Ma è un dibattito fra Presidi e a loro riservato? Oppure è aperto ad altri? I signori Presidi o D.S. promuovono l'incontro a titolo personale, o anche a nome delle rispettive scuole?
Il dibattito è aperto a tutti e sono in corso di consegna gli inviti ai docenti e ai rappresentanti dei genitori e degli studenti. L'incontro è organizzato dal Gruppo di Firenze con la collaborazione dei dirigenti di ventidue istituti scolastici (quindi non c'è un'adesione della scuola in quanto tale). Faremo anche un comunicato stampa e invieremo l'invito anche ai frequentatori di questo blog. :-)
Anche un mio collega che ha partecipato al concorso ha visto copiare senza alcun problema e forse avrei copiato anch'io se avessi fatto il concorso. Ma dove vivete. Fai il tuo dovere e ti fottono. Io ai miei studenti non permetto certo di copiare ma nemmeno li biasimo se lo fanno. preferisco fare finta di nulla perché se gli insegnassi l'onestà li fregherei e li formerei come futuri fottuti. Presidi, politici, classe dirigente sono al loro posto per merito? Non prendiamoci in giro. Io il 9 non ci sarò. Se vi serve per sentirvi migliori...
Per PP: ma così gli insegni ad essere furbo e disonesto e che l'onesto soccombe di fronte ai meno preparati e più furbi. Moltiplica il tuo comportamento per N insegnanti e insieme state creando la nuova classe dirigente disonesta più di prima. Pensa alla frustrazione del ragazzo che orgoglioso vuole fare da solo e poi prende un voto inferiore a quello del compagno ignorante ma furbo. Pensa al ragazzo che viene promosso a fatica con la sufficienza e vede i compagni che non toccano libro promossi con altrettante facilità.. cosa farà l'anno successivo, continuerà a studiare con fatica o smetterà? (Queste sono tutte osservazioni che mi hanno fatto alcuni studenti.) Pensa al ragazzo di quinta che ha studiato tutto l'anno per prendere all'esame di Stato a fatica un 68 che poi viene superato dal furbo scopiazzatore che prende 80 perché all'esame gli insegnanti hanno lasciato tutti liberi di copiare (dicono "per aiutarli"), e che quando invierà il curriculum alle aziende avrà la concorrenza dei compagni somari ma col voto di diploma più alto.
"È un pamphlet di denuncia, sferzante e sempre puntuale, non solo del sistema scolastico, ma anche dell’intera società in cui viviamo, una società marcia, il cui potere è nelle mani di persone corrotte e senza scrupoli. Così il lettore si trova dinnanzi allo sfogo di un uomo giusto e onesto, che vive nell’illusoria speranza dell’avvento di una società diversa, in grado di ridare lustro all’istituzione scolastica, epurandola da tutti i suoi mali". Ed io rivendico il mio diritto a non avere piùsperanze. Si può?
Il successo economico della Germania e l'intransigenza con cui in quel paese Ministri, Primi Ministri, Presidenti vengono costretti alle dimissioni per irregolarità che in Italia sarebbero considerate irrilevanti, sono evidentemente collegati. Gianni Minati, a pagina 170 del volume “Esseri collettivi, sistemica fenomeni collettivi ed emergenza” sostiene che l'etica, intesa come insieme di regole scritte e non scritte che regolano il comportamento di un gruppo sociale (etica normativa), può essere considerata metaforicamente come un software, un software sociale! Da questo punto di vista il nostro software, quello del paese Italia, ha bisogno di grandi manutenzioni...forse a partire dal luogo in cui quel software si impara, la scuola! Quella italiana si distingue per la tolleranza della copiatura. Non che essa non venga contrastata dagli insegnanti, ma è accettata dagli studenti e fa parte della nostra memoria adolescenziale di italiani. Marcello Dei nel volume “Ragazzi si copia, a lezione di imbroglio nelle scuole italiane” ha documentato molto bene il collegamento tra i comportamenti socialmente accettati a scuola e quelli successivi degli adulti italiani. Come intervenire sulle micro-regole che governano il software sociale di una classe o di una scuola o del sistema scolastico (addirittura) in modo da fare emergere, nel lungo periodo, un'etica che porti ad apprezzare risultati ottenuti per merito e a penalizzare chi li ottiene per trasgressione?
Marcello Dei, indimenticato coautore (con Marzio Barbagli) di Le vestali della classe media (1969), libro cult del sessantotto scolastico italiano insieme a Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani (1967), torna alla ribalta con un nuovo libro pubblicato da il Mulino, Ragazzi, si copia, il cui sottotitolo – A lezione di imbroglio nelle scuole italiane – costituisce il filo conduttore dell’analisi svolta nel volume e della tesi in esso sostenuta: copiare a scuola è il primo passo verso la formazione di cattivi cittadini.
Se fin da piccoli si impara a imbrogliare, a non rispettare le regole, argomenta Dei, da grandi si sarà inclini a evadere le tasse, passare con il rosso, cercare raccomandazioni, saltare la fila agli sportelli, non allacciare la cintura di sicurezza.
Il volume è il frutto di due approfondite ricerche, realizzate tra il 2004 e il 2009, condotte la prima su campioni di studenti del triennio finale di scuola secondaria superiore, e la seconda su alunni del primo ciclo (scuola media e quinta elementare). A queste indagini di tipo quantitativo si affianca una serie di interviste in profondità sugli insegnanti.
La conclusione cui perviene il sociologo, sulla base dei dati rilevati, è netta: il fenomeno del copiare a scuola è in Italia tanto esteso quanto sottovalutato sia dagli insegnanti e dai dirigenti scolastici sia dai genitori, più preoccupati da altri problemi, come il bullismo o la droga. Ma mentre in altri Paesi, come gli USA, il cheating (che è diffuso non a scuola ma nei College) trova una leva nell’ideologia meritocratica, nel desiderio di primeggiare per iscriversi alle migliori università - ma è comunque condannato e combattuto - da noi il copiare è blandamente tollerato fin dalla scuola elementare, e finisce per minare alla radice il senso della legalità, fondamento del rispetto delle regole. Di qui l’appello di Dei a riconsiderare la rilevanza etico-politico-pedagogica della questione.
Per ora all’appello è pervenuta la convinta adesione del ‘Gruppo di Firenze’, nato qualche anno fa proprio per incoraggiare un maggiore impegno e serietà da parte di tutti gli attori impegnati nel processo formativo. A partire dagli insegnanti che ancora una volta svolgono un ruolo decisivo: non più nella chiave conservatrice e selettiva, da ‘vestali della classe media’, che li caratterizzava nel 1969, ma in quella fin troppo tollerante e permissiva, al limite dell’indifferenza morale, che a giudizio dell’autore molti di essi hanno finito per acquisire nei decenni successivi.
L'abitudine a copiare è ormai diventata una pratica accettata di buon grado da parte di quei docenti che hanno esaurito il loro compito e non credono più nella funzione educativa della scuola. D'altra parte, è veramente faticoso, per non dire rischioso, esercitare un sorveglianza attenta sui ragazzi che hanno affinato i loro metodi di copiatura negli anni ,a partire dalle elementari. Bisognerebbe convintamente imporre un sistema di regole interne nella scuola e farle rispettare in primis dal preside che spesso non vuole "grane nel suo locale"
L'incontro del 9 marzo c'è stato ed è risultato interessante, anche per gli interventi significativi di alcuni studenti. Un liceale del linguistico, per esempio, ha detto che l'anno scorso nella sua classe c'era un pessimo insegnante, che non faceva nulla e lasciava fare quasi tutto, ma allora godeva di una notevole popolarità tra gli allievi. Quest'anno gli è subentrata una docente molto severa (anche nelle valutazioni), ma molto brava e loro si sono resi conto che quel professore li aveva danneggiati sia sul piano della preparazione che su quello dell'etica (ha usato proprio questa parola). Uno studente di un istituto alberghiero ha ammesso di copiare: "Ma come si fa a non farlo, quando il docente permette di tenere aperto il libro e il cellulare (per andare sul internet) persino a chi sta nel primo banco sotto cattedra?"
Proprio oggi mio figlio che frequenta la quinta di un Liceo scientifico aveva una prova d'esame "la terza prova". Purtroppo nelle tre ore i professori non sono stati sempre presenti e tutta la classe ha copiato direttamente dal libro, altri si sono scambiati le risposte, e tutti hanno fatto quello che volevano all'oscuro dei professori. Mio figlio,e ne sono fiera, non riesce assolutamente essere così perchè ha un senso di serietà e giustizia normalissimo, come dovrebbe essere, ma per tutti gli altri è "fuori dal comune"! Comunque alla fine delle tre ore ha consegniato il suo compito e poi ha denunciato il fatto ai professori. I professori gli hanno detto che ha fatto il suo dovere e lui ha risposto che non è un suo dovere ma un senso di giustizia! Ma ora cosa succederà ??? Penso niente, come al solito, non si riuscirà mai a far capire che copiare e far fessi le persone un domani saranno loro a subire queste conseguenze e purtroppo anche noi!!!!
Sono amareggiata e preoccupata per questo, mentre mio figlio è sereno (meno male) ma è anche stanco delle ingiustizie, della non serietà di tutti e che i soliti furbi la passano sempre liscia. Ma in che mondo viviamo????
osservazioni: uno studente del linguistico ha detto ...., un altro dell'alberghiero ha detto .... nessuno dei 22 presidi organizzatori ha fatto un intervento da segnalare? nessuna conclusione? si è solo deplorato l'andazzo senza ricercarne cause e rimedi? oppure è mancato il riscontro mediatico?
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27 commenti:
ALCUNE DOMANDE .... PROVOCATORIE.
Ma è un dibattito fra Presidi e a loro riservato? Oppure è aperto ad altri?
I signori Presidi o D.S. promuovono l'incontro a titolo personale, o anche a nome delle rispettive scuole?
Il dibattito è aperto a tutti e sono in corso di consegna gli inviti ai docenti e ai rappresentanti dei genitori e degli studenti. L'incontro è organizzato dal Gruppo di Firenze con la collaborazione dei dirigenti di ventidue istituti scolastici (quindi non c'è un'adesione della scuola in quanto tale). Faremo anche un comunicato stampa e invieremo l'invito anche ai frequentatori di questo blog.
:-)
L'aspirante preside ha copiato il compito
Anche un mio collega che ha partecipato al concorso ha visto copiare senza alcun problema e forse avrei copiato anch'io se avessi fatto il concorso. Ma dove vivete. Fai il tuo dovere e ti fottono. Io ai miei studenti non permetto certo di copiare ma nemmeno li biasimo se lo fanno. preferisco fare finta di nulla perché se gli insegnassi l'onestà li fregherei e li formerei come futuri fottuti. Presidi, politici, classe dirigente sono al loro posto per merito? Non prendiamoci in giro. Io il 9 non ci sarò. Se vi serve per sentirvi migliori...
Per PP: ma così gli insegni ad essere furbo e disonesto e che l'onesto soccombe di fronte ai meno preparati e più furbi.
Moltiplica il tuo comportamento per N insegnanti e insieme state creando la nuova classe dirigente disonesta più di prima.
Pensa alla frustrazione del ragazzo che orgoglioso vuole fare da solo e poi prende un voto inferiore a quello del compagno ignorante ma furbo.
Pensa al ragazzo che viene promosso a fatica con la sufficienza e vede i compagni che non toccano libro promossi con altrettante facilità.. cosa farà l'anno successivo, continuerà a studiare con fatica o smetterà?
(Queste sono tutte osservazioni che mi hanno fatto alcuni studenti.)
Pensa al ragazzo di quinta che ha studiato tutto l'anno per prendere all'esame di Stato a fatica un 68 che poi viene superato dal furbo scopiazzatore che prende 80 perché all'esame gli insegnanti hanno lasciato tutti liberi di copiare (dicono "per aiutarli"), e che quando invierà il curriculum alle aziende avrà la concorrenza dei compagni somari ma col voto di diploma più alto.
segnalo:
Chiudete quelle squole
"È un pamphlet di denuncia, sferzante e sempre puntuale, non solo del sistema scolastico, ma anche dell’intera società in cui viviamo, una società marcia, il cui potere è nelle mani di persone corrotte e senza scrupoli. Così il lettore si trova dinnanzi allo sfogo di un uomo giusto e onesto, che vive nell’illusoria speranza dell’avvento di una società diversa, in grado di ridare lustro all’istituzione scolastica, epurandola da tutti i suoi mali".
Ed io rivendico il mio diritto a non avere piùsperanze. Si può?
la valutazione dei presidi e delle scuole
Il successo economico della Germania e l'intransigenza con cui in quel paese Ministri, Primi Ministri, Presidenti vengono costretti alle dimissioni per irregolarità che in Italia sarebbero considerate irrilevanti, sono evidentemente collegati.
Gianni Minati, a pagina 170 del volume “Esseri collettivi, sistemica fenomeni collettivi ed emergenza” sostiene che l'etica, intesa come insieme di regole scritte e non scritte che regolano il comportamento di un gruppo sociale (etica normativa), può essere considerata metaforicamente come un software, un software sociale!
Da questo punto di vista il nostro software, quello del paese Italia, ha bisogno di grandi manutenzioni...forse a partire dal luogo in cui quel software si impara, la scuola! Quella italiana si distingue per la tolleranza della copiatura. Non che essa non venga contrastata dagli insegnanti, ma è accettata dagli studenti e fa parte della nostra memoria adolescenziale di italiani.
Marcello Dei nel volume “Ragazzi si copia, a lezione di imbroglio nelle scuole italiane” ha documentato molto bene il collegamento tra i comportamenti socialmente accettati a scuola e quelli successivi degli adulti italiani.
Come intervenire sulle micro-regole che governano il software sociale di una classe o di una scuola o del sistema scolastico (addirittura) in modo da fare emergere, nel lungo periodo, un'etica che porti ad apprezzare risultati ottenuti per merito e a penalizzare chi li ottiene per trasgressione?
(22 Febbraio 2012)
Ragazzi, si copia. Come si fa diseducazione civica
Marcello Dei, indimenticato coautore (con Marzio Barbagli) di Le vestali della classe media (1969), libro cult del sessantotto scolastico italiano insieme a Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani (1967), torna alla ribalta con un nuovo libro pubblicato da il Mulino, Ragazzi, si copia, il cui sottotitolo – A lezione di imbroglio nelle scuole italiane – costituisce il filo conduttore dell’analisi svolta nel volume e della tesi in esso sostenuta: copiare a scuola è il primo passo verso la formazione di cattivi cittadini.
Se fin da piccoli si impara a imbrogliare, a non rispettare le regole, argomenta Dei, da grandi si sarà inclini a evadere le tasse, passare con il rosso, cercare raccomandazioni, saltare la fila agli sportelli, non allacciare la cintura di sicurezza.
Il volume è il frutto di due approfondite ricerche, realizzate tra il 2004 e il 2009, condotte la prima su campioni di studenti del triennio finale di scuola secondaria superiore, e la seconda su alunni del primo ciclo (scuola media e quinta elementare). A queste indagini di tipo quantitativo si affianca una serie di interviste in profondità sugli insegnanti.
La conclusione cui perviene il sociologo, sulla base dei dati rilevati, è netta: il fenomeno del copiare a scuola è in Italia tanto esteso quanto sottovalutato sia dagli insegnanti e dai dirigenti scolastici sia dai genitori, più preoccupati da altri problemi, come il bullismo o la droga. Ma mentre in altri Paesi, come gli USA, il cheating (che è diffuso non a scuola ma nei College) trova una leva nell’ideologia meritocratica, nel desiderio di primeggiare per iscriversi alle migliori università - ma è comunque condannato e combattuto - da noi il copiare è blandamente tollerato fin dalla scuola elementare, e finisce per minare alla radice il senso della legalità, fondamento del rispetto delle regole. Di qui l’appello di Dei a riconsiderare la rilevanza etico-politico-pedagogica della questione.
Per ora all’appello è pervenuta la convinta adesione del ‘Gruppo di Firenze’, nato qualche anno fa proprio per incoraggiare un maggiore impegno e serietà da parte di tutti gli attori impegnati nel processo formativo. A partire dagli insegnanti che ancora una volta svolgono un ruolo decisivo: non più nella chiave conservatrice e selettiva, da ‘vestali della classe media’, che li caratterizzava nel 1969, ma in quella fin troppo tollerante e permissiva, al limite dell’indifferenza morale, che a giudizio dell’autore molti di essi hanno finito per acquisire nei decenni successivi.
TuttoscuolaFOCUS - domenica 11 marzo 2012
http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=27804
Ringraziamo VP per la segnalazione.
L'abitudine a copiare è ormai diventata una pratica accettata di buon grado da parte di quei docenti che hanno esaurito il loro compito e non credono più nella funzione educativa della scuola. D'altra parte, è veramente faticoso, per non dire rischioso, esercitare un sorveglianza attenta sui ragazzi che hanno affinato i loro metodi di copiatura negli anni ,a partire dalle elementari. Bisognerebbe convintamente imporre un sistema di regole interne nella scuola e farle rispettare in primis dal preside che spesso non vuole "grane nel suo locale"
ma l'incontro-dibattito sul libro "ragazzi si copia" c'è poi stato il 9 marzo u.s.?
L'incontro del 9 marzo c'è stato ed è risultato interessante, anche per gli interventi significativi di alcuni studenti. Un liceale del linguistico, per esempio, ha detto che l'anno scorso nella sua classe c'era un pessimo insegnante, che non faceva nulla e lasciava fare quasi tutto, ma allora godeva di una notevole popolarità tra gli allievi. Quest'anno gli è subentrata una docente molto severa (anche nelle valutazioni), ma molto brava e loro si sono resi conto che quel professore li aveva danneggiati sia sul piano della preparazione che su quello dell'etica (ha usato proprio questa parola).
Uno studente di un istituto alberghiero ha ammesso di copiare: "Ma come si fa a non farlo, quando il docente permette di tenere aperto il libro e il cellulare (per andare sul internet) persino a chi sta nel primo banco sotto cattedra?"
Sfogo di mamma !!!!
Proprio oggi mio figlio che frequenta la quinta di un Liceo scientifico aveva una prova d'esame "la terza prova".
Purtroppo nelle tre ore i professori non sono stati sempre presenti e tutta la classe ha copiato direttamente dal libro, altri si sono scambiati le risposte, e tutti hanno fatto quello che volevano all'oscuro dei professori. Mio figlio,e ne sono fiera, non riesce assolutamente essere così perchè ha un senso di serietà e giustizia normalissimo, come dovrebbe essere, ma per tutti gli altri è "fuori dal comune"! Comunque alla fine delle tre ore ha consegniato il suo compito e poi ha denunciato il fatto ai professori.
I professori gli hanno detto che ha fatto il suo dovere e lui ha risposto che non è un suo dovere ma un senso di giustizia!
Ma ora cosa succederà ???
Penso niente, come al solito, non si riuscirà mai a far capire che copiare e far fessi le persone un domani saranno loro a subire queste conseguenze e purtroppo anche noi!!!!
Sono amareggiata e preoccupata per questo, mentre mio figlio è sereno (meno male) ma è anche stanco delle ingiustizie, della non serietà di tutti e che i soliti furbi la passano sempre liscia.
Ma in che mondo viviamo????
Le nostre forze sono modeste, ma continueremo a lavorare contro questo andazzo inqualificabile.
osservazioni: uno studente del linguistico ha detto ...., un altro dell'alberghiero ha detto ....
nessuno dei 22 presidi organizzatori ha fatto un intervento da segnalare? nessuna conclusione? si è solo deplorato l'andazzo senza ricercarne cause e rimedi? oppure è mancato il riscontro mediatico?
Esiste nella scuola la questione morale?
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