La
strategia finora scelta in tema di valutazione, quella di premiare “i migliori”
senza avere il coraggio di intervenire sui peggiori (quale che sia la loro
percentuale), è sbagliata per più di un motivo. Non innalza la qualità media
dei docenti: per definizione i migliori erano già bravi. Crea frustrazione in
tanti buoni insegnanti non premiati che, pur lavorando seriamente, si vedono
con questo sistema declassati a mediocri, oltre a rendersi conto che quel certo
collega assenteista o scadente viene retribuito esattamente come loro. Per il
clima in cui si lavora a scuola, come in qualsiasi altro ambiente, è
essenziale, come ha scritto di recente Andrea Zhok sull’ “Espresso”[1],
“un modello che nutra e alimenti la dignità del lavoro come orgoglio per aver
svolto il proprio dovere. [...] Solo l’idea di dare un contributo a
quell’impresa non banale che è il buon funzionamento di una società può
sostenere nel tempo uno stato, una comunità, una civiltà”.
Infine,
è molto difficile stabilire criteri condivisi per individuare i più bravi,
mentre tutti sanno (genitori e colleghi) quali sono gli “impresentabili”. Siamo
quindi convinti che agire sul demerito sia il modo migliore di riconoscere il
merito di chi fa bene e con serietà il proprio lavoro. Altro discorso è la
valorizzazione dei talenti presenti nella scuola per creare nuove articolazioni
della funzione docente: staff della presidenza, aggiornamento, supervisione
dell’operato dei nuovi colleghi, distacchi all’università per la formazione dei
futuri insegnanti.
Detto
questo, va riconosciuto alla ministra Fedeli di avere avuto il coraggio, dopo
decenni di silenzio in proposito da parte dei governi, di esplicitare con
chiarezza il problema in un’intervista dello scorso agosto: “L'inamovibilità
a fronte dell'incapacità non dev'essere più possibile. Poi si tratterà di
vedere come fare”. In
proposito sono di questi giorni due segnali contraddittori: è stato possibile
(ma le notizie sono scarne) licenziare per incapacità didattica una maestra
(quella che aveva scritto “scuola” con la q), mentre il professore che aveva
inondato le allieve di sms erotici è stato solo sospeso in attesa dell’esito
del processo, con la prospettiva di poter patteggiare e rientrare in servizio.
Ma avrebbe potuto essere licenziato già ora, come ha sostenuto il senatore
Ichino su questo sito, in base all’articolo 55 ter del T.U. del pubblico
impiego, avendo l’amministrazione già acquisito la prova della sua
colpevolezza.
Nei giorni scorsi abbiamo inviato un
elenco di proposte su demerito e sanzioni alla Ministra Fedeli, che abbiamo poi
potuto illustrare nell’incontro che ci ha concesso mercoledì scorso, a cui ha
partecipato anche il professor Pietro Ichino.
Possibili
linee di intervento del Ministero
sul
problema dei docenti inadeguati
1. Disporre
di un quadro attendibile della situazione di fatto, ovvero del numero dei
docenti inadeguati (quelli che non dovrebbero restare in cattedra), ma anche
dei dirigenti non all’altezza del loro ruolo. È importante però distinguere tra
chi ha avuto gravi o ripetuti comportamenti scorretti incompatibili con la
tutela degli studenti (piano dell’etica professionale) e chi è gravemente deficitario
quanto a capacità (piano della competenza professionale). Naturalmente si dà anche il caso che siano compresenti i due
tipi di deficit.
2.
Rendere
praticabile l’esonero dall’insegnamento con assegnazione ad altro ruolo anche nei
casi di incapacità professionale non determinata da problemi psichiatrici.
L’esonero potrebbe essere temporaneo nei casi in cui si ritenesse possibile il
recupero per mezzo di un percorso formativo ad hoc, al termine del quale
affrontare una nuova valutazione.
3. Per
quanto riguarda le sanzioni in genere, gli uffici scolastici periferici
dovrebbero ricevere istruzioni che spingano a una maggiore severità e a garantire
ai dirigenti più collaborazione e sostegno, per esempio nella stesura dei
provvedimenti. Non dovrebbero poi, come capita, sentirsi difensori d’ufficio
dei docenti sanzionati, ma tenere sempre presente l’interesse prevalente degli
studenti ad avere dei buoni insegnanti.
4. Disporre in modo rigoroso che, nei casi di mancanze disciplinari
gravi commesse nell’ambito dell’attività di insegnamento e delle attività
connesse, di cui le amministrazioni scolastiche abbiano acquisito direttamente
la prova, il procedimento disciplinare venga aperto e la sanzione del
licenziamento venga adottata immediatamente, senza attendere l’esito
dell’eventuale procedimento penale (lo prevede esplicitamente l’articolo 55-ter
del Testo Unico, ma la norma è sistematicamente disapplicata).
5. Fare
in modo che l'Avvocatura dello Stato sostenga molto di più i dirigenti che
devono affrontare dei processi, in modo da diminuire, insieme a quanto previsto
nel punto 3, l'effetto "chi me lo fa fare". A questo scopo, si
dovrebbero anche creare al suo interno degli esperti di diritto scolastico, che
tra l’altro potrebbero poi tenere corsi di aggiornamento per i dirigenti.
6.
Si
dovrebbe fare il possibile per contenere il formalismo delle sentenze, che
portano a volte ad annullare procedimenti disciplinari per vizi formali, magari
per una parola sbagliata o mancante, in particolare ampliando le possibilità di
integrazione e correzione "in
itinere" dei documenti.
7. In
funzione preventiva, è opportuno creare un clima complessivo più esigente sul
piano deontologico. A parte i casi più gravi, per le sanzioni minori sarebbe
bene valutare possibilità di prevederne altre oltre a quelle esistenti, come,
per fare qualche ipotesi, penalizzazioni nel punteggio per le graduatorie
interne e ai fini del trasferimento, mancati o ritardati aumenti retributivi, impedimenti
a ricoprire altri ruoli (dirigente, ispettore). Ai dirigenti che non
sanzionano, specialmente in casi di gravi o reiterate mancanze, dovrebbero
essere contestate le loro omissioni, che danneggiano la qualità della
scuola.
8. Aumentare
in tempi rapidi la consistenza del corpo ispettivo; valutare la possibilità di
selezionare allo scopo dirigenti e insegnanti in pensione, almeno come
coadiutori.
9.
Rendere
obbligatoria anche per i supplenti la trasmissione in tempi brevi alle altre
scuole del loro fascicolo disciplinare.
14 commenti:
Mi vergogno di certi miei colleghi. Quando me ne trovo qualcuno nella mia sezione mi fanno pentire di aver scelto di fare l'insegnante.
Occorrerebbe introdurre una selezione psico-attitudinale in entrata. Ci sono persone che senza avere problemi psichiatrici non sono adatte all'insegnamento o a incarichi dirigenziali.
Detto questo, alcune osservazioni.
Al punto 1. si parla di docenti e dirigenti inadeguati. Nel seguito però si affronta soltanto il caso di dirigenti che si ritrovino docenti inadeguati e di quello che possono fare. E se a essere inadeguato fosse il dirigente, chi dovrebbe riscontrarlo e come?
Inoltre, ma questo è un mio timore personale, temo che la ministra Fedeli e il prof. Ichino possano avere una concezione diversa di adeguato e inadeguato da quella che noi intendiamo.
Temo che per inadeguato si possa finire per considerare non il tipo di collega che tutti ben conosciamo, al quale si riferisce anche il precedente commento, ma, invece, chi non formula un numero sufficiente di progetti, chi non adotta con sufficiente entusiasmo lo smartphone come strumento didattico principe, chi non aderisce con obbedienza pronta assoluta e incondizionata a proposte metodologiche del tipo flipped classroom o programmazione per competenze e così via.
Il problema di fondo, a parte l'attitudine, la voglia di lavorare o gli eventuali squilibri psichici (che son comunque rari), è se il possesso di contenuti debba essere un requisito per insegnare o meno.
Se si assume di base l'idea che il docente è un facilitatore, che nella scuola non ci deve essere una trasmissione di sapere ma solo un apprendere ad apprendere del quale protagonisti sono solo gli studenti, anzi, pardon, "le studentesse e gli studenti", diventa poi alquanto difficile escludere qualcuno dal'insegnamento sulla base della sua preparazione culturale. Resta, dunque, solo una valutazione basata sull'aspetto metodologico, cioè il rinnegamento della libertà di insegnamento.
P.S. tra le persone che, senza avere problemi psichiatrici (almeno seri, spero: visto da vicino nessuno è normale, come diceva Franco Basaglia), non sono adatti a un lavoro dirigenziale, ci metto me stesso. Solo che io ne sono consapevole, mentre a volte si ha il dubbio che qualcuno che dirigente lo è diventato, tanto consapevole non lo fosse.
per Papik:
" problema di fondo, a parte l'attitudine, la voglia di lavorare o gli eventuali squilibri psichici (che son comunque rari), è se il possesso di contenuti debba essere un requisito per insegnare o meno.
Se si assume di base l'idea che il docente è un facilitatore, che nella scuola non ci deve essere una trasmissione di sapere ma solo un apprendere ad apprendere del quale protagonisti sono solo gli studenti..."
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E' proprio per questo che, nella congiuntura storica e sociale attuale, l'idea della cosiddetta "selezione psico-attitudinale" mi fa molta paura e mi trova contraria.
Sarebbero selezionati come "più adatti all'insegnamento" i più pavidi, i più arrendevoli, i più accomodanti, i più servili, e in generale i più disponibili (o per opportunismo o per effettiva scarsa autonomia mentale) a sottomettersi passivamente alle direttive arrivate dall'alto, qualunque esse siano.
No, grazie.
Tra un insegnante che spiega la Divina Commedia parola per parola e uno che parla dei cantautori in classe, Ichino sceglie il secondo, il preside gli fa l'occhietto e la Fedeli e' contenta.
E concordo totalmente con Paniscus.
D'accordo con entrambi: nella congiuntura storica e culturale attuale, quando si proclama apertamente che gli insegnanti debbono essere destrutturati e ristrutturati mentalmente e si intende valutare gli stessi sulla base di quanto applicano le indicazioni (o piuttosto prescrizioni) metodologiche trasmesse in obbligatori corsi d'aggiornamento, qualsiasi idea di selezione attuata da chi ha queste idee - e i due personaggi citati non mi sembra ne siano molto lontani - mette i brividi.
D'altra parte, però, mettono i brividi anche certi colleghi che non sono molto numerosi, ma pure esistono e penso che tutti ne abbiano incontrato almeno uno.
Una volta si potevano mandare in pensione anticipata!
Non so se sia la battaglia giusta da condurre in questo momento: sul sanzionare chi ha comportamenti inappropriati siamo tutti d'accordo, ma sul merito "didattico" temo veramente che venga premiato chi applica alla lettera gli ordini di livellamento verso il basso e l'utilizzo di tecnologie digitali,
come si vuole nelle alte sfere ministeriali atualmente.
Speriamo che qualcosa cambi come pare stia succedendo in Francia con Jean-Michel Blanquer.
RR
Volevo aggiungere sul concetto di 'merito' che le indicazioni ministeriali vanno in direzione di limitare sempre più nei docenti le conoscenze reali delle materie e di infarcirli di concetti psicoantropopedagogici (si vedano i famosi 24 crediti obbligatori ... per decreto agostano).
Non so, mi fa molta paura, visto anche quello che si spiega in questi nuovi corsi (per esempio, mi hanno raccontano, consigliano come 'didattica inclusiva' di far vedere in classe il film americano Sister Act. Ora, un insegnante così per io figlio non vorrei averlo mai e poi mai, eppure passerebbe per bravo agli occhi degli ispettori).
RR
Segnalo e non commento. Che è meglio (come direbbe il Puffo Quattrocchi)
https://www.laletteraturaenoi.it/index.php/scuola_e_noi/754-la-nuova-prosa-ministeriale-e-la-%C2%ABcultura-del-nuovo-capitalismo%C2%BB.html
Ciao
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Cordiali saluti
voglio ringraziare e ringrazierò sempre il Dr. Wealthy che ha riportato il mio amore che mi ha lasciato per 6 anni entro 48 ore, ho detto di questa settimana scorsa, ma ho promesso di raccontarlo sempre ogni settimana fine così che quelli che non ne hanno letto la settimana scorsa ne leggeranno questa settimana, ho cercato come riportare questo ragazzo alla mia vita perché amo questo ragazzo con tutto il mio cuore, non potevo sostituirlo un giorno, mentre guardavo la televisione, vidi una signora che ringraziava il dott. Wealthy e diceva al mondo come l'aiutava a essere così scioccata che non potevo crederci perché non ho mai insegnato che ci sono poteri che possono portare Ho perso l'amore, poi è stato così che ho deciso di contattarlo anche perché ho davvero bisogno del mio amore, quando l'ho contattato gli ho detto tutto e lui mi ha detto di non preoccuparmi che il mio amore sarebbe sicuramente tornato tra le mie braccia entro 48 ore all'inizio non potevo credere perché stavo pensando come potrebbe qualcuno cappello è andato per 6anni tornare entro 48 ore, quindi ho deciso di guardare e vedere, incredibile entro le prossime 48 ore ho ricevuto una chiamata da un numero sconosciuto quindi ho deciso di prendere la chiamata la prossima cosa che ho potuto sentire era la mia voce d'amore lui mi stavo supplicando e supplicando al telefono che dovevo perdonarlo per dimenticare tutto ciò che è successo che non sapeva cosa gli fosse venuto addosso, aveva promesso di non andarsene per nessuna ragione, che era davvero dispiaciuto per quello che ha fatto, ero così sorpreso perché non ho mai creduto che questo potesse accadere, quindi fu così che accettai le sue scuse e la mattina dopo venne a casa mia e continuava a supplicarmi di perdonarlo gli dissi che è tutto ok che gli ho perdonato , è così che abbiamo iniziato di nuovo e ora siamo sposati, ho promesso di dire questa testimonianza alla stazione radio, commentando questa testimonianza è ancora ok ma prima che questo mese scada, prometto di dirlo in radio e lo farò, signore grazie molto per mondo. Per favore, ti prego, ti prego e per provare e ringraziare quest'uomo per me, o se hai bisogno del suo aiuto, ecco il suo indirizzo email: wealthylovespell@gmail.com o aggiungilo su WhatsApp +2348105150446
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