lunedì 17 gennaio 2011

A PROPOSITO DI MADRI...

(da "TuttoscuolaFOCUS" n. 361)

Madri 'tigri' magari no, ma pecore è peggio

Ha fatto notizia il saggio della giurista americana di origine cinese Amy Chua, docente a Yale, pubblicato sul Wall Street Journal e intitolato “Inno di battaglia della madre tigre”.
Vi si sostiene che se si vuole ottenere risultati d’eccellenza nell’educazione dei figli occorrono una disciplina di ferro da parte dei genitori e la massima determinazione da parte dei figli nel conseguimento dell’obiettivo, per esempio quello di essere il migliore della classe, possibilmente in tutte le materie. Così, niente TV, palmari, messaggini, riunioni con amici, e molta capacità di sacrificio, applicazione negli studi, autodisciplina. Il tutto imposto ai figli in particolare dalla madre, che li segue più da vicino: una madre che deve comportarsi da ‘tigre’, sostiene Chua, se vuol fare davvero il loro interesse.
E’ sorprendente che la prof sino-americana sia riuscita a imporre tutto ciò a sua figlia, come scrive nel suo saggio, perché il contesto della scuola USA, e più in generale della società americana, non si presta certo a pratiche di questo genere. Può darsi – mancano notizie dettagliate in proposito – che la Chua si sia avvalsa di metodologie di insegnamento/apprendimento estremamente individualizzate come quelle dello homeschooling, abbastanza diffuso negli USA. Ma alle spalle delle scelte educative di questa ‘madre tigre’ si avverte una concezione della scuola e del ‘dovere’ tipica delle società e delle culture dell’estremo Oriente: quella che consente agli studenti cinesi e coreani di piazzarsi ai primi posti nelle indagini comparative IEA e OCSE-PISA.
Un modello difficilmente esportabile, perché affonda le sue radici in culture plurisecolari e in un senso del ‘dovere’ ormai sconosciuto nelle permissive e iperprotettive società consumistiche del mondo ‘occidentale’. Dove troppe madri ‘pecora’ (salvo diventare ‘iene’ con gli insegnanti se danno un brutto voto a propri figli ‘asini’) finiscono però per fare più danni delle madri ‘tigri’.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

questo è il terzo tentativo. l'ultimo.

Bambini, le polemiche sul metodo Shanghai

scritto da: Simone Fanti in Corriere della Sera

Le madri orientali migliori di quelle occidentali? Il Wall Street Journal scatena il dibattito. A dare il via alla polemica una professoressa di Yale di origine cinese che racconta come educa i propri figli. «Costrinsi la mia bambina a imparare a suonare un brano al pianoforte proibendole persino di mangiare. Lei capì che non ci si deve mai arrendere», scrive nel saggio Amy Chua, docente di legge alla Law School dell’Università di Yale.
Sul web immediatamente si è scatenato il dibattito. Ecco cosa prevede la ricetta di Chua:

1. Vietato qualsiasi strumento che non sia il piano o il violino. Altrettanto vietato è il non suonare uno strumento.

2. Inconcepibile non prende il massimo dei voti e non essere il primo della classe in ogni materia,tranne ginnastica e teatro.

3. Per quanto riguarda le attività extrascolastiche, il bambino non ha voce in capitolo: tocca alla madre scegliere per lui.

4. Vietato lamentarsi se il bambino riceve un diniego dalla madre.

5. La rigidità asiatica proibisce che i bambini partecipino alle recite scolastiche: troppa distrazione dai doveri.

6. Passare le ore davanti alla tv o ai videogiochi è da ritenersi assolutamente fuori questione.

7. Da evitare assolutamente gli sleepover, le nottate passate dagli amici tipiche dei preadolescenti

8. Banditi gli incontri tra bambini e genitori per i pomeriggi.

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Anonimo ha detto...

sesto tentativo: provo solo con il LINK