martedì 12 settembre 2017

DAL MINISTERO UNA PRIMA, SIGNIFICATIVA RISPOSTA ALL’APPELLO "DEI SEICENTO"

  COMUNICATO STAMPA
Il professor Serianni nominato consulente del Ministero per l’apprendimento della lingua italiana. Una prima, significativa risposta all’appello dei 600 professori universitari dello scorso febbraio
 Alcuni giorni fa la Ministra Fedeli ha annunciato “interventi molto importanti per rilanciare l’apprendimento della lingua italiana grazie al contributo di Luca Serianni, linguista e filologo da poco in pensione che metterà la sua vasta competenza al servizio gratuito del ministero e degli studenti”.
Come si ricorderà nel febbraio scorso oltre 600 professori universitari (poi arrivati a 770) rivolsero al Governo e al Parlamento un appello chiedendo che si prendessero con urgenza dei seri provvedimenti per combattere “il declino dell’italiano a scuola” e le gravi carenze linguistiche con cui molti studenti affrontano l’Università.
La Ministra aveva dato assicurazione che intendeva affrontare i problemi posti dall’appello e la scelta del professor Serianni va senz’altro in questa direzione, anche per l’attenzione che come linguista ha sempre avuto per la scuola e per la didattica della lingua italiana. 

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Incredibile! Non si occupa solo dello smartphone in classe e di promuovere gli asini a forza ...
RR

paniscus ha detto...

Non riesco a capire in che modo la consulenza esterna di un accademico possa avere la benché minima influenza sul miglioramento del livello delle competenze lessicali medie degli studenti in uscita dalle nostre scuole, finché all'interno delle scuole stesse continueranno a vigere le consuete prassi di valutazione superficiale, sentimentale e lassista che prevale quasi sempre, anche nel caso che l'insegnamento sia stato serio e valido.

Le competenze (non solo quelle lessicali, ma anche le altre) si migliorano innanzi tutto offrendo una didattica seria e rigorosa, ma anche ESIGENDO un certo impegno e determinati risultati, e avendo il coraggio di bocciare chi non li raggiunge. Anche se l'insegnamento è serio, ma poi chi ha imparato e chi non ha imparato vengono promossi allo stesso modo entrambi, come si fa a pretendere che la media delle competenze in uscita sia alta?

Prof. Massimo Rossi ha detto...

Anche voi dite "la ministra"? E' una parola che non esiste nella lingua italiana, nonostante le fandonie sparate dall'ignoranza della Boldrini e del veterfemminismo isterico. Il sesso, cioè il genere, ce l'hanno le persone, non le cariche ed i titoli: perciò bisogna usare il termine al maschile (sindaco, ministro ecc.) anche quando la carica è ricoperta da una donna. Altrimenti dovremmo dire "il guardio, il sentinello" e altre sciocchezze simili.

GR ha detto...

"Le competenze (non solo quelle lessicali, ma anche le altre) si migliorano innanzi tutto offrendo una didattica seria e rigorosa, ma anche ESIGENDO un certo impegno e determinati risultati, e avendo il coraggio di bocciare chi non li raggiunge." Cara Paniscus, fare proprio a noi questo tipo di obbiezioni fa un po' sorridere, visto che ripetiamo cose del genere da parecchi anni nel quasi completo isolamento.
Veniamo quindi a Serianni. E' stato il linguista a cui abbiamo anticipato la nostra idea di un'iniziativa pubblica sul "declino" dell'italiano a scuola nonché la bozza del testo e poi quello definitivo prima di partire.E' stato poi inizialmente e molto convintamente il nostro primo firmatario, ma successivamente ha preferito ritirare la firma per motivi che non hanno a che fare con il contenuto dell'appello. Si può quindi sperare che con la sua grande competenza, anche sul piano della didattica, possa muoversi in sintonia con gli obbiettivi della lettera aperta, che parla guarda caso di una scuola "più esigente" e di verifiche periodiche dei risultati raggiunti.

GR ha detto...

Post Scriptum: bisogna anche riconoscere che il ministro, affidandosi a un linguista di grande valore e autorevolezza come Serianni per occuparsi specificamente dell'insegnamento (e - si spera - dell'apprendimento) dell'italiano, costituisce chiaramente una risposta all'appello "dei 600", naturalmente da verificare in seguito nella sua concreta articolazione.

GR ha detto...

Sull'uso al femminile di alcuni nomi si può discutere; personalmente sono moderatamente favorevole. L'argomento di Massimo Rossi però non mi sembra molto solido ("Il sesso, cioè il genere, ce l'hanno le persone, non le cariche ed i titoli: perciò bisogna usare il termine al maschile (sindaco, ministro ecc.) anche quando la carica è ricoperta da una donna. Altrimenti dovremmo dire "il guardio, il sentinello" e altre sciocchezze simili"). Si potrebbe infatti facilmente rispondere che già esistono molti esempi di titoli che hanno anche il femminile: dottoressa, direttrice, consigliera, senatrice, eccetera.

GR ha detto...

ERRATA CORRIGE: nel mio commento delle 14,46 al verbo "costituisce" (relitto di una precedente versione del periodo) va sostituito "ha dato".

Busiride ha detto...

Oltre a tutto titoli simili al femminile esistono dalla notte dei tempi in riferimento a Maria Vergine: "Orsù, dunque, avvocata nostra", "ministra di grazie" ecc. Ricordiamoci inoltre il proverbio "la fretta è pessima consigliera". Né è pertinente il confronto con "guardia" e "sentinella", cui si potrebbero aggiungere "recluta", "scolta" e "vedetta" (chissà perché tutti ruoli militari!), ché queste sono parole di genere femminile ma riferite fin dalla loro origine a persone di sesso maschile, mentre i titoli come "ministro" e "sindaco" sono maschili e riferiti a ruoli tradizionalmente maschili, quindi nel primo caso la discordia di genere è originale, nel secondo no. Vi sono poi qualifiche di genere femminile perché riferite a ruoli tradizionalmente femminili: la levatrice, la bambinaia, la lavandaia, la mondina ecc. Se per caso di necessità questi ruoli fossero svolti da uomini, come ci comporteremmo? Diremmo "forse è venuto Luciano, la bambinaia", o piuttosto conieremmo "il bambinaio"? La risposta è ovvia.
Quanto all'istituzione di commissioni per ogni cosa (ultima quella per decidere se ammettere o no lo smartphone in aula), ricordiamoci che commissione = prebende = viaggi e pranzi gratis (paghiamo noi) ecc.

Antonio ha detto...

.........prebende e consolidamento camarille

paniscus ha detto...

Qualcuno è in grado di spiegare in maniera convincente perché la "ministra" non va bene mentre la "maestra" sì, nonostante la tipologia di flessione lessicale sia identica? E allo stesso modo, perché l' "avvocata" non va bene mentre l' "impiegata" sì, o perché l' "ingegnera" fa ridere mentre l' "infermiera" è normale?

L'unica possibilità è che ci sa davvero qualcuno che pensa che insegnare ai bambini piccoli, o accudire i malati, o compilare scartoffie ripetitive, siano lavori adatti alle donne... mentre far parte di un governo, progettare motori, o discutere cause in tribunale, quelli invece no.

C'è davvero qualcuno che ragiona così?

Papik.f ha detto...

L'avvocata va (andrebbe) benissimo, purtroppo i giornalisti hanno deciso insindacabilmente che si dice avvocatessa, senza spiegare perché allora non si dica inviatessa o deputatessa. Come quando hanno deciso di scrivere "che c'azzecca" invece di "che ci azzecca" e non c'è più stato nulla da fare. Ormai si scrive comunemente "c'ho", "c'hai" e non c'è neanche qualcuno che protesti.

paniscus ha detto...

"L'avvocata va (andrebbe) benissimo, purtroppo i giornalisti hanno deciso insindacabilmente che si dice avvocatessa, senza spiegare "
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Veramnete questa mi pare una situazione molto datata. Era vero che la parola era in voga in passato, ma francamente è da anni che non vedo o sento più usare la parola "avvocatessa" dai media. Può essere rimasto qualcuno che la usa nel linguaggio comune perché è rimasto influenzato dall'abitudine passata, ma che la usino adesso i giornalisti, proprio non mi sembra.

Bambinaio ha detto...

Cari commentatori,

sapete tutti bene che la lingua la fa l'uso. Se, dunque, "avvocata" non è riuscito a imporsi su "avvocatessa", è perché "avvocata" per eccellenza è la Madonna (un uso opportunamente ricordato sopra da Busiride). E' vero che la Madonna può essere anche "ministra di grazie" (cfr. sempre Busiride), ma "Madonna avvocata" è infinitamente più diffuso (a Napoli c'è p.e. un intero quartiere a lei dedicato).

paniscus ha detto...

"ma "Madonna avvocata" è infinitamente più diffuso"
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In Toscana sarebbe perfetta come imprecazione! :)

Merdenstein ha detto...

Gentile Prof. Massimo Rossi,
trovo veramente perspicace la sua segnalazione circa la non reperibilità delle parole "ministra" e "sindaca" nei dizionari italiani. Immagino che, per coerenza, Lei non usi neppure "cuoca", "infermiera", "segretaria", "ragioniera" e quant'altre parole con terminazione femminile che i nostri dizionari non si curano di riportare...

Theresa williams ha detto...


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Anonimo ha detto...

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