giovedì 19 aprile 2018

BASTA BUONISMO, SERVE CREDIBILITÀ


“Corriere Fiorentino”, 19 aprile 2018
“Chi è che comanda, eh! Chi è che comanda?... Si inginocchi!” urla il ragazzo dell’Istituto commerciale di Lucca al suo professore, mentre c’è chi riprende la scena col telefonino (alla faccia del suo “uso didattico”). E il possessivo “suo” ha qualcosa di sinistro in questa vicenda, visto che l’allievo si rivolge al docente come fosse appunto proprio suo, cioè alle sue dipendenze e sottomesso alla sua volontà. L'episodio è forse il più grave dei molti altri di queste settimane, perché sembra non avere nulla di estemporaneo, ma sia stato quasi preparato per metterlo in scena alla prima occasione. E in una scuola seria l'occasione per dare un’insufficienza a un ragazzo non è infrequente, specie con gli allievi poco responsabili, come non deve mancare l'opportunità di richiamarlo a un comportamento rispettoso dell'insegnante e di tutta la comunità scolastica. Se questa eventualità diventa fonte di paura per i docenti per le possibili reazioni di qualche allievo, siamo davvero al collasso della funzione educativa della scuola. Temo che fatti di questo genere, che si ripetono non solo per il meccanismo dell’emulazione, ma anche, e forse soprattutto,  per la mancanza di conseguenze importanti per i colpevoli, non siano destinati a diminuire né tantomeno a cessare se non si daranno finalmente risposte forti sul piano educativo. Soprattutto sarebbe opportuno che la finissimo con i piagnistei di certa compiaciuta pedagogia del “dialogo” che ha in orrore le sanzioni e che da troppi decenni sembra dominare la politica scolastica e ha letteralmente messo le tende nella burocrazia ministeriale e fra i responsabili scuola di tutti (ma proprio tutti) i partiti. La tendenza di questi decenni è sempre stata quella di colpevolizzare i docenti, considerati sempre responsabili dei risultati negativi, anche sul piano comportamentale, dei loro studenti. “La bocciatura è sempre un fallimento della scuola”: ecco la parola d’ordine regolarmente usata di fronte all’insuccesso scolastico. Un’affermazione che, salvo casi sporadici, le organizzazioni dei docenti e dei presidi si son sempre guardati bene dal contestare. Qualunque cosa accada di negativo all'interno di una classe o al singolo allievo, la colpa per la pedagogia corrente è sempre e soltanto della scuola e la scuola, intesa come comunità di educatori, ha finito con il convincersene. Non c’è da meravigliarsi se alla fine qualcuno ne trae le conseguenze.
L'altro problema è che il buonismo, sotto cui si cela spesso il sottrarsi al proprio ruolo educativo, ha probabilmente contribuito a deresponsabilizzare non pochi docenti; i quali – dai  e dai – hanno forse concluso che il quieto vivere è preferibile alle lotte contro i mulini a vento. E i mulini a vento sono appunto i dogmi ideologici che in questo senso hanno vinto, lasciando intendere ai genitori più prepotenti e ai loro figli educati come piccoli narcisi, ignari del principio di realtà, che tutto è lecito e che la scuola non vale nulla. Come non vale nulla, aggiungo io, qualsiasi istituzione che permetta di farsi beffe di lei. Dalla mia personale esperienza posso trarre poche certezze in assoluto, ma ho pochi dubbi sul fallimento educativo di gran parte dei colleghi troppo “comprensivi”. Quei docenti, tanto per intenderci che non riescono a dare insufficienze o che rifiutano per principio di alzare la voce o di comminare sanzioni disciplinari. Eppure esse, naturalmente se appropriate, rappresenterebbero un messaggio educativo prezioso per aiutare i ragazzi irresponsabili a rendersi conto che vincere nella vita non significa imporsi con la prepotenza.  
L'emergenza mi sembra sia oltre il livello di guardia ed è davvero opportuno che i dirigenti e i docenti considerino il problema della condotta tra quelli da affrontare immediatamente nei loro collegi. Il Ministero dell’Istruzione, per parte sua, dovrebbe garantire (almeno quella!) la tutela legale dei docenti e mettere in atto tutte le misure opportune in presenza di gravi offese nei loro confronti da parte di allievi e di genitori. Ne va della dignità e della credibilità della scuola, che deve ritrovare la forza per salvaguardare il ruolo, culturale e educativo, che la collettività le assegna. E ne va anche della sua dignità, che è anche quella dell’intera società!
Valerio Vagnoli

35 commenti:

Io Non Sto con Oriana ha detto...

Cioè: registri elettronici, videosorveglianza anche nei cessi, impossibile far forca in santa pace ché a casa vengono a saperlo tempo zero, fine dei cortei e delle occupazioni con la politica scolastica saldamente in mano all'occidentalame spicciolo della destra (e finto scandalo di chi ha fatto di tutto perché si arrivasse a questo), una sigaretta in bagno provoca automaticamente l'arrivo degli artificieri, e la colpa è del buonismo.
Come no. Mancano i cattocomunisti e i pacifinti; starete mica invecchiando?
Il ventesimo secolo è finito. E se è finito non sono finiti solo i muri di Berlino (quello di Szeged va benissimo a tutti), i sindahàhi he hanno roinàho l'Ihàlia e qualunque altra manifestazione della vita associata cercasse di garantire un minimo di giustizia sociale, fine sempre accolta dai ben vestiti con sincera e rumorosa soddisfazione.
E'finita anche la vostra scuoletta.
Ed è finita perché ha perso la gara di attrattiva con il mondo.
Un liberista coerente la chiuderebbe, e stop. Ci sono i computer, c'è Youtube, c'è Wikipedia. Tutti a casa, toglietevi dai piedi, zavorre che non siete altro; nessun pasto è gratis[1], la società non esiste[2], avete idea di quanto costi mantenervi, razza di pelandroni?
Al pari dei sacerdoti cattolici, anche gli insegnanti hanno un problema: non troppi decenni fa erano spesso rispettati, almeno tollerati, magari contestati, ma la contestazione si fa a chi la merita, contestare significa almeno concedere un metaforico certificato di esistenza in vita.
Adesso basta, fine.
Eccolo qui il problema. Il problema è quello dell'avvenuta polverizzazione della vita sociale in cui si trovano a meraviglia gli imprenditori di se stessi che hanno studiato alla scuola della vita.
Ovviamente è giusto chiamarlo buonismo: è giusto nella stessa ottica e per gli stessi fini per cui se una donna siriana afferma testualmente che gli statunitensi devono togliersi dai piedi, invece di "Stati Uniti" si traduce tranquillamente "Russia, Iran e governo siriano" dando per scontato che nessuno sappia l'arabo.


[1 e 2]Citazioni tra le preferite di molti signori arrivati alle comodità della pensione, della buzza e del memorialismo grazie alle stesse tutele di cui hanno applaudito lo smantellamento.

Vishnu ha detto...

La nostra civiltà sta crollando. La scuola sta crollando.

Anonimo ha detto...

Situazione davvero grave.
Poiché talvolta insegno agli insegnanti notizie come questa mi sembrano solo la punta di un iceberg. Mi riferiscono che molti fatti del genere sono semplicemente messi a tacere. In una zona apparentemente prospera e civile come Lucca (dove è successo il fattaccio) una mia amica fresca di nomina riusciva a stento a far lezione in una seconda media per la maleducazione dei ragazzini: il preside tentava di giustificarli davanti alla docente!
Ma cosa ordina esattamente il ministero ai DS? Di trattare tutti come angioletti incolpevoli? Di annientare il principio di responsabilità individuale?

RR

paniscus ha detto...

"Ma cosa ordina esattamente il ministero ai DS? Di trattare tutti come angioletti incolpevoli? Di annientare il principio di responsabilità individuale?!"
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Di preciso non lo so perché non faccio il DS, ma immagino che sostanzialmente ordini di tenere un profilo che riscuota il più possibile il consenso delle famiglie, e che riduca il più possibile la mitica "dispersione scolastica". Per entrambe le esigenze, la soluzione base è quella di promuovere tutti e accontentare le pretese di tutti.

"Il diabolico VP" ha detto...

AMMAZZIAMO I PROFESSORI

"Il diabolico VP" ha detto...

“Ma cosa ordina il Miur ai DS?” / Una scuola senza bocciati / bugiardino

"Il diabolico VP" ha detto...

Lucca, una risposta all’Amaca classista di Michele Serra / Il bullismo è colpa dei poveri

"Il diabolico VP" ha detto...

HERI DICEBAMUS

Papik.f ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Papik.f ha detto...

Sto rivalutando la presenza degli smartphone.
Se non altro stroncano alla radice la politica di alcuni dirigenti e colleghi, sopire e troncare, troncare e sopire, facendo finta di nulla perché "mica vorremo andare sui giornali" e mandando tutti avanti perché "dobbiamo accogliere tutti, non possiamo lasciare indietro nessuno".
Ma con questi intelligentoni che postano le loro bravate, se non si interviene tempestivamente si finisce prima sul web e dopo sui giornali.
Il che è ben peggio anche per i vari Don Abbondio e Conti zii della situazione.

"Il diabolico VP" ha detto...

A proposito di bulli nelle scuole / insegnare i Fioretti di san Francesco ai futuri carrozzieri?!

Invece si ritrovano una scuola dove le ore di Laboratorio sono praticamente scomparse e le ore di teoria sono aumentate a dismisura ed in modo frammentato: essi, gli adolescenti del primo biennio dovranno “studiare” fisica, scienze, diritto, geografia, matematica, chimica, italiano ed altro con ogni insegnante che vedono per due/tre ore alla settimana. Facendo solo tre/quattro ore di laboratorio su un totale di 32/33 ore settimanali (magari diluite in 5 giorni).

[Bugiardino. 1) Articolo da condividere. 2) La scuola media unica (o come si chiama ora) è confezionata per chi poi deve proseguire con il liceo e l’università (e ci sarebbe anche altro da dire!), tollera, emargina, manca di approccio idoneo per chi non vuole o non è idoneo con il percorso liceale-universitario tradizionale. 3) Ipsia e Itis sono sovraccarichi di teoria e poverissimi di laboratori, non sono giudicati di dignità equivalente. 3) A cosa serve insegnare i Fioretti di san Francesco a ragazzi che hanno scelto (o sono stati confinati) a fare i carrozzieri? (questo non è un esempio ipotetico, maè una testimonianza! v.p.)

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A proposito di bulli nelle scuole

di Luigi Peduto – 21 aprile 2018

Io da anni sostengo che i ragazzi sono VITTIME di questa scuola.
Basta pensare all’OBBLIGO scolastico.
Come si fa a “obbligare” un adolescente a stare a scuola??
…. e che scuola essi poi trovano?

Pensiamo agli studenti che non hanno la voglia (per tante motivazioni) di fare il sacrificio dello studio: essi, nella maggior parte dei casi si iscrivono agli IPSIA (se va bene agli ITIS) pensando di trovare un certo tipo scuola dove magari si fanno tante ore pratiche e che magari dopo pochi anni (una volta erano tre anni) si trovano una qualifica spendibile perché valida e concreta.

Invece si ritrovano una scuola dove le ore di Laboratorio sono praticamente scomparse e le ore di teoria sono aumentate a dismisura ed in modo frammentato: essi, gli adolescenti del primo biennio dovranno “studiare” fisica, scienze, diritto, geografia, matematica, chimica, italiano ed altro con ogni insegnante che vedono per due/tre ore alla settimana. Facendo solo tre/quattro ore di laboratorio su un totale di 32/33 ore settimanali (magari diluite in 5 giorni).

Si pensi poi alle classi terze delle Scuole Medie (non so come oggi si chiamino): diciamo che in ogni classe ci sono 4/5 ragazzi particolarmente difficili (perché bisognosi di aiuto), ebbene questi quattro o cinque ragazzi si iscriveranno in prevalenza agli IPSIA in modo tale da avere tutta la classe “difficile”.

… magari i ragazzi dei video di questi ultimi giorni sono ragazzi particolarmente difficili, con insegnante di sostegno (non per tutte le ore) che possono fare quello che vogliono: gridare, dire parolacce, uscire ed entrare a loro piacimento, provocare l’insegnante (magari istigati dai compagni che sempre adolescenti sono).

Insomma: prima di giudicare (i ragazzi e/o gli insegnanti) bisogna conoscere bene le situazioni (oltre che i fatti specifici).

…. infine diciamo che non tutti gli insegnanti sono preparati per lavorare in certe situazioni (non è come all’università che ti metti e fai la tua bella lezione con studenti abbastanza motivati).

Entrare nelle classi IPSIA di questi ultimi anni (per mia esperienza ), è come entrare in una gabbia di leoni, se non sei un bravo domatore capace di usare la frusta – senza colpire – e lo zuccherino -quando necessario-, non puoi pensare di fare nessuna lezione.

https://www.facebook.com/Voti-veri-e-abolizione-delle-bocciature-1655958917992097/?notif_id=1524330203155269&notif_t=page_user_activity&ref=notif

http://www.aetnascuola.it/27450-2/

Anonimo ha detto...

Ho trovato atroce l'articolo di Michele Serra, e falso. La scuola pubblica in Italia HA FUNZIONATO per decenni. Cosa vuol dire che i figli di chi ha fatto il liceo vanno al liceo? Crede che in Germania sia diverso? (Lì addirittura li condannano a scegliere il loro futuro a 12 anni, e i figli dei poveri vanno alla Realschule). Crede che nel mondo anglosassone sia diverso? (lì la scuola fa così pena che bisogna fare anni aggiuntivi, a pagamento, dopo il diploma, per entrare nelle università migliori, anch'esse a pagamento e fonte di indebitamento).
Perché non loda un liceo pubblico e di valore aperto a tutti come abbiamo avuto fino ai primi Anni Novanta?
Lo sa che per almeno tre decenni figli di operai dialettofoni hanno frequentato classici e scientifici GRATUITAMENTE laureandosi nell'Università PUBBLICA e facendo belle carriere?
Come al solito questa sinistra di straccioni manca ogni occasione per ritrattare lucidamente sul disastro che hanno combinato affossando il livello della scuola.
Non è mai colpa loro, gli basta sputare sulla borghesia, che nemmeno più esiste perché si sta trasformando in proletariato economico e culturale.
Gli risultano le politiche degli ultimi anni? Il permissivismo? La psicopedagogizazzione degli insegnanti? La semplificazione di tutte le materie e degli esami di maturità? Che ne sa costui?
RR

Anonimo ha detto...

Guardi VP che oggi la scuola media unica non è confezionata per nessuno, soprattutto se in classe fai guardare film, leggere Gomorra e versare l'aranciata nei bicchieri per sviluppare 'le competenze': non fa bene né ai futuri operai né ai futuri liceali.
RR

"Il diabolico VP" ha detto...

Anonimo Anonimo ha detto... "Guardi VP che oggi la scuola media unica non è confezionata per nessuno, soprattutto se in classe fai guardare film, leggere Gomorra e versare l'aranciata nei bicchieri per sviluppare 'le competenze': non fa bene né ai futuri operai né ai futuri liceali."
RR 22 aprile 2018 09:44

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mi mancano informazioni dirette e recenti.

già il fatto che "non fa bene né ai futuri operai né ai futuri liceali." è grave.

la media unica comunque indirizza e consiglia la scelta della scuola superiore, e credo che implicitamente i docenti abbiano se stessi (e il loro iter scolastico) come elemento di
riferimento condizionante: "chi non mi è simile faccia altro". o mi sbaglio?

Valerio Vagnoli ha detto...

I presidi, al pari dei docenti respirano le idee correnti che si impongono lentamente ma quando alla fine entrano nella testa della gente, diventano più cogenti delle leggi o delle direttive centrali. E da anni le idee correnti ( artefici i pedagogisti, le associazioni varie, i sindacati - quasi tutti - i ministri-quasi tutti- ed ex ministri mai contestati se di manica larghissima, funzionari locali e centrali, i partiti, tutti,....) vanno nella direzione che sappiamo e che pochissimi hanno avuto l'onestà intellettuale di denunciare. Inoltre, se è senz'altro vero che una parte dei presidi spinge per le promozioni garantite, trovando tuttavia docenti asserviti a dimostrazione che non è detto che la cultura sia sufficiente a rendere liberi, coraggiosi e onesti gli uomini, è anche vero che di fronte a presidi ( vi garantisco esistono ) che chiedono ai docenti equità nel giudicare i propri studenti, capita spesso che siano i docenti stessi a fare, in via riservata, veri e propri prescrutini per evitare che un ds rigoroso "penalizzi" qualche studente che forse, visto che, in quanto..tenuto conto.. non si può assolutamente bocciare. E capita così che i livelli delle classi col passare del tempo calino in maniera considerevole perché chi s'impegnava è pronto ad afferrare il concetto e ad adeguarvisi.
La deriva è generale e legata anche ad altri numerosi fattori. Mi viene in mente, per esempio, quel tipo di docente che non fa nulla e che in questo paese è impossibile cacciare, magari a fare un altro mestiere, e che per tenersi buoni i ragazzi e le loro famiglie dà a tutti la sufficienza. Può capitare che nei professionali vi siano docenti, del tutto neghittosi o dediti, giustificandolo furbamente, al minimo, e pur lagnandosi continuamente dei loro studenti vi rimangono ad insegnare per tutta la loro vita, pur di non andare a lavorare in indirizzi specificamente legati alle loro discipline che li costringerebbe però, per esempio, davvero a lavorare e magari a preparare le lezioni perché avrebbero di fronte ragazzi e famiglie motivati.
C'è di tutto, purtroppo, nella scuola ed essendoci di tutto non la si cambierà, in meglio, dando la colpa ora a quella ora all'altra componente perché le colpe sono tante e condivise tra tanti. Conoscendo un po' le vicende storiche di questo paese, credo si debba toccare il fondo prima di poter cambiare il suo destino. Non è detto però che ci vada sempre come nel secondo dopoguerra. Visto anche come abbiamo educato le ultime generazioni, il timore è che possa finire male davvero.

paniscus ha detto...

i link provenienti da aetnanet non si aprono, l'antivirus li blocca come siti potenzialmente pericolosi

Anonimo ha detto...

Nessuno dice che nell'ultimo paio di anni son stati immessi nella scuola soggetti ďel tutto inadeguati a ricoprire tali ruoli.Gente che ha vinto non si sa quali ricorsi si trova catapultata in classe combinando guai indicibili.Non e' un mestiere per cani e porci.

"Il diabolico VP" ha detto...

Anonimo Anonimo ha detto... "Nessuno dice che nell'ultimo paio di anni son stati immessi nella scuola soggetti ďel tutto inadeguati a ricoprire tali ruoli.Gente che ha vinto non si sa quali ricorsi si trova catapultata in classe combinando guai indicibili.Non e' un mestiere per cani e porci." 23 aprile 2018 00:25

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esagerato, denigratorio, inutilmente offensivo; soggettivo e basato non si sa su quali dati e informazioni;

e comunque questo è quello che ora passa il convento!

sono i laureati - cioè i PRODOTTI del sistema scuola in declino - degli ultimi decenni. non c'è di meglio oppure se c'è va altrove viste le retribuzioni misere.

paniscus ha detto...

"e comunque questo è quello che ora passa il convento!
sono i laureati - cioè i PRODOTTI del sistema scuola in declino - degli ultimi decenni."

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Ed è garantito che il livello di preparazione dei nuovi insegnanti giovani, per gli anni futuri, andrà sempre a peggiorare. E nemmeno per colpa loro.

Primo, perché appunto si sono diplomati e laureati nel sistema di istruzione che è stato voluto negli ultimi decenni, quello dell'intrattenimento, della facilitazione, della personalizzazione a tutti i costi, del successo formativo garantito, dell'inclusività ipocrita, delle metodologie didattiche modaiole, dei libri di testo semplificati e infantilizzati in maniera imbarazzante, delle crociate contro i compiti a casa, contro i voti, contro le bocciature, contro l'ortografia, contro l'esercizio della memoria, e contro qualsiasi educazione all'astrazione di pensiero;

Poi perchè, anche quelli che studiano, sono stati abituati fin da giovanissimi a "studiare" frettolosamente scorrendo le righe su uno schermo di un tablet, o peggio ancora di un cellulare, su mappe, schemi, riassunti e formulari (non esercitandosi a FARSI gli schemi da soli, che sarebbe anche utile, ma tirandoseli giù da internet già pronti, in maniera del tutto acritica), senza mai rileggere più di una volta, controllando contemporaneamente dieci condivisioni su facebook e venti messaggini privati su whatsapp, ed escludendo qualsiasi forma di comprensione di un testo che richieda lentezza e pazienza.

E infine perché, dopo essere usciti da questo sistema educativo con conoscenze superficiali e frammentarie e competenze culturali debolissime, se vorranno fare gli insegnanti non saranno mai più fermati nemmeno nelle selezioni successive, perché saranno abilitati e reclutati tramite corsi di specializzazione e concorsi pubblici in cui non è più richiesto di dimostrare alcuna conoscenza delle discipline da insegnare, ma solo di determinate dottrine pedagogiche (e non solo di dimostrare la conoscenza di tali dottrine, ma proprio l'adesione personale e la fedeltà ideologica ad esse).

Anonimo ha detto...

In toto d'accordo con Paniscus. Hanno abolito la prova di traduzione dal latino all'italiano e dal greco al latino!!!
I futuri insegnanti di questa materie non faranno più la prova di traduzione!!!
Questa è autentica ingegneria sociale, declassamento della formazione, declino programmato e attuato a colpi di decreti ratificati da un parlamento di servi privi ormai di qualunque cultura.
RR

Papik.f ha detto...

Segnalo questo brano di una lettera sul sito del Corriere della Sera:
«Anni fa negai l’uscita dalla classe a due studenti (...) che, notoriamente, chiedevano di andare in bagno e invece poi scappavano da scuola. Mi si avvicinarono a muso duro, mi "accerchiarono" e mi dissero: "Noi ci andiamo uguale, sennò che ci fa?", e in effetti uscirono. Io non replicai se non con un rapporto sul registro e una segnalazione al vicepreside.
Il giorno dopo scoprii che il rapporto non c’era più: mi stupii, chiesi lumi e, nel chiederli, scoprii mio malgrado che lo aveva tolto il preside, come era già accaduto altre volte con altre materie».
No comment. Comunque con il RE, per non sapere né leggere né scrivere, uno screenshot salvato sulla propria chiavetta USB non fa mai male. Anche perché mi chiedo: se i ragazzi così scappati da scuola fossero finiti sotto un tram, avrebbe pagato solo il professore o anche il preside e il vicepreside?

paniscus ha detto...

"Il giorno dopo scoprii che il rapporto non c’era più: mi stupii, chiesi lumi e, nel chiederli, scoprii mio malgrado che lo aveva tolto il preside, come era già accaduto altre volte con altre materie».
No comment. Comunque con il RE, per non sapere né leggere né scrivere, uno screenshot salvato sulla propria chiavetta USB non fa mai male."
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Visto che non è affatto detto che i computer messi a disposizione dalla scuola per uilizzare il registro elettronico in tempo reale abbiano la funzionalità dello screenshot (e che, anche se ce l'hanno, il doverlo usare in tempo reale causerebbe un'ultriore perdita di tempo durante le ore di lezione)... fa brodo anche una dichiarazione scritta su cartaceo e messa a protocollo in segreteria.

Papik.f ha detto...

Non ho più visto negli ultimi vent'anni un computer che non abbia lo screenshot e, comunque, se c'è Windows c'è lo strumento di cattura. Quanto al tempo, forse una trentina di secondi ad andare larghi compreso il salvataggio ... comunque, ci si arrangia come si può. Magari, in certi casi, non c'è proprio il computer nelle aule, ma il collegio si è lasciato imporre ugualmente il RE. Purtroppo capita.

paniscus ha detto...

per papik: se non c'è il computer nelle aule, non può esserci nemmeno alcun obbligo di compilare il registro elettronico direttamente in classe in tempo reale. Quindi, la nota può tranquillamente essere inserita diverse ore dopo, dalla sala insegnanti, oppure da casa, e ognuno può salvarsela nel modo che preferisce.

In ogni caso, la dichiarazione scritta cartacea messa a protocollo non può essere ignorata dall'istituzione.

Papik.f ha detto...

D'accordo: protocollare non fa mai male. Ma ho visto anche (in passato) dirigenti che proibivano al protocollo di accettare documenti da loro non preventivamente approvati. Per cui si dovrebbe ricorrere alla raccomandata R/R.
Come dicevo, ognuno si difende come si può dai malintenzionati. Che nel caso in esame non erano principalmente i due studenti usciti senza permesso.

VV ha detto...

Quello che scrive Papik a prposito dell'arroganza di alcuni presidi che si manifestava anche proibendo di far protocollare documenti a loro insaputa, non mi stupisce. Mi sono imbattuto anch'io, nei miei 34 anni d'insegnamento, in un dirigente del genere e in altri poco lontani dall'avere comportamenti simili o comunque molto inclini alla mediocrità civile. Quello che mi ha sempre stupito, conoscendo la categoria però non più di tanto, è che salvo pochi esempi, la gran parte dei colleghi si prostrava per quieto vivere e per assoluta mancanza di consapevolezza del proprio ruolo, alla prepotenza degli arroganti e dei meschini. Non è facile trovare docenti che abbiano la piena consapevolezza del loro ruolo di educatori e propria di persone che almeno nella scuola dovrebbero avere la schiena sempre dritta. E, si badi bene, sempre per quanto riguarda naturalmente la mia esperienza, tali pessimi comportamenti tipici di chi è piuttosto un servo che non un cittadino degno di questo nome, non erano addebitabili al fatto che la gran parte dei docenti erano e sono donne. La mancanza di professionalità e l'amore per il quieto vivere sono trasversali al sesso di appartenenza e comuni ad una categoria che spesso ignora cosa significhi essere rappresentanti dello Stato di diritto e formatori dei futuri cittadini.
Forse conviene ripartire anche da queste istanze se vogliamo che la scuola diventi almeno un po' più credibile e rispettata. Probabilmente, sotto questo aspetto, non lo è quasi mai stata ( pensando anche alla mia esperienza di studente ) ma in confronto al passato molte cose sono cambiate e visto che la scuola non permette più, come un tempo, una ascensione sociale, è assolutamente indispensabile a mio parere che almeno permetta si possano creare cittadini orgogliosi degli insegnamenti e degli esempi offerti dai loro maestri. Se non da loro da chi?

paniscus ha detto...

Scusate, ma il dirigente PUO', legalmente, vietare che un documento sia messo a protocollo prima di essere approvato da lui stesso medesimo?

A me non risulta, ma potrei sbagliare io...

Perché allora i casi sono due:

- o non può farlo, e quindi quelli che hanno dichiarato di "aver conosciuto presidi che facevano così" sono stati testimoni di un abuso e non si sono ribellati e non l'hanno segnalato (e non mi riferisco tanto ai testimoni casuali, quanto all'impiegato stesso della segreteria, che rischia di doverne rispondere in prima persona, se il mittente del messaggio protesta perché questo non è stato realmente inoltrato)...

- oppure può effettivamente farlo, e allora il protocollo a che serve?

L'esistenza del protocollo è prevista come garanzia che una comunicazione sia stata davvero ricevuta e che il destinatario sia tenuto a prenderla in carico e a rispondere, evitando il rischio che sia cestinata, insabbiata o anche dimenticata per errore in buona fede.

Se una persona invia una comunicazione al protocollo lo fa esattamente per quello, ossia per essere certa che sia registrata e presa in carico.

Se c'è qualcuno che può decidere arbitrariamente se farla registrare o no (all'insaputa del mittente, che crede in buona fede che sia stata registrata), allora il protocollo perde completamente di significato e diventa del tutto inutile.

Infine: a quanto mi consta, chi presenta una comunicazione e chiede che sia messa a protocollo può benissimo pretendere che gli sia rilasciato un numero di catalogazione lì per lì, in tempo reale, senza sentirsi dire che "deve prima essere approvata" da qualcun altro.

Come è possibile che questa norma venga disattesa sistematicamente?

vv ha detto...

Ha ragione. Non può farlo e l'impiegata che riceve il documento deve anche fornire il numero di protocollo. Purtroppo in questo Paese molte cose che sono illecite si fan lecite con la prepotenza dei cretini ai quali delle persone dotate di un pur minimo senso di responsabilità e di dignità dovrebbero chiedere almeno rispetto di sé.

Anonimo ha detto...

Mi scusi, VV, ma se la scuola non permette l'ascensione sociale, non offre un granché: questi impuniti sono frutto di un sistema che percepiscono come poco serio, poco funzionante, poco qualificante - un parcheggio.
Siamo troppo rassegnati al declino e i ragazzi lo capiscono al volo.
RR

VV ha detto...

ha pienamente ragione. I ragazzi si accorgono che siamo rassegnati e la politica si accontenta che si tengano il più a lungo impegnati a fare qualcosa. Un qualcosa che, soprattutto per i tecnici, i professionali e per qualche indirizzo liceale " di troppo " li frastorna, anche perché dopo le tante belle parole che si sentono dire durante gli open day si accorgono, una volta sui banchi, che molto è contro di loro, a partire dall'esoso numero di materie e dall'organizzazione dispersiva di parte del nostro sistema scolastico.

Papik.f ha detto...

Quella dirigente, che ormai è in pensione da anni, era umanamente una gran brava persona, amabilissima quando voleva, e tutti (o quasi) le volevano bene. Aveva però la tendenza a considerare la sua scuola come un feudo personale.
Suppongo che la tendenza al quieto vivere contrassegnasse sia lei sia i numerosi docenti, me compreso. Un errore, in linea di principio, ma comunque in quella scuola si riusciva a lavorare bene, con i dovuti accorgimenti.
Ricordo una volta un ragazzo che esercitava atti di bullismo nei confronti di un compagno (peraltro grosso il doppio di lui, ma un po' insicuro). Per inciso, era una prima di un Istituto professionale e quella classe (che portai fino in terza), nel suo complesso, è forse quella che ricordo con maggiore affetto, e soddisfazione per il lavoro svolto, in 31 anni di insegnamento, per la maggior parte nei Licei, alla faccia di Michele Serra.
Ci mettemmo d'accordo tra colleghi per presentarlo allo scrutinio in modo che la dirigente in questione non potesse operare uno dei suoi mirabolanti salvataggi. Beninteso, il ragazzo lo meritava anche sotto il profilo del rendimento.
Come dicevo, ci si arrangia come si può.

vv ha detto...

Eccezioni come queste sono davvero eccezionali! Chapeau

"Il diabolico VP" ha detto...

"Siamo troppo rassegnati al declino e i ragazzi lo capiscono al volo." RR / 25 aprile 2018 19:00

"Siamo" chi? manca il soggetto. una parte almeno dei docenti no. i vertici politici forse sì (ammesso che lo perseguano) ma non è rassegnazione è incapacità, presunzione, dilettantismo e non conoscenza del sistema scuola, inoltre mancano di strategia a medio-lungo termine.

"Il diabolico VP" ha detto...

errata-corrige: aggiungere un non ...

"Siamo troppo rassegnati al declino e i ragazzi lo capiscono al volo." RR / 25 aprile 2018 19:00

"Siamo" chi? manca il soggetto. una parte almeno dei docenti no. i vertici politici forse sì (ammesso che non lo perseguano) ma non è rassegnazione è incapacità, presunzione, dilettantismo e non conoscenza del sistema scuola, inoltre mancano di strategia a medio-lungo termine.

Tortora Giuseppe ha detto...

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