Michele Zappella,
BAMBINI CON L'ETICHETTA.
Dislessici, autistici e iperattivi.
Cattive diagnosi ed esclusioni,
Feltrinelli, 2021.
Quella di Zappella non
è una posizione ideologica, ma nasce dalla pratica professionale e dalla sua
attività di ricerca, che testimoniano una crescita esponenziale, in Italia e in
molti altri paesi, delle diagnosi di dislessia e di autismo. Due sindromi
certamente molto diverse per gravità e ricadute sulla vita dei bambini e delle
loro famiglie, ma che hanno in comune l'essere spesso diagnosticate
erroneamente.
Nella scuola italiana
le diagnosi di dislessia e di problematiche analoghe sono le più diffuse e
costituiscono negli ultimi anni una vera e propria epidemia. Come sappiamo, ai DSA
(Disturbi Specifici di Apprendimento) si sono aggiunti qualche anno fa i BES
(Bisogni Educativi Speciali), riferiti a difficoltà meno gravi, anche
temporanee, che prima o poi vengono affrontate da buona parte dei ragazzi. L'autore
nota giustamente che spesso la scuola "sembra soddisfatta di una diagnosi
che la solleva da ogni responsabilità" e anche la famiglia finisce non di
rado per apprezzarne i vantaggi. In proposito Zappella riferisce
nell'introduzione l'inizio del colloquio con un ragazzo e la madre: «"Io
sono dislessico", afferma con decisione Stefano, un ragazzo di undici anni
con un ciuffo che ricade sulla fronte e un tratto di melanconia nel viso, lo
sguardo rivolto in basso. [...] Sua madre, accanto a lui, ribadisce le sue
parole e aggiunge: "Sapesse quanti vantaggi hanno: il computer, compiti ridotti, interrogazioni facilitate..."».
In realtà per Stefano, come per molti bambini visitati da Zappella, non si
trattava di dislessia, che è un disturbo di natura neurologica su base
genetica, ma solo di "ritardi di lettura", che nascono da situazioni
di povertà culturale, da problemi emotivi o difficoltà dell'udito, recuperabili
con esercizi appropriati.
Il tema delle diagnosi
non corrette è fondamentale a maggior ragione in relazione all'autismo, spesso
con conseguenze assai più drammatiche, tanto per i bambini che per le loro
famiglie. Il tema è complesso, ma in estrema sintesi si può dire che l'autore
vede le radici di molti errori diagnostici nella ricerca di una valutazione
oggettiva mediante vari test e nella "pretesa di avere una terapia per l'autismo, inteso come
condizione unica", mentre in realtà alcuni sintomi sono comuni ad altri
disturbi. Al successo di questa impostazione "si collega un crescente
aumento delle diagnosi di autismo, che ha portato a parlarne in termini di epidemia". All'inizio degli anni Ottanta,
l'incidenza dell'autismo in Svezia, Inghilterra e Stati Uniti era di circa 4 su
10.000, ma successivamente, nell'arco di pochi anni, si era moltiplicata per
decine di volte (in Svezia 246 su 10.000). E alla moltiplicazione delle diagnosi
ha corrisposto quella dei cospicui guadagni "che si fanno sull'autismo con
interventi riabilitativi di vario tipo."
Come si può immaginare,
l'approccio diagnostico di Zappella è molto diverso. Ne parla in due capitoli intitolati
Incontrare, osservare, ascoltare e Il miracolo nell'osservare, che sono tra
i più belli e interessanti del libro. Questi titoli già dicono molto di un
metodo di lavoro che Zappella ci dice essere già stato orientato da una delle
sue prime esperienze professionali, nel reparto di psichiatria infantile del Children's
Hospital di Washington. "Quando un bambino viene in visita da te,"
gli disse il direttore "deve avere la sensazione che lo stavi
aspettando". Da questo punto di vista l'ambiente dove si svolge la
terapia, e soprattutto la prima visita, è fondamentale. Secondo Zappella i
bambini ricevuti in ambienti poco rassicuranti e quindi ansiogeni come ospedali
e ambulatori possono modificare il loro comportamento e indurre lo specialista
a formulare diagnosi sbagliate. Il suo studio è tutt'altra cosa e Zappella ce
lo descrive mentre accoglie Giovanni per la prima visita, in una pagina
particolarmente godibile. Da ogni angolo spuntano giochi e pupazzi di ogni tipo:
trenini, birilli, casette, Pinocchio e il Grillo parlante, Biancaneve, Gatto
Silvestro, un coccodrillo, una giraffa e molti altri tra cui un elefante, che
da giorni chiedeva: "Ma quando viene Giovanni?". I bambini sono incuriositi
e rassicurati da questa festosa accoglienza e in genere molto più disponibili al
rapporto con lo psichiatra.
La psichiatria, ci dice
Zappella, deve essere intesa sia come "una scienza biologica naturale",
che in quanto tale deve essere in grado di riconoscere l'eventuale genesi
neurologica di un problema, sia "una scienza umana", centrata
"sulla ricerca di un'alleanza tra chi conduce un intervento e l'altro, sia
questo un bambino o un adulto...". Zappella segue in questo l’insegnamento
di due grandi psichiatri che considera i suoi più importanti maestri: Eugenio
Borgna e Mario Tobino, le cui diverse esperienze hanno trovato nell'ascolto il
più importante fondamento.
4 commenti:
Per quanto riguarda i DSA, il cui numero è ormai dilagante, sarebbe opportuno rivedere le procedure per le diagnosi, renderle più frequenti, consentirle solo a specialisti e secondo modalità scientifiche e uniformi. Oltre a rivedere le leggi in materia. A Scuola, la situazione più grave è l'interrogazione programmata che, una volta effettuata, induce l'allievo a non curare in modo continuo la sua preparazione.
Concordo, ma bisognerebbe anche porre la questione sul piano giuridico. Sarebbe opportuno che un giudice avesse il coraggio di nominare dei periti per stabilire la validità delle certificazioni, ormai fuori controllo. Io in una classe delle superiori ne ho 10.
Domanda: Sarebbe giusto menzionare sul diploma le misure dispensative e compensative di cui ha usufruito un alunno?
Spunti: privacy, giustizia, uguaglianza, trasparenza, "Liberté, Égalité, Fraternité", nun te reggae più, e chi più ne ha più ne metta.
Tutti i riconoscimenti vanno a questo raccoglitore di incantesimi molto profondo trovato degno di emulazione e anche il mio amico del cuore per il supporto .. Ehi ragazzi, sono Donna Burkley, vivo nella baia di San Francisco in California, la mia vita emotiva è cambiata in meglio da allora l'intervento del dottor Egwali, introdotto da un mio caro amico nel punto in cui tutti pensavamo che fosse stato fatto il contrario, è diventato il caso. Credimi, ero incredulo a causa del mio diverso incontro con una serie di stregoni e siti web, il tutto per riportare il mio affascinante marito facile per gli occhi da me, essendo indubbiamente in mente che doveva esserci un posto affidabile, poi è venuto kath con il dott. L'articolo di Egwali e dopo l'intercessione con il dottore è stato fatto un incantesimo ed è stato un sacchetto d'amore completamente nuovo per noi la sua famiglia. Oggi da allora ci siamo risposati e viviamo magnificamente e ora sono davvero un vero credente ragazzi, grazie ancora una volta Dr. Dr Egwali chi Whatsapp: +2348122948392 / Mail: dregwalispellbinder@gmail.com
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