Mai, né da
piccolo né da grande (e come me miliardi di bambini e di ex bambini), avevo
pensato ai Sette Nani come a persone affette da nanismo. Per me erano “mitici”
personaggi del “mondo incantato” delle fiabe, alla pari di Biancaneve,
Cenerentola, Cappuccetto Rosso, il Gatto con gli Stivali e Pinocchio. Ma ha
provveduto a farmelo realizzare – bel risultato, non c’è che dire – il
cretinismo dei “woke”, gli “svegliati” alla correttezza politica (capirai,
manco fossero reincarnazioni del Buddha). È andata così: la Disney stava
preparando una riedizione di “Biancaneve e i sette nani”, quando l’attore Peter
Dinklage (star del “Trono di Spade”), affetto da nanismo, si dichiarò stupito
perché avevano scelto per la protagonista un’attrice ispanica (bene), ma
c’erano ancora i sette nani (male). “Evidentemente i miei sforzi per portare
avanti i nostri diritti sono stati inutili". In cosa consistano questi
diritti al momento mi sfugge: forse quello di essere ignorati? Comunque, un
attore affetto da nanismo che recita con grande successo nella serie Il
Trono di Spade, ha di fatto impedito ad altri attori affetti da nanismo di
recitare nella nuova Biancaneve. Che infatti non sono per niente
contenti. Tra gli altri, Wee Man ha detto: “È una cosa brutta. Non sono
d’accordo. Perché quello che stanno facendo è praticamente sostituire i lavori
che le persone di bassa statura potrebbero avere. Biancaneve e i Sette Nani… è
per i nani”. Eppure la Disney sostiene di aver consultato “la comunità
delle persone affette da nanismo”.
Ma ormai la frittata sembra fatta. I sette celebri ometti sono stati silurati e
sostituiti con non meglio chiarite “creature magiche della foresta”. Anche il
Principe Azzurro è stato fatto fuori. Forse la sua grave colpa è quella di aver
dato a Biancaneve il famoso bacio… “non consensuale”.
Concludendo, la
situazione è chiara: sono gli “svegliati” che dovrebbero urgentemente
svegliarsi…
Giorgio
Ragazzini
(“Pensalibero”,
6 agosto 2023)
1 commento:
Una serie di considerazioni piuttosto stimolante, ovviamente non nel senso auspicato dal signor Ragazzini.
La cultura statunitense non è dunque più la quintessenza simbolica della libertà, varietà da esportazione? In nome di essa per decenni è stato tutto lecito, e chi osava controbattere si beccava di terrorista a reti unificate.
Scusate se ho la memoria lunga.
Possibile che nel 2023 una persona seria non abbia altro di cui interessarsi che non qualche filmetto in corso di realizzazione? Per chi il poco tempo lasciato libero dal lavoro e dalle incombenze domestiche lo trascorre leggendo buoni libri, il problema neppure si pone.
Volendosene occupare proprio, si potrebbe cominciare sottolineando al limite che l'informatica sta erodendo ovunque, cancellando letteralmente, posti di lavoro anche in quel settore: per interpretare i sette nani, di attori con quella caratteristica ne basta da anni uno soltanto.
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