lunedì 2 novembre 2015

BONUS PER L’AGGIORNAMENTO: MEGLIO AVERLO CHE NON AVERLO…

Il bonus di 500 euro per l’aggiornamento sta ricevendo molte critiche proprio da parte dei docenti, alcuni dei quali arrivano a rispedirlo al mittente, a quanto si apprende da molti commenti sul web. Eppure si tratta di una cifra non proprio miserevole e di una novità assoluta per la scuola italiana. Peraltro la libertà di spesa è molto ampia e legittima scelte tra loro diversissime. Si potrà usare per visitare mostre e musei, per acquistare libri, materiali informatici, film o per frequentare corsi di aggiornamento finalmente scelti e non imposti, come pur è accaduto in passato.
Il dubbio è che certi docenti non sarebbero stati consenzienti a prescindere e anche se la cifra fosse stata dieci volte più grande forse qualcuno avrebbe avuto da ridire. Gli insegnanti, e gli stessi dirigenti italiani, hanno molte ragioni per lamentarsi, ma se lo fanno ugualmente di fronte a novità anche simbolicamente importanti finiscono con rischiare di delegittimarsi, come sempre si delegittima chiunque sia per principio incontentabile.
Personalmente mi dispiace che i dirigenti scolastici non abbiano anche loro a disposizione questi 500 euro, perché, pur non essendo probabilmente sufficienti a coprire tutte le spese di carattere culturale, avrebbero tuttavia rappresentato un segno di attenzione per il nostro lavoro. Meglio che nulla mi sarei accontentato della possibilità di detrarre 250 euro in acquisto libri che un tempo era concessa ai docenti e che nell'indifferenza di tutti fu tolta. E non mi costava certamente fatica conservare in una busta gli scontrini delle librerie. Oggi agli insegnanti si concede molto di più e almeno varrebbe la pena apprezzare la novità. Quanto alle mostre o ai musei, anche pubblici, constato che ai docenti e al mondo scolastico in genere non si garantisce neanche quel poco di sconto che invece spesso si riconosce a chi ha la tessera di questa o quella associazione o catena di esercizi commerciali. Tuttavia quando ci troviamo, come in questo caso, di fronte a un pur piccolo ma concreto miglioramento rispetto al passato, i toni irrisori, negativi e ipercritici da parte di molti addetti ai lavori mi appaiono davvero incomprensibili. In questo come in altri campi è importante essere in grado di riconoscere qualche aspetto positivo anche nell’azione di governi e di ministeri che per il resto si contrastano aspramente. Con il vantaggio di presentarsi come oppositori credibili e non pregiudiziali. (Valerio Vagnoli) 

24 commenti:

Papik.f ha detto...

Sono d'accordo sul principio e si tratta di una di quelle cose che si sarebbero dovute fare da tempo.
Non ho nessuna intenzione di rimandare le somme al mittente, quindi, però capisco anche alcuni dubbi dei colleghi.
Innanzitutto non è chiarissimo come andranno rendicontate le spese, almeno per l'ingresso a mostre o eventi e spettacoli. Immagino, per ovvi motivi, che occorra richiedere al museo, o al teatro o cinema che sia, l'emissione, in affiancamento al biglietto, di fatture o ricevute fiscali nominative. Ma le relative biglietterie sono attrezzate per questo?
Vedremo il successivo decreto che dovrà specificare le modalità di rendicontazione, ma conoscendo come si comporta la burocrazia italiana - in tutti i settori - mi aspetto una non trascurabile fonte di stress aggiuntivo.
Inoltre capisco che si possano trovare disturbanti certi toni trionfalistici con cui l'iniziativa è stata annunciata.
In sintesi: il principio che le spese per attività di formazione e autoformazione vadano riconosciute è sacrosanto e va a merito del Governo averlo finalmente affermato. Che questa giusta decisione possa costituire in qualsiasi misura una compensazione per il nostro trattamento economico, però, è da escludersi.

VV ha detto...

" Che questa giusta decisione possa costituire in qualsiasi misura una compensazione per il nostro trattamento economico, però, è da escludersi"
ASSOLUTAMENTE D'ACCORDO CON PAPIK!
VV

GR ha detto...

Perché, chi l'ha sostenuto?

Anonimo ha detto...

Caro Dirigente Scolastico, Lei dimentica che fino a dicembre 2014 i docenti potevano entrare gratis in tutti i musei statali. Caro Direigente Scolastico, Lei non ha notato quante società erogatrici di corsi sono spuntate e quante offerte per i docenti nei negozi di elettronica. Il docenteè oggi il vero ammortizzatore sociale che, dopo aver contribuito a mantenere in piedi l'industria del turismo e quella editoriale, adesso si occuperà di quella specializzata nella formazione e nell'informatica.

VV ha detto...

A differenza di quanto lei evidentemente pensa, io ritengo che i docenti siano dotati di capacità di discernimento e in grado di scegliere la maniera migliore per spendere i 500 euro.

paniscus ha detto...

Questo è uno dei simpatici messaggi di "promozione" che ho già ricevuto:

http://us3.campaign-archive1.com/?u=9c7c2080f57ec053a1e1e2863&id=5edd36074d&e=5ab997c49f

A quanto pare, c'è già qualcuno che si premura di farci sapere che possiamo investire i 500 euro ministeriali anche per seguire corsi di cosmesi naturale, trucco, taglio, cucito, gioielleria creativa, web marketing e giardinaggio d'autunno.

E nel caso specifico si tratta perfino di un laboratorio autogestito fricchettone, e non di una multinazionale squala. Aspettiamo che scoprano il business anche quelli di Scientology, di Amway, della chiesa di Moon, di Herbalife o della programmazioneneurolinguistica, e staremo ancora meglio :)

L.

VV ha detto...

Torno a dire, certo business c'è perché ci sono i polli che ci cascano. Si vuol quindi dimostrare che una buona parte dei nostri docenti non è in grado di fare scelte consapevoli preferendo, per esempio, frequentare corsi di canasta anziché acquistare dei libri o frequentare corsi di aggiornamento pertinenti e seri? sarebbe un bel guaio visto che dovrebbero formare dei futuri cittadini abituati a pensare con la loro testa.

Anonimo ha detto...

Invece di 500 euro buttati a pioggia meglio cattedre in più per posti fissi, più organico e meno studenti in ogni classe.
Si vorrebbero politiche di lungo respiro, da continuare nei decenni anche ai cambi di governo. I bonus sono poco utili, i docenti vengono trattati come poveretti che aspettano la briciola di elemosina. RR

paniscus ha detto...

per VV: ovviamente ho estremizzato (anche se non troppo, perché il messaggio l'ho ricevuto davvero, e nella lista quei corsi c'erano davvero), ma tornando alle cose più concrete:

la mia preoccupazione vera NON E' che i miei colleghi ne approfittino consapevolmente per frequentare corsi di canasta o di decoupage sapendo benissimo che non c'entrano niente con la scuola...

...ma è che molti di loro cedano in buona fede alle lusinghe di corsi apparentemente attinenti alla scuola e organizzati con una confezione esteriore formalmente ineccepibile, da enti e fondazioni che i titoli ce li hanno, e che però siano tutti incentrati sulla peggior visione fuffologico-melensa della didattica coccolosa e deresponsabilizzante che da anni andiamo criticando tutti proprio su queste pagine, e non credo di essere io quella che ci va più pesante di tutti.

Parlo di corsi dedicati al "superamento delle nozioni tradizionali a favore di una didattica veramente inclusiva", alla "universalizzazione del successo formativo", alla rivendicazione della didattica personalizzata su misura per tutti uno per uno, alla divulgazione di fuffa pseudoscientifica su nuove forme sempre più fantasiose di nuovi disturbi di apprendimento finora sconosciuti, alla logica della moltiplicazione sfrenata dei BES e delle facilitazioni come straordinario progresso democratico, e così via.

E questi corsi, purtroppo, sarebbero caldeggiatissimi, e non solo perché il singolo insegnante in buona fede ci casca, ma perché in molti casi sarebbero anche sospinti dai loro stessi dirigenti a concentrarsi su quello INVECE che sull'aggiornamento professionale nelle loro materie di insegnamento.

Perché negli ultimi tempi sono quelle le richieste che vanno per la maggiore, e sono quelli gli argomenti considerati più all'avanguardia, più enfatizzati e più incentivati nei nostri ambienti quotidiani di lavoro.

E chi cerca di tenersene fuori il più possibile, concentrando invece i propri sforzi di aggiornamento su altri temi, molto più attinenti al lavoro che effettivamente è chiamato a svolgere in classe, non è affatto ben visto.

L.

GR ha detto...

RR definisce i 500 euro "buttati a pioggia". La locuzione significa - cito il De Mauro - "che avviene in modo indiscriminato e casuale, senza un piano". Questa cifra invece viene sì data a tutti i docenti (di ruolo e supplenti annuali), ma con "un piano", quello che servano per l'aggiornamento. Semmai si può criticare l'eccessiva ampiezza delle possibilità date, di alcune delle quali, tra l'altro, è difficilmente documentabile l'uso strettamente personale in mancanza della carta per l'aggiornamento. Come Gruppo di Firenze, poi, abbiamo indicato delle priorità sia per quanto riguarda il metodo (quello seminariale con scambio di esperienze e quello esperienziale), sia per i contenuti (gestione della classe, problemi e sanzioni disciplinari, il colloquio con i genitori, etica professionale).

"Il diabolico VP" ha detto...

Il testo dice "aggiornamento professionale": non vorremmo che i consigliori del Premier se l'avessero a male, ma ci permettiamo di scrivere "aggiornamento culturale personale". L'aggiornamento professionale è un'altra cosa: attiene non al livello culturale della persona, ma al suo modo di svolgere una professione (in questo caso il Docente), che non si impara o rinforza leggendo libri o frequentando attività o "eventi" culturali, se non in mimima parte.

In tal modo ci si migliora come persone (forse) e si incrementano i consumi culturali del Paese, ma non si incide minimamente sulla qualità e l'efficienza né del sistema scolastico nel suo insieme né, tanto meno, della singola istituzione scolastica in cui si opera.

Le aule docenti sono piene di esempi eclatanti al riguardo. Per non parlare delle Università.

leggi tutto:
Il Docente secondo Matteo

Papik.f ha detto...

Stavolta sono in disaccordo con VP e in parte anche con le priorità del Gruppo sopra riportate. L'accrescimento culturale non può non avere esiti positivi - e tutt'altro che in minima parte - sul modo di svolgere la propria attività professionale. Una persona non si può dividere in due, una metà che si interessa ad accrescere le sue conoscenze, a sviluppare le sue riflessioni, e un'altra metà che continua biecamente a svolgere il proprio lavoro come ha sempre fatto disinteressandosi della qualità e dell'efficienza del sistema nel quale lavora.
Del fatto che le aule docenti e le Università siano piene di docenti coltissimi che insegnano male mi permetto di dubitare, forse non è vera cultura la loro. Se si conosce un argomento si è in grado di spiegarlo alla propria nonna, come sembra abbia detto Einstein.
Saper spiegare non è tutto, anzi è solo una parte del nostro lavoro, ed è certo che la cultura non basti per essere buoni insegnanti. Nondimeno è fondamentale, e uno dei mali alla radice della nostra scuola consiste proprio nell'averlo dimenticato e nell'avere spostato tutto l'interesse sulle modalità di trasmissione e verifica, dimenticando che queste modalità debbono pure applicarsi a qualcosa, e che questo qualcosa è qualitativamente definibile in sé. E' proprio questo il motivo fondamentale per cui giudico in sé positiva l'iniziativa del bonus.
Per analoghe ragioni, inoltre, ritengo che l'aggiornamento contenutistico sia altrettanto importante di quello metodologico e disciplinare, e qui sono in disaccordo parziale con le priorità indicate da GR. Ritengo che un insegnante, prima ancora di amare l'insegnamento, debba amare la materia che insegna. Se non la ama non può appassionarsi alla sua trasmissione ad altri, per quanto possa essere interessato agli aspetti relazionali con questi altri. E se la ama necessariamente investe tempo e denaro per tenersi al corrente degli sviluppi della ricerca (contenutistica e metodologico-didattica, ma specifica del settore). E' quindi giusto che ciò gli sia riconosciuto, a fianco all'impegno che dedica agli aspetti metodologici e professionali in generale.
Certo il rischio di iniziative estemporanee c'è eccome. Ma anche ai tempi dei "gradoni" di berlingueriana memoria (qualcuno li ricorda?) c'erano colleghi che conseguivano i titoli di aggiornamento seguendo corsi di cucina macrobiotica o di medicina alternativa.

VV ha detto...

Stiamo attenti a non confondere erudizione con cultura. Ho sempre incontrato dei bravissimi docenti tra colleghi colti. Raramente ho incontrato colleghi mediocremente preparati e nello stesso tempo bravi insegnanti. E mi è altresì capitato di notare che i frustrati non si trovano, come invece si potrebbe pensare, tra i colti ma tra coloro che non sanno di non sapere.
Variegato mondo, il nostro, ma di sicuro il docente preparato finisce sempre col trasmettere le sue conoscenze ai ragazzi. Molto meno vi riesce l'erudito.

Anonimo ha detto...

Meglio averlo

"Il diabolico VP" ha detto...

Anonimo ha detto... "Meglio averlo"

punti di vista, forse a prescindere dal contesto. il contesto è la riforma (legge 107/2015) e la condizione ANCHE retributiva del docenti.

"Meglio averlo" significa considerarlo come elemosina, rassegnarsi a mendicante, svilire e tradire la professione, non vedere l'espediente mediatico-promozionale (a bassissimo prezzo e alta resa) cui è ricorso il governo.

anche questo è ovviamente un punto di vista.

Papik.f ha detto...

Sull'ultimo commento di VP devo dire che mi trovo in parte d'accordo, o almeno che ne condivido alcune motivazioni. Se in linea di principio, l'ho già detto, trovo il provvedimento giusto e anzi tardivo, trovo anche innegabile, però, che si inserisca in un contesto di immiserimento della figura professionale dell'insegnante, come è - su questo personalmente non ho alcun dubbio - quello attuato dalla L. 107.
Ma non per questo mi sembra che accettare il contributo implichi di svilire la professione. Non è un'elemosina, è il riconoscimento di qualcosa che ci è dovuto, cioè è il riconoscimento del fatto che l'aggiornamento culturale e metodologico di un insegnante va a vantaggio del suo modo di lavorare e quindi, in definitiva, della società nella quale vive e opera. Se questo riconoscimento contrasta con il complesso dell'azione del governo, perché buttare il bambino con l'acqua sporca?
Per quanto riguarda l'espediente mediatico-promozionale, devo dire che negli ultimi giorni mi è capitato di parlare con più di una persona esterna alla scuola e del tutto all'oscuro della cosa. Non so quanto questo mio piccolissimo campione sia significativo, ma se la "promozione mediatica" raggiunge il solo personale della scuola, dubito che possa essere efficace. Conosciamo tutti la nostra situazione contrattuale.

VV ha detto...

Condivido il fatto che non sia giusto accontentarsi e che al mondo della scuola occorra ben altro: innanzitutto un contratto!
Sulla legge 107 si fa, anche da parte dell'opinione pubblica, molta confusione. Ma ancora di più la si farà anche nell'immediato futuro. Alla fine ci penseranno le circolari e le integrazioni a trasformarla e a renderla scarsamente operativa. Non è da queste teatrali sceneggiate italiche ( rombi di tuoni che lentamente si disperdono nel silenzio ) che nascerà la nuova scuola. E neanche nascerà dalle controparti sindacali perché rispetto alle leggi governative non hanno istanze alternative da proporre, se non il tirare a campare. Intanto la vera anima della 107, e solo quella ( ulteriore burocratizzazione delle scuole ), resterà, e servirà a dare un ulteriore avanzamento di campo alle teatranti e invereconde contrattazioni di ogni tipo, a partire dalla necessità di identificare le stesse competenze operative, sempre più incerte e sempre più fluttuanti tra ministero-usr-ust-singole scuole-sindacati-città metropolitane-regioni-consorzi-reti di scuole-its-poli e altre amenità del genere.
Tuttavia, alla fine, permettetemi d'insistere sul fatto che questi soldi sia meglio averli ( io purtroppo non li potrò avere) e insieme a questi, meglio sarebbe avere anche un buon contratto.

Anonimo ha detto...

La Buana Scuola la fa la Di Pascquale.

Claudio ha detto...

Speriamo le mettano a disposizione un correttore di bozze perché sbaglia anche la grammatica. Ma non era antirenziana?

"Il diabolico VP" ha detto...

Vivalascuola. La paghetta

Francesco Rocchi ha detto...

Salve.

Nonostante sia off topic, vorrei lasciare qui, per chi potesse essere interessato, un articolo che ho scritto su valutazione e scrutini.
Vi ringrazio molto!
(In passato ho commentato come FR)

http://www.imille.org/2015/11/continuare-riformare-la-scuola-ripensare-consigli-di-classe-bocciature/

"Il diabolico VP" ha detto...

La Buona Scuola e la bufala dei 500 euro

"Il diabolico VP" ha detto...

Francesco Rocchi scrive:"Di cosa sto parlando? Sostanzialmente di abbandono scolastico e dell’inutilità della bocciatura ..... "

mi interessa, voglio leggerlo con calma. ho scritto qualcosa, credo sia questione importante e perciò ..... ignorata dalla buona scuola.

Vivalascuola. La “Buona Scuola” di Renzi: silenzio sulle bocciature

Anonimo ha detto...

Ma è questa riforma al di là delle 500 euro, prevede un eccessivo potere dato indiscriminatamente ad alcuni dirigenti come il signor Vignoli che approfitta del suo ruolo per vessare docenti già provati da vicissitudini personali gravi, non ci siamo proprio. Invece di fare il moralizzatore sui forum racconti di come si comporta con i suoi colleghi. Perché in fondo stiamo parlando di un banale preside. Forse un pochino di potere è' la spinta per alcune persone problematiche, per sfogarsi con gli altri.
Ma per favore smetta di fingere di essere quello che non è