domenica 18 dicembre 2022

LICEO OCCUPATO, LA PRESIDE FA INIZIARE LA DAD PER GARANTIRE LE LEZIONI. MA TUTTI I SINDACATI SI INDIGNANO

 

A Firenze una sede del liceo Alberti-Dante viene occupata da “un manipolo” di studenti, come riferisce “FirenzeToday”. Per garantire il diritto allo studio, la preside fa partire in via eccezionale la Didattica a distanza, precisando che chi non segue tutta la lezione verrà considerato assente. I sindacati, che del diritto allo studio si proclamano sempre strenui difensori, contestano la legittimità della decisione e ammoniscono: “La scuola è un'istituzione educativa e come tale deve essere la prima a rispettare rigorosamente le regole, se vuole rappresentare un esempio per i propri studenti”. I quali, evidentemente, va bene che le infrangano; anzi, “le proteste studentesche rappresentano per le realtà educative un'occasione di ascolto e dialogo (come sta avvenendo del resto in altri istituti), da non affrontare in alcun modo con un approccio burocratico o, peggio, come un problema di ordine pubblico".

Sarà bene allora riepilogare i “pregi” di queste “occasioni di dialogo”:

- sono illegali in sé sotto diversi profili e in più sono spesso occasione di altri reati come i frequenti danneggiamenti;

- in aggiunta, sono intrinsecamente antidemocratiche, dato che vengono regolarmente promosse e gestite da minoranze; gli altri o non se la sentono di opporsi o non disdegnano qualche giorno di vacanza;

- fanno perdere giornate di scuola che costano fior di euro ai contribuenti: se si ferma una scuola di 30 classi, se ne perdono 30mila al giorno; 

-  se i motivi delle occupazioni sono concreti (bagni, riscaldamento, sporcizia, come nel caso fiorentino di cui parliamo), ci sono moltissimi modi legali e democratici per farli presenti (lettere, comunicati stampa, manifestazioni pomeridiane, post sui social network). Spesso invece si tratta di confuso e pretestuoso ribellismo ideologizzato di nessuno sbocco concreto;

- con la minaccia di un’occupazione vengono spesso ottenute le cosiddette “autogestioni”, che quasi sempre sono di scarso o nullo valore culturale.

A questo dobbiamo aggiungere la non rara collusione di una parte dei docenti, la condiscendenza di una parte dei genitori, spesso memori delle loro analoghe esperienze, l’aperta legittimazione di un ministro e di un sottosegretario, la disponibilità di vari politici e intellettuali a intervenire nelle scuole occupate e la voluta inerzia di magistratura e forze dell’ordine.

Tutto ciò ha costituito una pluridecennale forma di diseducazione civica dei giovani, di assuefazione al disprezzo delle regole e di discredito per la scuola. E pensare che poi si ha il coraggio di spendere denaro pubblico per i vari progetti di “educazione alla legalità e alla convivenza civile”.

Giorgio Ragazzini

 

2 commenti:

Busiride ha detto...

Ma guarda un po' che strano, ritornano le occupazioni delle scuole! Era dal 2011 che non se ne sentiva parlare più. Chissà come mai...

Io Non Sto con Oriana ha detto...

Evidentemente esistono forze politiche e governi che suscitano reazioni poco concilianti in misura maggiore rispetto ad altri.
Questo, senza nulla togliere al fatto che l'esecutivo del vostro "paese" viene accolto con reazioni che vanno dalla risatina di scherno all'espressione più scomposta in ogni contesto che non ne condivida introiti. Per il fatto puro e semplice che esiste.