“Il principio di nazionalità non può essere scisso
dagli ideali di libertà e fratellanza tra i popoli. È il messaggio implicito
nel brano tratto dal saggio L’idea di nazione di Federico Chabod.
A questo proposito l’autore chiama in causa due protagonisti del Risorgimento. Camillo
di Cavour perseguì il traguardo dell’unità nazionale sotto un regime
liberale, mentre nel pensiero di Giuseppe Mazzini il patriottismo si
fonde con il progetto di un’Italia repubblicana e democratica”. Così inizia,
sul Corriere della Sera, il commento di Antonio Carioti alla suggestiva traccia
di argomento storico per lo scritto di italiano agli esami di maturità di
quest’anno.
Per i giovani che escono dall’adolescenza per entrare
in maniera consapevole e responsabile nell’età adulta, una riflessione sul
concetto di Nazione è opportuna nel contesto attuale della politica italiana,
in cui nazione e nazionalismo sono considerati valori della destra a cui
contrapporre da sinistra i principi della solidarietà tra i popoli e
dell’internazionalismo.
Se all’idea di nazione si accompagna
invece quella di libertà e quella di umanità, allora la si rende incompatibile
con i totalitarismi di destra e di sinistra. Chabod, storico di
tradizione laica e liberale, laureatosi nel 1923 con Salvemini, poi esponente
politico della Valle d’Aosta (di cui rivendicava l’italianità), aveva fatto la
resistenza con le formazioni di Giustizia e Libertà e vedeva la conquista della
democrazia come compimento del Risorgimento per nazione italiana, liberandone
quindi l’idea dalle distorsioni del fascismo che si basava sull’idea della
disuguaglianza tra i popoli, le razze, le religioni.
Nella traccia proposta agli
studenti, Chabod afferma che le nazioni sono
«gl’individui dell’umanità come i cittadini sono gl’individui della
nazione…Ora, l’umanità è ancora, essenzialmente, per il Mazzini, Europa: ed
infatti insistente e continuo è il suo pensare all’Europa, l’Europa giovane
che, succedendo alla vecchia Europa morente, l’Europa del Papato, dell’Impero,
della Monarchia e dell’Aristocrazia, sta per sorgere.»
I maturandi però non hanno accolto
con favore questa traccia: infatti solo il 4% dei candidati si è cimentato nell’analisi e
interpretazione del testo, mentre invece la maggioranza si è orientata sull’"Elogio
dell’attesa nell'era di WhatsApp", di Marco Belpoliti.
Si conferma così che da tempo i
social network sono diventati praticamente l’unico strumento di informazione e,
se va bene, di qualche conoscenza storica e politica; ma è anche il sintomo di
quanto poco la scuola sappia (o voglia?) valorizzare la nostra eredità
culturale attraverso lo studio della storia, con l’impegno che questo comporta
con l’aiuto dei manuali e magari di saggi storici come quello di Chabod da cui
questo scritto ha preso le mosse. Com’è noto, Gramsci scriveva nei Quaderni
dal carcere: “Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un
mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che
intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un
abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza. La partecipazione
di più larghe masse alla scuola media tende a rallentare la disciplina dello
studio, a domandare «facilitazioni”.
E della facilitazione la scuola italiana da anni ha fatto molto
uso a scapito del merito e della responsabilità nello studio delle singole
discipline, in particolare l’italiano e, appunto, la storia. Quest’ultima
dovrebbe acquistare un peso maggiore nel corso del curriculum scolastico e
diventare una prova importante in sede di esami di maturità, perché permette di
riscoprire i valori costitutivi di una società civile e politica, dalla
famiglia alla comunità nazionale o sovranazionale.
Coltivare infine la memoria storica delle vicende dei popoli,
delle nazioni, degli stati può essere il viatico per sentirsi, con passione e
razionalità, sia italiani che europei e per riprendere, dopo anni di crisi
economiche, pandemiche e belliche, il cammino iniziato negli anni del
Risorgimento verso la piena realizzazione della democrazia.
Sergio Casprini
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