(“Corriere
Fiorentino”, 11 ottobre ’17) – La risposta che sul Corriere della Sera di
domenica scorsa l’attore Diego Abatantuono ha dato a Candida Morvillo su
com’era la Milano del boom economico è quanto mai efficace nel descrivere la
deriva che da allora in poi ha segnato il cammino di parte della nostra società
e della nostra scuola.
L’attore dice che allora la città era
«bella, e non c’era la sindrome del pezzo di carta. Se sapevi fare qualcosa,
stavi bene. Dopo, invece, si doveva studiare per forza e abbiamo avuto
generazioni di potenziali elettricisti e idraulici dispersi nel tentativo di
diventare ingegneri gestionali». Parole molto in sintonia con quelle dette agli
inizi degli anni ‘90 da Umberto Eco che già allora ricordava come i giovani
avrebbero pur dovuto decidersi di farsi carico anche di quei mestieri, e con la
recentissima diagnosi dell’Ocse sul rapporto tra scuola e mondo del lavoro in
Italia; rapporto che si conferma, anno dopo anno, a dir poco disastroso.
Infatti molte industrie, grandi e piccole, cercano tecnici o operai specializzati
che né le scuole né le università riescono a formare. Le prime perché è stata
distrutta gran parte della formazione tecnica e professionale, le seconde
perché continuano a proporre indirizzi che garantiscono lauree del tutto
inutili, se non dannose, per l’ingresso nel mondo del lavoro. E quando questi
indirizzi sono in grado di corrispondere alle richieste dell’economia e delle
imprese, può accadere, come fanno pensare certi recenti scandali nel mondo
accademico, che di rado venga premiato il merito. Ma anche il mondo delle
imprese ha le sue responsabilità, dato che spesso mortifica i giovani talenti
con stipendi e carriere che in altre parti del mondo sono ben più appaganti. E
non a caso i migliori guardano sempre più all’estero, a beneficio di altre economie.
Purtroppo questa situazione sarà confermata, con probabili aggravanti, nei
prossimi anni (e rischia di esserlo per decenni) se la classe politica non si
deciderà a prendere urgentemente i necessari provvedimenti. Sarebbe per esempio
opportuno pensare a una istituzionalizzazione della formazione
tecnicoprofessionale post diploma, trasformando gli attuali corsi Its (Istituti
tecnici superiori), che a oggi coinvolgono a livello nazionale meno di
diecimila giovani, in una sorta di università tecnico-professionale a
plurindirizzo, come avviene in molti Paesi europei, dove viene scelta da
centinaia di migliaia di studenti. Potrebbe così crescere, come l’Ocse ci
chiede, il numero delle lauree, almeno di quelle brevi; e, come accade in
Germania, saremmo finalmente in grado di preparare tecnici capaci, alla cui
formazione potrebbero contribuire esponenti qualificati del mondo delle imprese
e del lavoro, oltre naturalmente ai veri e propri docenti universitari delle
discipline tecniche e giuridico-economiche. I laboratori, come già accade nei
corsi Its, si troverebbero all’interno delle imprese stesse e questo
limiterebbe in maniera consistente i costi. Ne guadagnerebbe l’economia e
soprattutto ne guadagnerebbero i giovani, ai quali non basta semplicemente assicurare
anni e anni di scuola per sentirci garanti della loro formazione. Una scuola
degna di questo nome non è solo quella, pur importantissima, che sa accogliere,
ma è anche quella che sa spingere i giovani nella vita con prospettive e attese
nei confronti del futuro. Attese che oggi molti non hanno con il rischio, prima
o poi, che ce ne chiedano conto. E allora potrebbe essere un grosso guaio, per
tutti naturalmente.
Valerio
Vagnoli
5 commenti:
Dovunque ci si giri è un disastro. Se in una nazione non c'è interesse per la scuola e per il lavoro cosa ci vogliamo aspettare. Prima si tocca il fondo e meglio è così ci sarà speranza per ripartire. La nostra situazione sociale e culturale sarà difficile possa ripresentarsi peggiore di quella in cui stiamo affogando
Ma a cosa servirebbe inventarsi una "laurea professionale" che dovrebbe servire a rimediare i danni di cinque anni di scuola superiore generalista e vacua, in cui si va solo per socializzare e per essere tenuti a parcheggio?
Non basterebbe restituire agli istituti tecnici e professionali (che esistono già) il loro senso e il loro mandato originario (che ci sono già)?
Che i professionali e i tecnici siano stati distrutti non c'è alcun dubbio e che sia pertanto necessario ricostruirli è assolutamente una priorità per la scuola e per il paese. Resta tuttavia il fatto che le competenze professionali e tecniche richiedono sempre più anche una ulteriore preparazione e figure che non possono essre formate neppure se la scuola superiore funzionasse al pari di quella tedesca. E non a caso anche in Germania vi sono percorsi paralleli all'università per formare i giovani e i meno giovani a far fronte a professioni che richiedono appunto competenze di alto livello. La cosa è palese anche da noi ma al solito ci barcameniamo con percorsi eternamente sperimentali (ITS) e assai limitati nel numero e nelle specializzazioni. Lo hanno capito prima di tutti i privati e non a caso, a prezzi altissimi, crescono a dismisura le associazioni che organizzano per esempio corsi per maitre di sala e bar, per la gestione delle reception, per la pasticceria e per l'alta cucina. Chi può va addirittura in Svizzera e potendoselo permettere sborsa per corsi di un anno anche 80.000 euro per potersi inserire ad alto livello nell'industria turistico-alimentare. Lo stesso dicasi per i geometri, per i meccanici, per gli odontotecnici.....Per le professioni sanitarie esiste già il percorso triennale ed estenderlo ad altri indirizzi permetterebbe, siamo sempre lì, anche ai capaci e meritevoli, seppur privi di mezzi....
Mi sono dimenticato di citare gli ISIA: quattro in tutta Italia e in parte frequentati da stranieri!
Sono Peter di Milano... Alcuni dicono che l'incantesimo d'amore non funziona, ma ho visto che l'incantesimo d'amore funziona tutto a causa del dottor ADELEKE il miglior lanciatore che ha lanciato un incantesimo per me e ha riportato mio marito a me e ora stiamo vivendo come una famiglia tutto grazie al dottor ADELEKE. È possibile contattarlo su WhatsApp: +27740386124 o inviarlo via e-mail: ( aoba5019@gmail.com )
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