni anni prima e che si sono messi pazientemente in lista d'attesa ....

non si capisce, non c'è ragione per cui i meno giovani (che pazientano da anni) dovrebbero ora essere scavalcati dai più giovani.


Stefano Di Brazzano ha detto...

No, V.P., in quel "chiunque purché precario" c'è anche gente nata nel 1949 - conosco un caso - o negli anni cinquanta - conosco decine di casi - che non hanno vinto neppure uno dei numerosissimi concorsi ordinari (a memoria: 1984, 1987, 1990, 2000, 2012) o riservati che ci sono stati dal momento della loro laurea (35 o 30 anni fa) ad oggi.

V.P. ha detto...

per stefano di brazzano

queste situazioni le deve chiarire e rendere note il miur. non possiamo pretendere ragionare seriamente solo su "conosco un caso".

così come per qualche (1% ?) fannullone, incapace, immeritevole, ecc. si spara nel mucchio di tutti i docenti.

No, V.P., in quel "chiunque purché precario" c'è anche gente nata nel 1949 - conosco un caso - o negli anni cinquanta - conosco decine di casi - che non hanno vinto neppure uno dei numerosissimi concorsi ordinari (a memoria: 1984, 1987, 1990, 2000, 2012) o riservati che ci sono stati dal momento della loro laurea (35 o 30 anni fa) ad oggi.

Papik.f ha detto...

Premetto che preferisco i rigatoni e sono assai poco fornito di denaro.
Nondimeno considero la certezza della pena come una condizione ineludibile di una società civile.
Anche molti lavoratori che vivono nelle periferie a nelle borgate sono certo che apprezzerebbero la certezza della pena, poiché si scontrano quotidianamente con la delinquenza.
Interessa meno, invece, a vari radical chic da salotto (di case site in comprensori ben protetti e sorvegliati), che in genere, peraltro, sono dei veri elegantoni, assai più di Ostellino.
Per quanto riguarda i sindacati, hanno certamente la colpa di avere contribuito a determinare la situazione attuale, non opponendosi mai allo sconcio sistema delle supplenze e degli incarichi.
Se però questo sistema è stato riconosciuto illegale dall'Unione Europea e se questa ha imposto l'assunzione dei precari perché lo Stato italiano non ha rispettato normative comunitarie (di una comunità nella quale è entrato volontariamente e altrettanto volontariamente si è impegnato a rispettare le norme), trovo abbastanza sterile continuare a prendersela con i sindacati e con il destino cinico e baro.
Bisognava pensarci prima, chi aveva responsabilità politiche e amministrative avrebbe dovuto farlo, e di avvisaglie ne erano arrivate molte negli anni. Ora la frittata è fatta e naturalmente la pagheranno i contribuenti.

V.P. ha detto...

"Per quanto riguarda i sindacati, hanno certamente la colpa di avere contribuito a determinare la situazione attuale, non opponendosi mai allo sconcio sistema delle supplenze e degli incarichi."

quindi una specie di concorso di colpa per omissione. le colpe maggiori le hanno ministri, governi, partiti e personaggi politici, oppure no? credo di sì!

ma nessuno, o pochi chiamano in causa le responsabilità MAGGIORI di ministri, governi, ecc.

viene sempre valorizzata, a volte anche strillata, la responsabilità concorsuale MINORE dei sindacati.


V.P. ha detto...

"trovo abbastanza sterile continuare a prendersela con i sindacati e con il destino cinico e baro."

sterile e ingiusto.

Stefano Di Brazzano ha detto...

Papik.f Speriamo davvero che a pagare siano i contribuenti, così almeno ciascuno pagherà poco. Io ho il timore che invece questi nuovi assunti verranno pagati con i nostri scatti di anzianità a cui dovremmo dire addio per sempre. 1.500 sono ora e 1.500 saranno fino alla pensione. Speriamo almeno che per quell'epoca 1.500 valgano ancora qualcosa.

pupipupi ha detto...

No, mi dispiace. Vivo in una regione che eroga sette (!) posti per una classe di concorso al TFA, mentre i sindacati organizzano col Ministero corsi-truffa che abiliteranno di colpo centinaia di persone. Non è giustizia, questa, né il modo di immettere personale nella scuola.

paniscus ha detto...

Più che "anomia" direi "disnomia": le norme ci sarebbero, ma ognuno le rispetta o non le rispetta come gli pare a caso.

In pratica, è la traduzione dotta dela macchietta televisiva di qualche anno fa in cui si magificava "la casa delle libertà: ognuno può fare quello che q*zz gli pare!"

Personalmente mi piace di più il pianetino:

http://en.wikipedia.org/wiki/Dysnomia_%28moon%29

L.

Papik.f ha detto...

Caro Pupipupi, ti faccio presente che la recente sentenza della Corte Europea non riguarda gli abilitati - a proposito o a sproposito, dai sindacati - ma coloro che sono stati impegnati negli incarichi annuali e quindi assunti e poi licenziati DAL MIUR per più di tre anni, il che è illecito secondo le normative europee. Punto.
Sono d'accordo che continuare ad abilitare persone a sproposito sia discutibile e crei aspettative destinate a essere deluse, ma non c'entra NULLA con il tema in discussione.
L'obbligo di assumere 250.000 precari
e pagare una consistente multa deriva da scelte illecite, la cui responsabilità ricade in primo luogo sui politici e sugli amministrativi che hanno gestito il MIUR negli ultimi anni.
Scelte i cui oneri ricadranno, certamente, sia sui dipendenti della scuola sia sui contribuenti in generale, mentre chi le ha attuate, come al solito, non pagherà nulla.
Non ho alcuna particolare simpatia per i sindacati, ma i fatti andrebbero valutati in base a quello che sono e non alle proprie simpatie o antipatie.

vv ha detto...

Il guaio è che la gran parte di chi amministra, a qualunque livello, se n'è spesso guardata dal prendere decisioni impopolari preferendo il vivacchiare rispetto al governare. E governare significa, come scriveva Machiavelli ( poco letto e letto male)costruire una società quanto più giusta ( please, parametri primo.cinquecento)e felice possibile. Per fare ciò occorre aborrire la popolarità o meglio, la ricerca della popolarità e farsi invece carico di "ordinare" lo Stato.
Anche nel ruolo di docenti e dirigenti si coglie con mano come una buona parte della gente evita contenziosi e impegni "aggiuntivi" preferendo il più sciagurato dei vizi italiani,m l'amore per il quieto vivere.
Senza regole vincono i prepotenti e in genere i peggiori. Vogliamo mettere quanto è meno faticoso non aver con gente del genere da questionare?
E senza regole pagano lo scotto i più svantaggiati: un campo nomadi sul Viale dei colli fiorentini nessuno lo permetterebbe. Mica scemi i "buoni" per principio. Si mettono l'animo in pace, si sentono progressisti, fanno beneficienza, stimolano leggi demagogiche ma col cavolo comprano casa all'Olmatello.( storico campo nomadi fiorentino)

Francesco A ha detto...

Da anni il mio datore di lavoro è il Ministero e da anni mi sfrutta utilizzandomi solo quando ne ha bisogno. Ad un privato datore di lavoro questo non sarebbe permesso. benvenuta sentenza europea e speriamo che alla fine possa entrare a ruolo. Ho 42 anni e mia moglie uno in meno e anche lei da anni fa solo supplenze. Venite al sud e constatate quante altre occasioni hanno i laureati.