Caro
direttore,
“Tuttoscuola”
si rammarica che dal decreto sulla valutazione sia stato tolto il divieto di
bocciare nella primaria, inizialmente presente. E, adottando toni e categorie
della Lettera a una professoressa,
chiosa: “I nostri parlamentari hanno preferito mantenere la distinzione tra i
Gianni e i Pierini, figli dei ricchi, colti e urbanizzati, anziché applicare il
principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini”.
A parte il
fatto che è stata la ministra Fedeli a opporsi su questo punto, è difficile capire
i motivi per cui sarebbe essenziale impedire per legge un esito che rappresenta
lo 0,4% del totale. A differenza di 50-60 anni fa, sono decisioni
eccezionalissime, da prendere all’unanimità e da motivare ampiamente. Sarebbe
semmai utile un’indagine sulle ragioni che hanno mosso dei consigli di
interclasse, certo non a cuor leggero, a bocciare un alunno.
È naturale che
“Tuttoscuola” si appoggi in questo campo all’autorità di don Milani: “Durante
l’obbligo scolastico non si può bocciare, si diceva a Barbiana, ma si devono
rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena fruizione del diritto allo
studio”. “Durante” sì; ma alla fine? A pagina 56 della Lettera si trova un passaggio che non viene mai citato.
Rivolgendosi a un’immaginaria insegnante di scuola media, i ragazzi di Barbiana
dicono che nella scuola dell’obbligo bisogna portare tutti in terza. Ma aggiungono:
“È all’esame di licenza che può sfogare i
suoi istinti di selezionatrice. Non avremmo più nulla da ridire. Anzi se
il ragazzo non sa ancora scrivere farà bene a bocciarlo.” Stando
così le cose, sarà pur lecito discutere se e quando sia meglio, nell’interesse
del ragazzo, aspettare la terza media o fermarsi prima in caso di gravi
carenze.
Anche l’Ocse,
prosegue “Tuttoscuola”, “ritiene che la bocciatura come strumento didattico sia
costoso ed inefficace. Quanto costa alla collettività un ripetente?” Ma forse
dovremmo anche chiederci quanto costano alla collettività le ben più frequenti
promozioni immeritate.
In alternativa
alla bocciatura, “Tuttoscuola” rilancia poi la personalizzazione
dell’apprendimento. Se però una didattica è davvero efficace e in grado di
colmare le lacune di chi è indietro, perché si dovrebbe temere la possibilità
di bocciare?
Il fatto è che
da tempo immemorabile la volontà, la serietà, l’impegno sono stati cancellati
dalla pedagogia, sicché il raggiungimento del “successo formativo” è diventato
responsabilità esclusiva di una scuola “che non sa motivare”. I ragazzi
“svogliati” di un tempo ora hanno un Bisogno Educativo Speciale. Da un estremo
all’altro. Ma un bambino, un ragazzo non sono materia plasmabile a piacere, sono
soggetti più o meno o per niente collaborativi. E si dovrebbe abituarli
all’idea che il successo scolastico dipende anche da loro.
Un altro
ingrediente di cui non si parla mai (tanto meno lo fanno i ministri dell’istruzione)
è la disciplina. Eppure a Barbiana era ferrea: “La vita era dura anche lassù:
disciplina e scenate da far perdere la voglia di tornare. [...] Per i casi
estremi si usa anche la frusta”. E l’Ocse stessa ne ha sottolineato la grande
influenza sul livello
degli apprendimenti e il positivo impatto sul clima della classe e sull’umore
degli allievi[1].
Ci sarebbe quindi da fare una severa autocritica per il lassismo che è stato
tollerato e incoraggiato negli ultimi decenni, con l’effetto di buttare al
vento una quantità enorme di tempo scuola (quanto ci costa?).
Tra i
comportamenti più gravi c’è il copiare a man bassa durante gli esami e le
verifiche in classe. “Tuttoscuola” individua la causa nella “cultura selettiva
rimasta nei docenti”, che spingerebbe a cercare “scorciatoie per arrivare rapidamente al traguardo” (in altre parole: se
non si bocciasse, sarebbe meno utile copiare). Ma la realtà è ben diversa: come
ha dimostrato Marcello Dei nel libro Ragazzi
si copia - A lezione di imbroglio nella scuola italiana, lo si fa perché il
copiare non è abbastanza stigmatizzato e tanto meno punito; e perché non pochi
colleghi chiudono occhi e orecchi, quando non si rendono complici attivi
dell’imbroglio. Altro che mentalità selettiva: è la sagra del buonismo che si
infischia del merito e della perdita di credibilità del sistema scolastico. Don
Milani certo non immaginava che gli esami di oggi sarebbero stati spesso simili a
quelli auspicati – ma solo per i ragazzi di Barbiana – in chiusura della Lettera a una professoressa. A pagina
111 infatti si legge che alle superiori la selezione
è doverosa (“Qui si costruiscono
cittadini specializzati al servizio degli altri. Si vogliono sicuri.”). Ma a pagina
139 la musica cambia:
“Ci sarà bene in qualche istituto magistrale qualcuno che ci
scriverà: «Cari ragazzi, quelli di voi che vogliono essere maestri venite a dar
gli esami quaggiù. Ho un gruppo di colleghi pronti a chiudere due occhi per
voi»”.
Un saluto
cordiale,
Giorgio
Ragazzini
[1] Analisi dei
dati PISA 2012, focus 4 e 32.
5 commenti:
Quelle rare volte che gli studenti sono più tranquilli
e permettono uno svolgimento ragionevole della lezione,
capiscono bene tutto quello di cui si tratta;
e se c’è qualche normale difficoltà
non vi è nessun problema nel risolverla.
Stiamo perciò perdendo dei cervelli con delle grandi potenzialità,
semplicemente perché sono dei clienti ai quali tutto è concesso;
e il rimanere ignoranti è la loro tragica conquista.
Cordiali e usualmente tristi saluti.
A.Sica
La presidente della mia commissione, collega che conosco come seria ha iniziato la riunione con le testuali parole: "Sia chiaro, non si boccia nessuno". Così infatti è andata e se la sono cavata anche due studenti dalla imbarazzante impreparazione ( una di loro ha fatto scena muta all'intero colloquio).
Sia chiaro che o cambia qualcosa nella concezione odierna della scuola o essa non sarà più una istituzione formativa e socialmente fondante, bensì l'avallo dell'ignoranza, che verrà poi perpetuata a figli, nipoti e pronipoti. L'Italia finirà sommersa e purtroppo con essa un sapere accumulato nei secoli e finora ancora tramandato.
RR
Ma cosa vuol dire 'quanto costa alla collettività un ripetente'? Ripete l'anno con professori già stipendiati.
Allora se ci ammaliamo dobbiamo suicidarci per non costare alla sanità?
Ragionamenti assurdi. E cosa gliene frega all'OCSE dei ripetenti nostrani e non?
RR
Sono Peter di Milano... Alcuni dicono che l'incantesimo d'amore non funziona, ma ho visto che l'incantesimo d'amore funziona tutto a causa del dottor ADELEKE il miglior lanciatore che ha lanciato un incantesimo per me e ha riportato mio marito a me e ora stiamo vivendo come una famiglia tutto grazie al dottor ADELEKE. È possibile contattarlo su WhatsApp: +27740386124 o inviarlo via e-mail: ( aoba5019@gmail.com )
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