venerdì 1 luglio 2016

COMUNICATO STAMPA: DUEMILA DOCENTI E DIRIGENTI SCRIVONO AL MINISTRO: “NO AL CELLULARE IN CLASSE”

Tra i firmatari la scrittrice Paola Mastrocola, il linguista Luca Serianni,  Giovanni Belardelli, storico e editorialista del “Corriere della Sera”, Adolfo Scotto Di Luzio, storico della pedagogia, il politologo Vittorio Emanuele Parsi, Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

Alcuni giorni fa il sottosegretario Faraone ha preannunciato che verrà “liberalizzato” l’uso del cellulare in classe, superando il divieto stabilito nel 2007 dal ministro Fioroni. Continuare a insistere su questa misura sarebbe addirittura “luddismo”. Meglio insegnare “un uso consapevole” di questi strumenti. Ma conoscendo la realtà della scuola, moltissimi sono convinti che questo incauto provvedimento, se attuato, farà molti danni, rendendo più facile copiare, distrarsi durante lezioni e magari perseguitare  un compagno o una compagna di classe.
Per questo oltre duemila fra insegnanti e dirigenti (per la precisione 2066, tra cui anche alcuni cittadini non docenti interessati alla serietà della scuola) hanno deciso di sottoscrivere la seguente lettera al Ministro dell’istruzione Stefania Giannini:
Gentile Ministro,
nei giorni scorsi il sottosegretario Faraone ha annunciato che sarà abolito il divieto di usare il cellulare il classe, una misura del ministro Fioroni, che giustamente si preoccupava di evitare motivi di distrazione e di disturbo. Un divieto che oggi è più che mai attuale data la diffusione tra i ragazzi degli smartphone, tanto più attraenti dei cellulari di allora. Tutti abbiamo avuto modo di constatare quanto essi possano monopolizzare la loro attenzione; e non c’è alcuna seria motivazione didattica o educativa per un cambio di rotta che costituirebbe un forte incentivo alla distrazione e all’uso improprio di questi strumenti (copiare, giocare, praticare il bullismo via internet, schernire un docente). D’altra parte, per l’uso didattico dell’informatica, è bene usare eventualmente strumenti assai più indicati come i tablet e le Lim.
Riteniamo quindi indispensabile che il vigente divieto venga mantenuto (e rispettato) nell’interesse degli stessi studenti e del lavoro degli insegnanti. 

Tra i firmatari segnaliamo (in ordine alfabetico)

ADOLFO SCOTTO DI LUZIO, docente di storia della pedagogia;
ADRIANO PROSPERI, docente di  storia moderna  collaboratore di “Repubblica”;
AMEDEO QUONDAM, docente emerito di letteratura italiana;
EMILIO PASQUINI, docente emerito di letteratura italiana; 
GIORGIO ALLULLI, dirigente dell’ Isfol, esperto di formazione professionale;
GIOVANNI BELARDELLI, storico e editorialista del “Corriere della Sera”;
GIULIO FERRONI, docente di letteratura italiana;
LORENZO STRIK LIEVERS, docente di didattica della storia, già senatore della Repubblica;
LUCA SERIANNI, linguista e accademico dei Lincei;
MARCELLO DEI, docente di sociologia e autore di Ragazzi si copia. A lezione di imbroglio nella scuola italiana;
MICHELE ZAPPELLA, docente di neuropsichiatria infantile;
PAOLA MASTROCOLA, insegnante, scrittrice e collaboratrice del “Sole24Ore”;
PAOLA TONNA, coordinatrice dell’Apef (Associazione Professionale Europea Formazione)
PAOLO CARETTI, docente di diritto costituzionale;
PAOLO PADOIN, già Prefetto di Firenze;
PIER VINCENZO ULERI, docente di Scienza della politica;
REMO BODEI, docente di filosofia all'University of California, Los Angeles (UCLA);
RENZA BERTUZZI, Responsabile di redazione di “Professione Docente”, organo della Gilda degli insegnanti;
RINO DI MEGLIO, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti;
ROBERTO TRIPODI, presidente dell’Associazione Scuole Autonome della Sicilia;
VITTORIO EMANUELE PARSI, politologo e editorialista del “Sole24Ore”.

Elenco completo dei firmatari

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