mercoledì 21 dicembre 2016

BILANCIO DI UNA RIFORMA CONTESTATA

L'analisi di Gaspare Polizzi sul Corriere fiorentino di mercoledì scorso fotografa perfettamente l’esito della politica scolastica attuata dal governo Renzi: una politica che pur imprimendo per certi aspetti una svolta alla scuola italiana (80.000 immissioni in ruolo, alternanza scuola-lavoro, notevoli somme per aggiornamento dei docenti) non ha dato tuttavia i frutti che il governo si attendeva, anche in termini di consenso. Qualsiasi misura ha trovato la netta ostilità, quasi “a prescindere” - verrebbe da dire - da parte del mondo scolastico, in primis dei sindacati, che peraltro non hanno poche responsabilità per la condizione disastrosa della nostra scuola. Ma ciò non annulla le responsabilità di Renzi e in primis del Ministro Giannini. Di fronte a un' immissione in ruolo così massiccia di docenti, molti dirigenti, tra cui chi scrive, avevano segnalato il rischio del caos, come è poi puntualmente avvenuto. Come Gruppo di Firenze abbiamo più volte sottolineato le controindicazioni della scelta di premiare i docenti “migliori”, che avrebbe finito col demotivare altri docenti pur bravi, ma poco interessati ad occuparsi di progetti e di organizzazione della scuola, due dei criteri frequentemente utilizzati per assegnare i “bonus”. A riprova, pochi giorni fa, dopo un collegio dei docenti in un istituto comprensivo che dirigo come reggente e in cui si era parlato del bonus per il merito, sono stato avvicinato in presidenza da una docente che si è lasciata andare a un pianto dirotto, perché a pochi anni dalla pensione non accettava di non comparire nell'elenco dei “premiati”, dopo aver sempre fatto il suo lavoro con passione e, aggiungo io, grande capacità. Molto più produttivo sarebbe invece poter più facilmente sanzionare il demerito, affinché gli insegnanti che fanno il proprio dovere non si vedano trattati come quelli inadeguati. Ma da quest’orecchio il ceto politico non ci sente.
L’alternativa alla scelta “premiale” sarebbe quella di costruire una vera e propria carriera per i docenti, in base a concorsi e analisi dei curriculum per  assegnare ruoli di responsabilità all’interno della scuola e anche al di fuori, con distacchi presso enti di ricerca, o negli uffici periferici dell’amministrazione scolastica o all’università. Distacchi sui quali è particolarmente urgente esigere trasparenza riguardo ai criteri con cui si viene scelti e anche stabilire dei limiti di durata per il distacco, evitando di premiare l’appartenenza politica o sindacale invece del merito. Se la fretta nel voler trasformare il mondo della scuola è stato forse il maggior errore del governo Renzi, il suo maggior merito è stata l’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro, l’innovazione senz'altro più dirompente degli ultimi decenni, andata a regime in tutte le scuole in virtù di un lavoro paziente, certosino e perfino umile da parte di coloro che al Ministero se ne sono per anni occupati. Non c'è zona del Paese che non sia stata battuta a tappeto per confronti, dibattiti a volte accesi anche rispetto alle responsabilità di parte del mondo imprenditoriale. E c'è da confidare che questa importante novità possa davvero contribuire a cambiare la mentalità di molti giovani che, come diceva anni fa Umberto Eco, dovranno pur decidersi ad ammettere che esiste anche il lavoro manuale.
Valerio Vagnoli
("Corriere Fiorentino", 20 dicembre 2016)

12 commenti:

"Il diabolico VP" ha detto...

"Molto più produttivo sarebbe invece poter più facilmente sanzionare il demerito, affinché gli insegnanti che fanno il proprio dovere non si vedano trattati come quelli inadeguati."

è un po' il marchio di fabbrica, il refrain, il mantra, il chiodo fisso di questo gruppo che pure frequento dalla sua costituzione (dalla sua presentazione a piazza del collegio romano, mi sembra).

"sanzionare" ma come, con quali regole, sempre a discrezione del DS ovviamente? con bacchettate, la frusta, pulire i pavimenti, riduzione della retribuzione, ...

seriamente, sembra che questa eventualità che pure deve esistere - ma marginale, preventiva, eccezionale - continui ad essere invece considerata un toccasana esemplare, empirico, risolutivo, spicciativo e a buon mercato se non gratuito.

Busiride ha detto...

Non credo sia molto difficile individuare e sanzionare i docenti che:
- arrivano quasi sempre a scuola in ritardo;
- escono da scuola prima della fine dell'orario di servizio accampando scuse;
- bighellonano frequentemente per i corridoi quando dovrebbero essere in classe;
- non tengono aggiornati i loro registri e, se sono capiclasse, quello di classe;
- riportano corretti i compiti scritti solo dopo settimane dal loro svolgimento;
- arrivano a una settimana dagli scrutini senza ancora aver interrogato nessuno;
- eludono gli impegni pomeridiani obbligatori;
- inseriscono nel programma finale argomenti mai svolti;
- assegnano la maggioranza degli argomenti come lavoro domestico;
- denigrano i colleghi o il preside davanti agli alunni;
- scaricano interamente sui colleghi di sostegno la gestione degli alunni certificati;
- propongono con insistenza agli alunni di acquistare i libri da loro pubblicati (anche su argomenti che nulla hanno a che fare con la disciplina insegnata) promettendo e poi assegnando buoni voti a chi obbedisce e facendo invece interrogazioni vessatorie a chi non si adegua;
- leggono il giornale o parlano agli alunni del loro gatto anziché fare lezione e poi sul registro scrivono "ripasso";
- minacciano con cipiglio dittatoriale ritorsioni agli alunni quando questi o i genitori intendono presentare lamentele al preside sulla loro infingardaggine, salvo poi piagnucolare vilmente quando la cosa viene a galla.

E questo solo per limitarci a casi di cui ho conoscenza certa.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Chi ci fa l'onore di seguirci fin dalla nostra prima iniziativa, dovrebbe sapere che non abbiamo mai detto che il demerito dovrebbe essere sanzionato "a discrezione del preside". Sono invece stati frequenti i nostri richiami alla ricostituzione di un corpo di ispettori preparati che incrociando varie fonti di giudizio e con ispezioni dirette possano verificare la consistenza delle segnalazioni. La prevenzione del demerito si fa solo in due modi: con una rigorosa selezione in entrata (uno su nove aspiranti diventa insegnante in Finlandia) e con il deterrente di regole sempre applicate in caso di gravi o ripetute scorrettezze. Si tratterà senz'altro di casi marginali, eccezionali, ma quale sia la percentuale etichettabile come tale nessuno lo sa, perché nessuna inchiesta in proposito è mai stata fatta. In ogni caso il problema deve essere affrontato, perché nessuno può convincerci che sia tollerabile lasciare una classe in balia di insegnanti impreparati o scorretti, privandola così del diritto ad avere una buona istruzione, come senza contestazioni si parla di avere medici all'altezza o una sufficiente sicurezza sul lavoro; altro che "toccasana esemplare, empirico, risolutivo, spicciativo e a buon mercato se non gratuito"! Questo modo di parlarne indica chiaramente una sottovalutazione del problema. E che direbbe VP se qualcuno parlasse di mantra o di chiodo fisso a proposito (per esempio)della disoccupazione giovanile?

Giorgio Ragazzini ha detto...

PS: Grazie a Busiride per le efficaci esemplifcazioni. E altre se ne potrebbero fare.

Vittorio ha detto...

D'accordo sulla necessità di verificare e quindi allontanare docenti che manifestano totale incapacità. O mancano delle conoscenze della propria disciplina: come hanno potuto essere assunti ? Tutto inizia dalla selezione mancata. In totale disaccordo sull'alternanza scuola-lavoro. Al liceo è veramente una sciocchezza che ha come unico esito di abbassare le conoscenze, visto il monte ore che gli studenti devono svolgere. Tempo sottratto allo studio. In piu la riforma prevede di valutare questa attività all'interno dell'esame di maturità. Al peggio non c'è fine.

Papik.f ha detto...

Alle esemplificazioni di Busiride ne aggiungo una che i colleghi del GdF già conoscono. Un docente di materia di indirizzo con il quale mi trovai a far parte di una commissione per una classe articolata. Noi eravamo commissari interni per la materia di seconda prova, ciascuno per la sua metà della classe (io, peraltro, sostituivo un collega ammalato, quindi la situazione era per me del tutto nuova). Mi resi conto che il docente in questione (commissario interno per una materia che ha 6 ore settimanali) non conosceva gli alunni, cioè non era in grado di associare i nomi alle persone. Più altri particolari che tralascio perché anche più gravi.
Però quest'anno, in seguito a una riduzione di organico, a perdere posto non è stato lui ma un collega della stessa materia, assai scrupoloso e sempre presente a detta di tutti.
Non sarebbe accaduto se la scelta non fosse avvenuta sulla base dell'anzianità ma fosse stata fatta liberamente dal Dirigente? purtroppo ho alcuni motivi per dubitarne, come il presenzialismo, in tutte le occasioni collegiali e pubbliche, del docente in questione. Naturalmente mi manca la controprova, quindi la mia è solo un'illazione.
Sull'alternanza scuola-lavoro sono d'accordo con Vittorio. Introdurla nei Licei non è stata una semplice innovazione, è stato un ribaltamento del concetto più profondo che era alla base di questo tipo di scuola sin da quando fu istituita. Un ribaltamento che non avrebbe dovuto essere compiuto con tanta leggerezza e noncuranza.

Giulio ha detto...

Datevi pace, ormai le cose vanno di male in peggio e un po' avete contribuito anche voi.

Gruppo di Firenze ha detto...

Voi chi?

Io Non Sto con Oriana ha detto...

Capito: e'sindahàhi hanno roinàho litàglia!
E più mercato.
E più galera.
Ma quale riscoperta del lavoro manuale; io da sempre porto personalmente in giro alla maniera dei facchini, i server i computer e le stampanti che vado installando da bravo ultimo gradino di una catena di organizzatori di meeting, coordinatori, manager e altre fondamentali, eleganti e ben nutrite figure che tengono in maniera smisurata alla denominazione in inglese del loro ridicolo ruolo di parassiti strapagati. Mi aspetto da un giorno all'altro di imbattermi in un dick selfhandling specialist invece che in un assai più impresentabile rifinito dalle seghe, non so se è chiaro. Ad essere al tempo stesso irritante e divertente è il fatto che ad emettere certe recise sentenze sono sempre e comunque figure arrivate alle comodità della buzza[*] e del memorialismo proprio grazie a quel sistema di cui auspicano la definitiva distruzione, prospettiva questa avveratasi in un larghissimo spazio.
La generazione di chi oggi ha quarant'anni deve in media fare i conti con redditi che sono, letteralmente, un terzo di quelli della generazione precedente; meno male che ci sono questi signori ad aiutarci con tanta efficacia, con la loro "eliminazione di lacci e lacciuoli" e le loro "riscoperte" e la generosa "creazionidipostidilavoro"!
E al "mondo imprenditoriale", cioè ai padroni, non importa niente di nulla e di nessuno. Sarebbe anche ora di farla finita con certe barzellette.

[*] Tre giorni fa uno di questi signori si è finalmente sentito schiaffare sul viso un paio di calendari di casanza (e gli è andata anche molto, molto, molto bene) e non certo per aver cercato di fare la rivoluzione.

Papik.f ha detto...

Perché non ci sono più imprenditori che scriverebbero una frase come questa commemorando un loro dipendente: "Secondo me non vi è quella divisione netta fra lavoro manuale e lavoro intellettuale che qualcuno ama credere. Tutti i lavori, se fatti bene, richiedono più o meno uno sforzo dell’intelligenza".
Chi era? Camillo Olivetti, padre di Adriano: due tra i più grandi Italiani di sempre.
O forse qualcuno c'è, ma purtroppo non sono più quei tempi. E in Confindustria conta poco.

VV ha detto...

Concordo con Papik. dalla mia esperienza posso solo dire che di imprenditori illuminati ne ho incontrati ben pochi. Di italiani uno solo e non a caso persona di " altri tempi" anche dal punto di vista anagrafico. Per fortuna è tuttora pieno di entusiasmi e passioni "d'altri tempi". L'altro è straniero e pur d'investire sui giovani si è sempre reso disponibile ad impegnarsi umanamente ed economicamente in maniera del tutto disinteressata. esemplare davvero anche nei rapporti con i suoi dipendenti, ma temo non rappresenti un modello in un settore, come quello della ristorazione, frequentemente ai limiti della legalità.

Francesco Rocchi ha detto...

Salve, vorrei sottoporvi questo mio articolo sull'alternanza scuola lavoro, e sarei contento della vostra opinione!

Molte grazie!

http://www.imille.org/2017/01/lalternanza-scuola-lavoro-qualche-riflessione/