lunedì 24 ottobre 2016

NO ALLA SCUOLA FACILE CONTRO IL MERITO E LA RESPONSABILITÀ

Scriviamo al Presidente del Consiglio e al Ministro Giannini per fermare il decreto sulla valutazione
Vedrà tra non molto la luce il decreto legislativo sulla valutazione, i cui  punti essenziali sono stati anticipati di recente. In poche parole avanti tutta col principio base della pedagogia ministeriale:  rendere tutto più facile, evitare agli alunni verifiche serie e eliminare ogni timore che l’assenza di impegno comporti conseguenze negative.  In sintesi:
- Abolizione del voto numerico nel primo ciclo e ritorno alla gloriose letterine A, B, C, D, E, facendo però in modo, come riferisce “Il Sole 24 Ore, di “scongiurare la traduzione automatica delle lettere in numeri (si annunciano nuove griglie e criteri di valutazione). Ovviamente  saranno gli alunni stessi a chiedere ai docenti: “B vuol dire 8?”. Lo scopo: “Evitare di limitare l’azione valutativa alla mera registrazione del successo o dell’insuccesso. L’idea è quella di lavorare insieme [?] ad una valutazione ‘per l’apprendimento’ e non ‘dell’apprendimento’ ”. Si fa passare l’idea che gli insegnanti del primo ciclo siano finora stati semplici notai dei risultati ottenuti, senza nessuna preoccupazione o strategia per motivare gli allievi e farne emergere le potenzialità. Inoltre la valutazione “per l’apprendimento” (o formativa) si può fare benissimo anche con i voti, mentre quella “dell’apprendimento” (o sommativa) è doppiamente necessaria: serve per dare un’informazione sintetica e non camuffata all’allievo e per certificarne gli apprendimenti, come impone il valore legale del titolo di studio.
- Abolizione delle bocciature nella scuola primaria. Si è trattato finora di casi talmente rari, che si stenta a trovare dei dati in proposito. In Emilia siamo intorno al 2 per mille. Al Ministero sono proprio  sicuri che in questi pochissimi casi non sia stata la decisione migliore per i bambini, del resto in genere condivisa con i genitori? E non suggerisce il buon senso che anche la remota possibilità di non essere ammessi può aiutare gli alunni pigri o scarsamente motivati a impegnarsi di più? Nella scuola media, invece, le bocciature saranno consentite solo in casi eccezionali. Ma eccezionali già lo sono; e certo non decise alla leggera.
- Semplificazione (leggi “facilitazione”) degli esami di Stato. Negli ultimi anni  si è spesso menato scandalo per le cinque prove scritte dell’esame di terza media. Troppo faticose per i poveri preadolescenti (notoriamente a corto di energie). E dunque si faranno due soli scritti, di cui uno “in ambito linguistico” che potrà includere una parte in lingua straniera (sic!), la seconda di tipo logico-matematico. Il colloquio “dovrà uscire dai semplici canoni nozionistici e disciplinari” (ce lo sentiamo ripetere da almeno quarant’anni) e dovrà accertare il possesso anche “delle indispensabili competenze trasversali”. Ciliegina: via il presidente esterno delle commissioni, così si fa tutto in famiglia. E, con lodevole coerenza, negli esami ex di maturità tornerebbero le commissioni tutte interne, e sarà eliminata la terza prova.
C’è infine da scommettere che il voto di condotta non uscirà indenne dal “riformismo” di  Stefania Giannini e del lodatore delle occupazioni Faraone. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di parlarne. Un cambiamento avvolto nell’opaca antilingua ministeriale: “Il comportamento sarà valutato sulla base di indicatori relativi allo sviluppo delle competenze personali, sociali e di cittadinanza". Rimarrà la possibilità di ripetere l'anno con il 5 in condotta per gravi o ripetuti comportamenti scorretti?
Di fronte alla crescente egemonia del facilismo quale via alla scuola “inclusiva”, che è in realtà escludente dei ragazzi socialmente svantaggiati, dobbiamo ancora una volta tentare qualcosa. Nei giorni scorsi ci siamo rivolti al presidente Renzi e al ministro Giannini. Ma difficilmente basterà. Proponiamo quindi a tutti coloro che ritengono necessaria una scuola più qualificata, cioè anche più esigente, di inviare brevi (civili) messaggi al Presidente Renzi, alla Ministra Giannini e al sottosegretario Faraone. Con preghiera di mandare anche a noi il vostro messaggio aggiungendo il nostro indirizzo in copia nascosta (sigla "ccn" a sinistra dello spazio in basso per gli indirizzi). Ciascuno lo scriva come meglio crede: può essere un sintetico “Sono contrario all’annunciato decreto sulla valutazione” oppure una presa di posizione più argomentata. Ma la pluriennale deriva deresponsabilizzante è troppo grave per non avvertire l’esigenza di far sentire la propria voce. Scrivendo e facendo circolare il più possibile questa proposta. Seguiamo la massima kantiana “Fai quello che devi, accada quel che può”.  
INDIRIZZI DI POSTA: 

49 commenti:

Anonimo ha detto...

Persone come voi fanno ancora sperare in un futuro per questo miserabile paese. Abbiamo una direzione ministeriale improponibile, squallida, americanofila, del tutto intesa a demotivare i ragazzi che si impegnano e a promuovere indiscriminatamente i nullafacenti. Un paese dei balocchi senza l'inventiva di Collodi, un condono generalizzato, un'autopromozione tronfia, una falsificazione dell'esistente. In due parole: uno schifo.
RR

paniscus ha detto...

Condivido quasi tutto, tranne la preoccupazione per il voto di condotta, che già adesso non è usato MAI per bocciare o per minacciare la bocciatura... ma al contrario, è usato solo per regalare allo studente un voto alto, totalmente al di fuori del contesto complessivo, e quindi per ALZARE la media a chi ce l'ha scarsa.

In una delle mie classi, qualche anno fa, una collega esagitata ha proposto entusiasticamente di dare 10 in condotta di default a TUTTI, senza fare nessuna differenziazione individuale, con la motivazione che la classe "si fosse comportata in modo esemplare in gita" e che "si fosse impegnata molto seriamente nei progetti extrascolastici".

Nel resto della normalissima vita di tutti i giorni, la classe aveva un comportamento mediamente accettabile ma non certo eccellente, e soprattutto molto differenziato tra una persona e l'altra... con un significativo gruppo di studenti dalla partecipazione didattica assolutamente passiva e superficiale, e scarsissimo rispetto della puntualità e delle consegne.

Ma il problema non è stato SOLO che una collega l'abbia proposto, quanto che altri tre o quattro si siano subito accodati con entusiasmo, e che proprio NON VOLEVANO che si differenziasse tra l'uno e l'altro, ma pretendevano proprio che fosse dato il voto di eccellenza alla classe, *in quanto classe*, e non capivano cosa ci fosse di male. Alla fine, noi pochissimi reprobi guardati in cagnesco dagli altri abbiamo almeno preteso che si votasse a maggioranza per ogni singolo studente, e siamo riusciti a ottenere che si desse 9 e non 10, ALMENO a quelli che avevano avuto note disciplinari scritte, o a quelli che avevano inanellato per tutto l'anno una serie impressionante di assenze strategiche e di ingressi in ritardo... ma comunque non c'è stato verso di scendere sotto al 9.

Tuttora, anche in consigli di classe abbastanza diversi da quello, le poche volte che mi decido a mettere un rapporto scritto sul registro, mi imbatto in qualche collega che, almeno a titolo personale e ufficioso, ci prova quasi sempre a chiedermi di annullarlo... proprio con la motivazione che "altrimenti poi a fine anno non gli si potrà dare 10 in condotta" (sottintendendo: "per colpa tua!")

Tra quelli che sono comunque promossi, anche quelli promossi con un 6 risicatissimo in tutte le materie, nessuno prende mai meno di 8 in condotta (che quindi a loro ALZA la media), e anche tra quelli che sarebbero comunque bocciati per insufficienze gravi, nessuno prende mai meno di 7.

E dovremmo stare a preoccuparci dell'effetto deterrente del voto di condotta per paura di bocciature o di abbassamento della media?

Busiride ha detto...

Il voto di condotta deve tornare a essere così com'era stato concepito originariamente: sufficienti solo i voti da 8 a 10 e non coinvolto nella media; con 7 in condotta si è rimandati in tutte le materie, con 6 bocciati. Così ha senso, mentre com'è oggi è solo un regalo per alzare la media, visto che per avere 5 bisogna aver ucciso un compagno o giù di lì (un compagno, perché se si uccide un insegnante immagino che non si possa scendere sotto il 6 viste le innumerevoli attenuanti a disposizione degli immancabili zelanti che vorranno trovarle).

vittorio ha detto...

Concordo: forse la ratio con cui era stato pensata la norma del voto di condotta era diversa, ma purtroppo è diventato lo strumento per alzare artificialmente le medie. Nel triennio per gonfiare le medie e fare passare la soglia per concedere più crediti. E che si aggiunge a quelle valutazioni di certi colleghi (sempre i soliti) che tranquillamente in sede di scrutinio senza ragione fanno lievitare le proprie medie. Oltre al fatto che viene usato scientificamente appunto per gonfiare le medie e rende praticamente impossibile non ammettere qualcuno all'esame di maturità, perché da noi viene fatta valere la logica che se lo studente ha la media del 6 (anche con insufficienze, ma compensate appunto con il voto di condotta) deve essere ammesso.

Papik.f ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Papik.f ha detto...

Fatto.
Devo dire, però, che non ho esperienza di un uso del voto di condotta così irresponsabile come quello segnalato dai colleghi che hanno scritto prima di me.
Certo, il 5 è quasi impensabile, perché provocherebbe ricorsi ai vari TAR con tutte le rogne connesse (vedi il caso del limite di assenze, che a quanto sembra è stato vanificato, appunto, dalla giurisprudenza amministrativa).
Ma di voti pompati artificialmente non ne ho mai visti, almeno finora. Molte volte abbiamo messo 6 in presenza di note o sospensioni, e mai questo 6 è servito a promuovere qualcuno che non lo meritava.
Senza con questo voler mettere in dubbio l'esperienza di altri, ovviamente.

Papik.f ha detto...

Chiarisco meglio. A volte si è seguito un ragionamento del tipo: non mettiamo 5 in condotta per non offrire un estremo per ricorrere, anche se il tizio lo meriterebbe. Tanto coi voti che ha (pienamente meritati) nelle varie materie, non può essere promosso comunque.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Non capisco perché la POSSIBILITÀ che la normativa offre di far ripetere l'anno sia equivalente all'impossibilità che c'era prima del Ministero Gelmini. Nel contesto di permissivismo "dialogante", di diffuso arbitrio dei consigli di classe fino al falso in atto pubblico, di tolleranza e spesso di connivenza del plagio durante le verifiche e gli esami, di impunità di chi occupa le scuole, il maggior rilievo che fu dato al comportamento con la norma sul 5 in condotta è stata sicuramente una vittoria simbolicamente molto significativa.Quanto abbia scoraggiato l'indisciplina è difficile dirlo, visto che nel valutare il mondo della scuola ci si basa su impressioni e opinioni piuttosto che su accurate indagini. Anche se non è mai stato usato, non escludo affatto che un po' di deterrenza l'abbia esercitata.Ed è perfettamente conseguente al nostro ormai lungo impegno per il rispetto delle regole, unica efficace educazione alla legalità, che ci si preoccupi per un possibile ulteriore colpo alla credibilità della scuola.

paniscus ha detto...

Il punto è che la normativa teorica è una cosa, e un'altra è la sua applicazione pratica consolidata (nonché incoraggiata da numerosi casi di sentenze della magistratura con valore deliberante effettivo, e non solo da interpretazioni private di comodo).

Ma parliamoci chiaro: quando si è stabilito che "per essere ammessi agli esami sarebbe stato obbligatorio avere la sufficienza piena in ogni singola materia", però SENZA abolire il potere sovrano del voto di consiglio... ma che, sul serio si pensava che i consigli di classe, in massa, avrebbero cominciato a bocciare senza pietà chi avesse un solo cinque in una sola materia? e si pensava sul serio che gli studenti con una o due materie col cinque si sarebbero messi a tremare dal terrore di non essere ammessi agli esami?

Ma col cavolo, lo si sapeva benissimo, che l'unica conseguenza plausibile sarebbe stata quella esattamente contraria, ossia di sdoganare in massa gli aiutini indiscriminati... e le sfilze di 4 che diventano 6 per voto di consiglio a maggioranza!

L'UNICO modo plausibile per evitare che i voti vengano gonfiati e le insufficienze vengano mascherate sarebbe stato quello di abolire del tutto il potere del voto di consiglio: ma questo non lo vuole nessuno, perché sarebbe troppo "impopolare".

Per quanto riguarda la condotta: che senso ha avuto, introdurre la norma secondo cui si può bocciare per il 5 in condotta... e CONTEMPORANEAMENTE introdurre delle altre norme che di fatto rendono quasi impossibile dare il 5 in condotta, o che stabiliscono una serie infinita di obiezioni cavillose che mettono in dubbio la validità di quel 5, e fanno in modo che qualunque giudice del TAR dia sicuramente ragione al ricorrente? E allora la norma a che serve? Solo per indurre i consigli di classea non usare MAI l'insufficienza in condotta, perché sanno che serve solo a creare rogne a chi l'ha deliberata, e non certo a chi se l'è beccata?

Che piaccia o no, se la legge (o la conseguenza concreta della legge) è combinata apposta per rendere CONVENIENTE un comportamento scorretto, e per rendere invece RISCHIOSA e impopolare l'applicazione rigorosa... è inevitabile che una buona parte dei soggetti coinvolti finisca per adottare proprio quel comportamento scorretto. Magari non tutti, ma una buona parte sì.

"Il diabolico VP" ha detto...

condivido il commento di paniscus del 26 ottobre 2016 18:37

"Il diabolico VP" ha detto...

correggo: 26 ottobre 2016 22:43 non 26 ottobre 2016 18:37

"Il diabolico VP" ha detto...

Gli anni Novanta? Si studiava di più - Dossier Ocse: chi si diploma oggi meno preparato di 40enni e 50enni

Uno studio dell’Ocse confronta il grado di preparazione degli attuali diciottenni e di quelli che la maggiore età l’hanno raggiunta negli anni Novanta. Il risultato? Sorprendente: i neo diplomati sono meno preparati degli attuali 40enni e 50enni

Papik.f ha detto...

Sorprendente? cioè, in che senso? (come si sarebbe detto negli anni settanta ...)

"Il diabolico VP" ha detto...

Papik.f ha detto... "Sorprendente? cioè, in che senso?"

provo a rispondere. nel senso di cascare dal pero o - più esattamente - FINGERE di cascare dal pero, auto-assolversi così per il passato simulando non-conoscenza, ingenuità e sorpresa.

(pian piano stiamo arrivando insieme alle sorgenti del nilo?)

"Il diabolico VP" ha detto...

Fortunati i miei anni di insegnante! Il mio lavoro al 99% era in aula con gli alunni!

Ora un insegnante, sempre più demotivato e stremato nonché mal pagato, dedica ai suoi alunni la parte residua del suo tempo dopo i numerosi adempimenti formali, poco più poco meno, a cui deve attendere.

Per non dire del DS che, come un incallito imprenditore, deve “assumere” un insegnante previa analisi di una documentazione ad hoc e successivo colloquio.

E il concorso vinto? E se un DS nomina sulla base di “cose altre”, di cui un Paese in cui “cosa nostra” costituisce una sorta di silenzioso effettivo governo? Cui prodest?

Si aboliscano i concorsi e si abbia il coraggio di scrivere una legge 108 di un solo articolo: “La scuola italiana non è più pubblica, ma privata”

La scuola inventata

Papik.f ha detto...

Certe volte però viene da chiedersi da quali pulpiti vengano certe prediche (non mi riferisco a V.P. ovviamente).

paniscus ha detto...

"da quali pulpiti vengano certe prediche"
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Se ti riferisci a Tiriticco e al suo stile quantomeno "colorito", faccio presente che ha quasi 90 anni.

Considerando i suoi indiscutibili meriti intellettuali ed educativi nei tempi migliori, apprezzo moltissimo il fatto che abbia ancora voglia di scrivere e di esporsi pubblicamente... ma sarebbe auspicabile che, prima della pubblicazione dei suoi testi, si facesse dare una mano da qualcuno un po' più scafato in materia di "editing".

Papik.f ha detto...

Un personaggio che non ho mai particolarmente apprezzato, ma non mi va di polemizzare qui poiché uso un nickname e non lo considererei corretto.

"Il diabolico VP" ha detto...

Il grande bluff della scuola per tutti. Forma i forti, non recupera i deboli

"Il diabolico VP" ha detto...

La scuola, in particolare i licei e gli istituti tecnici e professionali, compie quest'operazione sotto copertura, innescando una serie di pratiche e procedure che alla fine concorrono a promuovere indistintamente e ad emettere così titoli di studio fasulli ....

Papik.f ha detto...

Non condivido nulla di quello che dice il prof. Contessi. Prima di tutto la sua lettura di quanto avveniva nella scuola degli anni passati è dettata dal preconcetto. Tra le persone della generazione di mio padre, e amiche del medesimo, ne ho conosciute diverse che erano diventate professionisti di successo (architetti, ingegneri, dentisti, avvocati, notai) essendo figli di operai e artigiani.
Anche mio padre, mia madre e mio zio non erano figli di laureati e nessuno impedì loro di laurearsi e fare una discreta carriera.
Questa fandonia che alla laurea arrivassero solo i figli dei laureati non viene mai dimostrata con dati concreti e reali, è una verità ideologica e, come tale, indiscutibile.
Poi, dire che gli insegnanti promuovono tutti perché altrimenti dovrebbero cambiare metodo di insegnamento e "aprirsi al web" (sic! sai che minaccia e che disgrazia!) fa semplicemente ridere.
Mi sembra un donmilanismo con cinquant'anni di ritardo. Come se non avesse fatto già abbastanza danni quello del passato.

Papik.f ha detto...

Propongo alcune considerazioni più approfondite su alcune tesi sostenute nel libro segnalato da V.P., tesi che peraltro l’autore non è certo l’unico a sostenere, e che anzi hanno fortemente influenzato, e influenzano, la nostra politica scolastica.
Vi si dà per scontato e indiscutibile il dato di base che “la scuola, prima di tutto, non deve lasciare indietro nessuno” e che “la prima cosa che conta è la solidarietà tra gli studenti”. Ne consegue che, ad esempio, si debbono programmare periodi di interruzione dell’attività didattica ordinaria, nei quali i più bravi fanno da tutor agli altri. Il fatto che i più bravi, in questi periodi, se non ci fosse stata interruzione dell’attività didattica, avrebbero appreso altre cose che così non apprenderanno, non ha alcuna importanza in quest’ottica. Perché, appunto, fine primario della scuola è quello sopra descritto.
Ma questo assunto, del quale chi lo avanza non prevede alcuna possibile messa in discussione, implica l’adesione sottesa all’una o all’altra delle seguenti idee di fondo:
1. può esistere una società nella quale tutti sono alla pari; non già nel senso, indiscutibile, della pari dignità o dei pari diritti, ma nel senso che tutti svolgono gli stessi compiti, cioè sono tutti dirigenti, intellettuali e professionisti; o, all’opposto, alla maniera di Pol Pot, tutti operai e agricoltori.
2. alla distribuzione dei compiti all’interno della società non deve contribuire né partecipare il sistema della formazione (dai diversi ordini di scuola all’Università).
L’opzione 1. è ovviamente un delirio ideologico e non varrebbe neanche la pena di parlarne se non ci fossero stati i concreti tentativi di applicazione da parte di Mao e, appunto, di Pol Pot, con i conseguenti milioni di morti ammazzati, e se molti intellettuali engagé dell’epoca non avessero applaudito allo spettacolo ritenendo che quello dovesse essere il futuro anche per noi.
Resta l’opzione 2. Ma se il sistema della formazione non deve contribuire alla distribuzione dei compiti, cioè tutti debbono avere il cosiddetto successo formativo garantito, e tutti secondo uno stesso modello di formazione, quello liceale-universitario, allora ci dovrà pur essere un momento nel quale tale distribuzione avverrà, e questo momento si troverà in una fase successiva alla formazione.
A questo punto proviamo a tirare le somme. In quest’ultimo caso, le probabilità che ha uno dei giovani socialmente svantaggiati, dei quali tanto – a parole – ci si preoccupa, di accedere a un’attività intellettuale o professionale, aumentano o diminuiscono rispetto al caso nel quale vi sia una selezione all’interno del sistema di formazione?
Una risposta attendibile richiede rilevazioni attendibili, con confronti tra modelli di società che seguono, o hanno seguito in momenti diversi (come la nostra), l’una e l’altra delle due opzioni.
Dati certi non ne ho. Personalmente, però, fino a prova contraria, che aspetto ancora sia presentata – non a chiacchiere ma con i numeri – da qualcuno dei “difensori dei più deboli”, ritengo che tali probabilità diminuiscano.
Per questo motivo sono, e resterò fino a evidenza dimostrativa che ho torto, a favore di una scuola selettiva.
Nella convinzione, tra l’altro, che la dignità e la qualità umana di una persona non sia in alcun modo legata all’attitudine verso lo svolgimento dell’una o dell’altra attività. Né da questo dipenda il livello di felicità raggiungibile nella vita.

paniscus ha detto...

Quanto alle problematiche elencate dall'autore del libro: qualcuno gli spieghi, per favore, che il mito delle "sezioni inamovibili" con i consigli di classe granitici e immutabili nei decenni, che quindi creano le classi di serie A e le classi di serie B all'interno della stessa scuola, è tramontato da un bel pezzo.

Oggi la maggior parte dei DS si compiace di fare e disfare consigli di classe a piacimento da un anno all'altro, e di sparpagliare l'orario di ogni docente su tre o quattro classi di sezioni sempre diverse, APPOSTA per non creare nuclei troppo forti di sintonia professionale e di atteggiamento comune, e quindi avere maggior spazio di manovra arbitraria sulla composizione dei consigli stessi...

Papik.f ha detto...

Suggerisco la lettura del libro di Sergio Rizzo qui segnalato:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/paese-mediocri-repubblica-brocchi-analisi-impietosa-135047.htm
Che, tra l'altro, sembra (ancora non l'ho letto) sfatare il mito del privato, svelando che in questo, in Italia, le cose vanno come e peggio che nel pubblico.
Di certo, una società che seleziona per mafie e camarille non può volere una scuola che selezioni per merito. Può, però, far finta di volerla, e quindi introdurre meccanismi premiali come quelli che si sono introdotti di recente, mirati, a parole, a promuovere il merito e destinati, nei fatti, a incentivare il demerito.

Anonimo ha detto...

Nessuno è più cattivo ed egoista dei buoni.

Ludovica ha detto...

Fate prima a votare NO al Referendum per la Costituzione e poi a favore dei cinquestelle a tutte le prossime elezioni fino alle Nasionali.
Quel tipo di lettera proposta per il merito nella valutazione è bella, ma inutile per questo governo.
La cestinano dopo aver fatto una bella risata oppure la useranno a mo di carta igienica.

paniscus ha detto...

per Ludovica:

lungi da me il voler fomentare polemiche elettorali o referendarie, ma no, francamente, PURTROPPO dei cinquestelle non mi fido, in questo ambito.

Fatti salvi alcuni singoli personaggi che stimo (ad esempio, Silvia Chimienti che considero una persona seria e coerente), sono convinta che la maggior parte degli attivisti del gruppo, che poi sono quelli che farebbero massa quando c'è da votare in Parlamento o da presentare proposte di legge alternative, sarebbero i primi a cascare nel miraggio della scuola libertaria e petalosa in cui non ci sono voti, non ci sono bocciature, non ci sono compiti a casa, non ci sono regole disciplinari, e che deve stare aperta fino alle dieci di sera per funzionare come succursale dei servizi sociali... contro la (presunta) visione tradizionale della scuola nozionistica e autoritaria, che non esiste più da almeno 30 anni.

Ludovica ha detto...

Per Paniscus. Non credo che abbiamo altro scampo se non votare Cinquestelle.
La Destra è sfarinata, la Sinistra è ininfluente e in confusione totale e i compagni piddini sono dei massoni, dei corrotti,dei deficitari del buon senso e stanno portando non solo la scuola, ma la nostra società allo sfascio.
Renzi è solo l'utile idiota e anche il portavoce di questo Pd che serve solo alle lobby e agli uomini di potere e che è lontanissimo anni luce dagli interessi del popolo che paga le tasse, ha diritto di votare e di decidere sul proprio presente e futuro.
Ho avuto modo di confrontarmi con gente dei Cinquestelle che sono concordi a sostenere che su tutto a scuola a decidere devono essere gli insegnanti e non gli incompetenti burocrati e spocchiosi politici di mestiere completamente ignoranti.
E che se salgono loro aboliranno in toto la 107.
Sostengono che un politico (e loro stessi) devono avere solo un ruolo di PORTAVOCE (nostri) e che le leggi le dobbiamo proporre noi cittadini. Non a caso hanno inventato la piattaforma "Rousseau" in cui ognuno può proporre loro le leggi da presentare e far approvare al Parlamento (democrazia diretta).

Ormai dobbiamo tutti prendere una posizione chiara e lasciare perdere i rami secchi rappresentati da Renzi e la sua Leopolda o quella del Patto del Nazareno.

Il detto "O ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra" è solo pragmatica saggezza.Dobbiamo rischiare e non affondare nel fango attuale rappresentato da Renzi e soci.
Avremo una scuola degna di tale nome con meritocrazia e aperta a tutti solo con i cinquestelle e non con la feccia attuale politica che è meglio mandare a casa in tutti i modi: dal NO al voto contrario.
Una scuola che sarà nè nozionistica e autoritaria, nè succursale dei servizi sociali, nè libertaria e petalosa perchè saremo NOI insegnanti che proporremo le leggi con i Cinquestelle al governo
Se poi al Ministero dell'istruzione (e non MIUR) ci andrà Silvia Chimienti, io ne sarò felice perchè è (come sostieni anche tu) una persona seria e coerente.

vittorio ha detto...

Aiuto se dobbiamo puntare su tale Silvia Chimienti:
https://www.youtube.com/watch?v=i5OIYGz11No

Niente compiti, niente voti,insegnati che non insegnano....la scuola come un grade divertimento.
Purtroppo non credo neanche che basti aspettare che siano i docenti a decidere sulla scuola: magari colleghi che hanno paura ad assegnare un'insufficienza o che fanno copiare appositamente o passano le domande durante gli esami di stato. Non sono per la difesa corporativa della categoria a cui appartengo.

paniscus ha detto...

Francamente, di colleghi che passano direttamente le domande in anticipo per gli esami di stato, non ne ho MAI conosciuti, mi sembra l'ennesima leggenda metropolitana per denigrare la categoria.

Al massimo ho conosciuto studenti che cercavano di blandire gli insegnanti interni sperando che si facessero sfuggire qualche indicazione sulle domande della terza prova, sostenendo (falsamente) che tutti i loro amici delle altre scuole le sapessero già in anticipo, quando invece non era vero.

E comunque, se anche ci fosse qualcuno che agisce scorrettamente a questo modo, l'unica soluzione efficace sarebbe quella che stiamo a ribadire da parecchi anni, ossia quella di favorire uno scambio più ampio possibile di verificatori ESTERNI, cioè l'esatto contrario di quello che viene caldeggiato da queste cialtroriforme con commissione tutta interna ed esami sempre più facili.

Busiride ha detto...

" Non a caso hanno inventato la piattaforma "Rousseau" ".
Quest'intitolazione mi basta per giudicarli.

Ludovica ha detto...

Busiride, si vede che sei comunista seguace di Renzi ossia un antidemocratico per eccellenza ed uno che se ne frega delle vere esigenze dei cittadini perchè va dietro solo alle proprie velenose BALLE che cerca di fare ingoiare agli altri.

Non ti sta bene che il popolo sovrano faccia le leggi direttamente con forme di democrazia diretta come può essere Rousseau.
Rousseau è solo l'inizio, la genesi di un nuovo periodo sociale, il prototipo di una piattaforma che consentirà al cittadino di proporre direttamente le leggi al politico scavalcando le lobby e spiegando le motivazioni del PERCHè di quelle leggi. Sappi che in Rousseau le leggi proposte vengono votate direttamente dagli utenti. Le proposte più votate vengono portate dai politici portavoce M5s al Parlamento per farle discutere ed approvare. Il modo più corretto per fare decidere quasi direttamente al popolo scavalcando gli stessi referendum.

E se ogni categoria di lavoratori o classi sociali proporrà le leggi, sarà diverso perchè si capirà il PERCHè si deve fare quella determinata legge e finalmente verranno fuori le esigenze dei cittadini e non delle varie lobby e non si potrà seguire più gli interessi dei soli politici. E saranno preliminarmente i cittadini a votare le proposte di altri cittadini prima di consegnarle ai politici.

Sarà bello mettersi d'accordo con i colleghi insegnanti per proporre leggi sulla scuola veramente efficaci ed efficienti. Finalmente supereremo certe asinaggini dei funzionari del ministero che a tavolino immaginano una scuola che non c'è e che non serve. E finalmente IL MERITO non sarà più l'espressione della filosofia delle lamentele, ma della pragmatica realtà per ciascuno di noi.

Ludovica ha detto...

Renzi che sta seguendo alla lettera i consigli del Machiavelli sta sottovalutando la sorte che ebbe il "Valentino".
La storica legge causa-effetto è una nemesi per tutti, compreso per lui.

Ludovica ha detto...

Il referendum rischia di essere il suo Giulio II. Se non sarà questo prima o poi sbaglierà con altro. E come ha detto lo stesso Machiavelli "gli uomini offendono o per odio o per paura". E lui di odio e paura ne ha suscitato tanto. E si nota nonostante gli osanna (oscuranti delle proteste) delle reti RAI.

paniscus ha detto...

Ludovica ha scritto: "comunista seguace di Renzi"

EEEEHHHHHHHHHHHHH???????

vittorio ha detto...

Mi spiace paniscus ma parlo per esperienza diretta. All'esame di stato capita (e sono sempre i soliti colleghi ovviamente, che durante l'anno non fanno nulla): concordano le domande del colloquio, dopo aver comunicato le domande della terza prova. Quindi nessun leggenda metropolitana. L'unica soluzione per mettere tutti nelle stesse condizioni: tutti commissari esterni. Ma non ho ancora sentito non dico una forza politica, ma neanche un deputato sostenere questa proposta.

paniscus ha detto...

per Vittorio: visto che dici con tanta determinazione di avere le prove di tale malcostume... per curiosità, tu come fai a saperlo, che abbiano concordato le domande o che abbiano direttamente passato in anticipo i quesiti della terza prova? Te lo dicono loro direttamente, raccontandolo come se fosse una cosa normale? O sono i ragazzi che provano a chiedere le domande a te, usando come scusa "ma il professor X ce le ha dette...", quando magari se lo sono inventati sperando di convincerti?

Busiride ha detto...

Ludovica: non m'interessano tante chiacchiere. Mi basta sapere che la piattaforma si chiama Rousseau. Chi considera Rousseau un proprio nume tutelare non può godere del mio apprezzamento. Fine.
E poi che mi significa il chiedere le opinioni degli insegnanti? Renzi non ha forse fatto lo stesso due anni fa? E poi quale conto ne ha tenuto? Perché i seguaci di Grillo dovrebbero essere diversi?
E, in ogni caso, non sono né comunista né seguace di Renzi. Anzi, sono proprio l'opposto di entrambe le cose.

vittorio ha detto...

Non ti capita che gli ex studenti vengano a trovarti e rivelino onestamente come andavano certe pratiche e certi comportamenti ? E comunque solo chi non vuole vedere non si accorge (sia da commissario interno sia da esterno) questo malcostume. Quando per esempio durante la prima seduta di insediamento della commissione alcuni colleghi insistono petulanti affinché si decidano subito le materie della terza prova? Oppure quando nei colloqui nelle discipline assegnate ai docenti interni gli studenti rispondo tutti immediatamente senza tentennamenti, mentre in altre discipline sono uno strazio. Mi meraviglio che qualcuno ancora creda che queste pratiche non accadono. Certamente non sempre, ma sono ampiamente diffuse. Quindi: tutti commissari esterni.

Ludovica ha detto...

Busiride, leggi direttamente e fatti un'idea di che si tratta. Non si sparla di una cosa se prima non la si conosce a fondo: è scorretto intellettualmente.

Non si tratta di OPINIONI di cittadini, ma di PROPOSTE DI LEGGE che i cittadini prima propongono e poi votano nella piattaforma Rousseau. Successivamente le più votate i deputati e senatori CINQUESTELLE li portano in Parlamento e li perfezionano nei termini e modi previsti dai regolamenti parlamentari, mantenendo inalterata la proposta originale. Di già la piattaforma è operativa e le prime proposte di legge sono state presentate.

Renzi non ha ascoltato nessuna opinione, nè ha chiesto ai cittadini di preparagli PROPOSTE DI LEGGE da portare immediatamente al Parlamento per farle votare ai deputati e senatori del Pd.

Ancora tanto non è perfetto, ma io penso che sarà il futuro perchè la DEMOCRAZIA DIRETTA, come il reddito di cittadinanza e i due mandati politici e a casa, non resterà nel cassetto come desiderano tanti abituati alla vecchia politica delle libby.

Poi critica per partito preso quanto vuoi. ;-))

https://rousseau.movimento5stelle.it/

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Ludovica ha detto...

http://www.beppegrillo.it/2015/07/rousseau.html

Meglio quest'altro indirizzo qui sopra.
Prima la piattaforma era aperta a tutti per poter vedere e curiosare, ma comunque, solo gli iscritti potevano inserire le proposte di legge su un apposito form.
Ora anche per entrare si deve essere iscritti.

Busiride ha detto...

Ecco, a proposito di promozione del merito: ci mancherebbe pure il reddito di cittadinanza! Se basta respirare per guadagnare, perché respirare non dovrebbe bastare per avere 6?

tadeusz ha detto...

Mi unisco al vostro appello. Sul voto in condotta sarei invece più che favorevole alla sua abolizione. La valutazione nella singola disciplina dovrebbe tener conto non solo dei risultati ma anche dei comportamenti e del processo di apprendimento dell'allievo: la collaborazione, la capacità di ascolto, lo spirito di iniziativa, il grado di autonomia, etc. I criteri potranno essere condivisi dal consiglio di classe per confrontare le diverse osservazioni e giungere ad una valutazione globale più corretta.

Ludovica ha detto...

Busiride, chiarisciti le idee sul reddito di cittadinanza guardando questo video.
https://www.youtube.com/watch?v=o3P2s9cBy1Y

Il reddito di cittadinanza è la cosiddetta indennità di disoccupazione degli altri paesi europei (non esistente, però, in Italia e in Grecia). Viene dato in cambio della disponibilità a frequentare corsi di formazione o riformazione, di rendersi utile in varie maniere alla comunità e, per chi non è portatore di handicap o anziano o impossibilitato, alla terza opportunità di lavoro offerta e respinta viene tolto.

Quindi il MERITO c'è tutto.

Vi è molta disinformaziona creata AD ARTE.

Vishnu ha detto...

Voi discutete del reddito di cittadinanza, questi distruggono la scuola e in particolare il liceo classico, perché lo odiano. Stiamo perdendo tutto. INSEGNANTE DI GRECO

Ludovica ha detto...

Vishnu, dobbiamo capire una volta per tutte che il progetto del governo attuale di stampo MASSONE e becero è quello di DISTRUZIONE generale dello Stato sociale, ossia quello che riguarda il benessere del popolo. Riguarda TUTTO quello che è Stato Sociale, ossia SANITA', PENSIONI e ISTRUZIONE.

Non è che parlando di reddito di cittadinanza andiamo a togliere qualcosa all'attenzione per la distruzione della scuola, dei licei e della "formazione dell'uomo e del cittadino" che sta avvenendo oggi in conemporanea a tante altre demolizioni (primo fra tutto la morale e la religione).

Vediamo di capirlo e di non avere ragionamenti a COMPARTIMENTI STAGNI. Il processo di distruzione della scuola, dei licei è da vedere, quindi, nel contesto generale della volontà di pochi uomini del mondo dell'economia mondiale, europea e italiana di volere assoggettare e schiavizzare i 500 milioni di europei e di progettare di farlo in modo criminale in un certo modo che oggi stiamo vedendo, compresa con il permettere l'immigrazione massiccia di CLANDESTINI extrauropei alla faccia degli italiani e soprattutto della loro serenità e del loro benessere. Qui non c'è lavoro, ma dobbiamo mantenere con le nostre tasse un sacco di ILLEGALI e per giunta dobbiamo andarli a prendere con le navi della marina militare. Questa imigrazione clandestina favorita devi vederla anch'essa nel piano generale della distruzione organizzata da pochi fetenti.

La nostra lottà non deve essere solo con le letterine di protesta (bella quella del Gruppo di Firenze, ma inefficace negli effetti), ma con il VOTO (un bel NO chiaro al referendum per essere contrari all'accentramento autoritario e alla demolizione della Costituzione del 1948 che ci ha garantito lo stato sociale, la democrazia, la pace) . Inoltre andando a supportare quei movimenti politici che si pongono intelligentemente con proposte SANE e coerenza contro quei partiti che stanno dimostrando tutto il loro luridume e corruzione morale, associata ad incapacità.

Vishnu, non vi sono altre vie: se vuoi che si salvi il Liceo e la Scuola (così come lo voglio io e tanti altri) devi impegnarti a salvare il RESTO dello Stato sociale attraverso azioni concrete che attualmente consistono del dare il VOTO giusto per mandare all'aria gli altarini che hanno preparato quelli della massoneria mondiale di cui il nostro presidente del Consiglio segue felicemente e convintamente tutti i dicktat tradendo gli italiani e la sua famiglia.

Ludovica ha detto...

Ed io dico finiamola di dimostrarci privi di intelletto per affetto politico e qualunque orientamento abbiamo comprendiamo che l'unica via che abbiamo concreta davanti è quella di non assoggettarci alle volontà oggi di Renzi e in ogni tempo di Napolitano, dei massoni nazionali e internazionali. Non è più tempo di letterine, ma di voto. Questo referendum altro non è che il coronamento della DISTRUZIONE della Costituzione che permetterà in modo perfetto di andare ad annullare definitivamente lo Stato sociale e quindi anche l'ISTRUZIONE.

Papik.f ha detto...

Non credo che i nostri mali dipendano in primo luogo dalla classe politica e non credo che un processo rigenerativo della medesima possa salvare l'Italia.
E' l'illusione dei tempi di Tangentopoli. Ma si possono fare tutti i repulisti che si vuole, tutte le leggi che si vuole, se il marcio è diffuso e radicato nella cosiddetta "società civile", come mostra il succitato libro di Rizzo che ora sto leggendo, c'è ben poco da fare. E quel poco lo si può tentare a partire dal basso, come in molte proposte che sono uscite da questo Gruppo. (Ma nella democrazia via web non credo; non credo neanche al voto da casa per Miss Italia, se è per questo. Troppo facile barare per chi elabora i risultati. Con questo non voglio sostenere che il M5S lo faccia, ma manca qualsiasi evidenza dell'affidabilità dei risultati e non vedo in quale maniera potrebbe mai, anche volendo, essere fornita).
A forza di dire "manca una legge", "non c'è una legge", abbiamo più leggi di qualsiasi altro Paese al mondo e una situazione di confusione normativa nella quale ogni malintenzionato sguazza e ogni persona per bene soffre di ipertensione da stress (se gli va bene e non finisce condannata per insignificanti errori formali, mentre i ladri vanno a piede libero). Quello che conta è se e come le leggi si applicano, e questo non dipende dalla politica se non in piccola parte.
Non è forse "fatta la legge, trovato l'inganno" il proverbio che meglio dipinge il carattere nazionale?
Come, tra gli altri, illustra chiaramente Rizzo, chi fa veramente il bello e il cattivo tempo in Italia è una classe dirigenziale amministrativa che è stata, sì, insediata dalla politica, ma ormai non risponde più a nessuno e anzi è in grado di tenere la politica sotto scacco.
Del che temo si stia accorgendo anche, con tutte le migliori intenzioni che le si possano accreditare, l'attuale Sindaca di Roma.
Ma anche questa classe dirigenziale e amministrativa è lo specchio della società che l'ha espressa. Non nel senso che persone per bene e capaci non ci siano. Ma nel senso che spesso non sono loro quelle che giungono ai posti di comando.

vittorio ha detto...

Infatti, per quanto riguarda la scuola: tutti i provvedimenti presi negli ultimi vent'anni sono stati peggiorativi (solo Fioroni ha invertito il trand, riportando per esempio le commissioni di maturità con metà membri esterni) e quello che promette tale Silvia Chimienti procede proprio nella stessa direzione. A questo punto l'unica speranza è proprio che non si faccia nessuna nuova legge sulla scuola (o peggio qualche contro-riforma). Ogni volta che ci mettono le mani è solo l'effetto è di peggiorare il piano inclinato in cui ci troviamo.