sabato 18 aprile 2015

È MORTO MARIO PIRANI, DIFENSORE DELLA SCUOLA SERIA

La scorsa notte è morto Mario Pirani; avrebbe compiuto novant'anni il 3 agosto. Avendo più volte collaborato con lui dal 2008 in poi in nome del comune interesse per una scuola seria e qualificata, la sua scomparsa ci rattrista particolarmente. Ha sempre dimostrato indipendenza di giudizio e la non comune capacità di valutare nel merito l'operato dei vari governi invece di basarsi su logiche di schieramento. Apprezzò in pari misura i ministri Fioroni e Gelmini per le loro iniziative tese a dare maggiore serietà alla scuola. Memorabile il suo articolo del 2001 Professori, tornate al 7 in condotta, un tema controcorrente che avrebbe ripreso più volte negli anni successivi. Fu contro l'abolizione degli esami di riparazione e contro le commissioni degli esami di Stato formate solo da membri interni. Fu il primo firmatario del nostro appello del 2008 Scuola, un partito trasversale del merito e della responsabilità, e  successivamente appoggiò le nostre campagne per la correttezza degli esami di Stato.  Lo ricorderemo con riconoscenza, stima e affetto.

Alcuni articoli di Mario Pirani:

6 commenti:

V.P. ha detto...

Addio a Mario Pirani. Giornalista, scrittore, tra i fondatori di Repubblica

Rebert ha detto...

Mario Pirani lascia un grande vuoto. Non solo perchè sapeva occuparsi di scuola così come gli amici del gruppo di Firenze ricordano ma anche perchè era un vero giornalista. Di quel genere ormai scomparso ( oggi imperano i "prodotti" da scuole del Giornalismo, identici uno all' altro nei moduli stilistici e lessicali) che studiava i problemi, li analizzava e ne scriveva con acume, cognizione di causa e passione civile. Da lui ho ascoltato, decine di anni fa, la correzione in "società ( in) civile" di una formula ormai retorica, correzione ante litteram che rappresentava una situazione manifestatasi poi con evidenza.
Non sempre ho condiviso le sue posizioni ma ho sempre ammirato il suo rigore e la sua serietà, lontanissimi da quel bisogno " di iniettare all' esperienza quasi per via endivenosa il veleno della sensazione" per usare le parole di Walter Benjamin.
" Poteva andare peggio" la sua autobiografia è stata una bella lettura, che ha aperto scorci di conoscenza sul passato.
Lo ricordo con affetto riconoscente.

Mauro.C ha detto...

Un grand'uomo libero come pochi altri giornalisti anche rispetto alla linea editoriale del suo giornale. Si capisce perché avesse collaborato con voi.

Antonio ha detto...

Come avrà fatto a sopportare per tanto tempo Scalfari?

Anonimo ha detto...

Bella domanda!

Lapo ha detto...

Defilandosi il più possibile e salvandosi, lui così riservato, dall'ego smisurato del Fondatore che vende repubblica a Berlusconi facendo un sacco di soldoni.