giovedì 28 giugno 2012

LETTERA DI UN PRESIDE AGLI STUDENTI CHE HANNO COPIATO

Cari studenti,
prima dell’inizio di questi esami di Stato avevamo sperato che il Ministro intervenisse per richiamare tutti – insegnanti e candidati - al rispetto delle regole. Dovrebbe essere, questo, il primo compito della scuola: contribuire a farvi diventare cittadini consapevoli e dotati di sensibilità e responsabilità sociale. Continua a leggere. 

39 commenti:

Michela Tartaglia ha detto...

Grazie al Preside per le sue parole forti e sicure, e anche un po' tristi: mi ci ritrovo e mi rivedo, col mio rigore finale, dopo aver dato ai miei alunni tutto quello che sapevo, con competenza e passione.
Quante proteste, recriminazioni immediate, sull'onda dei risultati finali. Ma, alla lunga, la bella soddisfazione di incontrare ex alunni, adulti e padri-madri di famiglia che mi affidavano con rispetto e fiducia i loro figli, perché avessero la stessa cultura e gli stessi valori che un tempo avevo inculcato giorno per giorno a loro.
Che altro di meglio, per una conclusione di "non-carriera"?

Edoardo ha detto...

D'accordissimo, ma c'è una cosa su cui Vagnoli sorvola e non va invece ignorata affatto: i furbi dirigenti sindacalizzati del Nulla che permettono o premono per l'aiutino dei docenti, i quali non vedono l'ora di accontentarli e servirli perchè più promossi, più prestigio alla scuola e a loro stessi, meno grane con genitori e teste d'uovo 'democratiche', ed anche meno problemi per tutti ecc. ecc. Non sono forse i licei classici classisti ad essere i più bravi ed i professionali declassificati ad incarnare gli eterni somari, ignorati per principio dai mass media durante gli esami di stato? Ipocrisia, specchio delle brame di fattucchiere alla Wanna Marchi e di maghi Otelma. A loro spetterà il riconoscimento, anche economico, di insegnanti e dirigenti particolarmente 'meritevoli' (vastissimo e il concetto...).

rossana ha detto...

Lottiamo tutti per il Risorgimento intellettuale dell'Italia!!!!

Papik.f ha detto...

Bella lettera, la condivido pienamente. L'eventuale rinascita dell'Italia passa necessariamente per un recupero di serietà su aspetti come questo. Queste sono le parole di un vero "tecnico" che si preoccupa del buon funzionamento dell'Istituzione alla quale collabora. Mentre altri "tecnici" assurti a più alti livelli si dimostrano più demagoghi dei peggiori politici.

Enrico D ha detto...

Via Profumo! Vagnoli Ministro della Pubblica Istruzione!

Laura ha detto...

Grazie, con commozione.

VV ha detto...

A Edoardo rispondo ricordandogli che molte volte siamo intervenuti per stigmatizzare il comportamento di quei dirigenti che al rispetto delle regole antepongono l'amore per il quieto vivere. Questa mia lettera vuole avere un carattere generale ma coinvolge, naturalmente, tutti coloro che nella scuola trasgrediscono il mandato costituzionale, a partire dai dirigenti che hanno maggiori responsabilità se vengono meno al loro dovere di sorvegliare e di far rispettare la loro e le altre deontologie professionali. Soprattutto in occasione degli esami.

Renzo Venturi ha detto...

Belle Parole! ma c'è qualcuno che almeno provi a proporre che le commissioni per l'esame di stato vengano formate esclusivamente da docenti esterni? e non mi dite che andremmo a spendere di più, perché il costo sarebbe lo stesso.

Rosa ha detto...

Nessuno parla del fatto che il Ministro ha difeso la scelta di prove impegnative come la versione di Aristotele al Classico.R.SAlomone parla invece di disallineamento con ciò che ora si fa in classe e disapprova una scelta così impegnativa.Mi dispiace. sono daccordo col Ministro il quale per fortuna non pensa solo ai professionali come sembrano fare alcuni presidi.Ai ragazzi migliori si richiede autonomia di giudizio e non la mera ripetizione di quanto fatto in classe.Per quanto riguarda il copiare ,se i miei ragazzi riuscissero a copiare ed assemblare bene avremmo fatto un bel passo avanti. Insegno lettere in un Professionale.

GR ha detto...

Se il Ministro se ne infischia che nelle "prove impegnative" si copi e si lasci copiare, che le fa impegnative a fare?
Mi scuserà poi la collega Rosa, ma la storiella che è già qualcosa saper copiare bene la sento riproporre da decenni e serve solo a nascondere un'invincibile allergia al rispetto rigoroso delle regole, che molti sentono ancora in contrasto con la propria anima bella e democratica.Se un ministro delle finanze si fosse rivolto ai contribuenti come Profumo agli studenti, dicendo "La mia cultura non è poliziesca, niente controlli inquisitori, sono certo che tutti sono convinti che pagare le tasse è giusto", ci sarebbe stata giustamente una sollevazione. E' puro delirio buonista.

Anonimo ha detto...

Danilo
D'accordo con GR. E poi mi sembra di ricordare che il ministro tempo fa aveva svalutato il lavoro di traduzione dicendo che una traduzione si può anche scaricare da internet. Ora invece difende la scelta di quella versione di greco dell'esame di stato dicendo che se gli studenti si fossero esercitati di più nella traduzione la versione non sarebbe stata così difficile (è su Repubblica di qualche giorno fa).
Il ministro si decida ...

VV ha detto...

Rosa scrive che se i suoi studenti riuscissero a copiare sarebbe già un ottimo risultato. Conferma, pertanto, la necessità di non far assolutamente copiare, perché se concedessimo loro la possibilità di farlo non svilupperebbero alcuna competenza, almeno sul piano del problem solving all'italiana. In realtà con questa sua affermazione Rosa conferma quanto sia urgente occuparsi dei professionali che accolgono studenti particolari e talvolta particolarmente impreparati. Forse vale proprio la pena di approfondirne i problemi e approfondire il fatto che, malgrado otto anni di scuola alle spalle, vi siano ogni anno decine di migliaia di studenti privi delle più elementari conoscenze di base e privi di qualsiasi regola che possa alla fine definirli almeno scolarizzati.
Se si pensa di risolvere questa DRAMMATICA situazione della scuola italiana con la demagogia delle "nuove" strategie formative si perde tempo e si sperperano solo molti quattrini.

Anonimo ha detto...

Lidia ha detto...
VV si lamenta della scarsa scolarizzazione e della carenza delle più elementari conoscenze negli alunni. Ci sono voluti molti anni per ridurre la scuola italiana in condizioni pessime: precisamente quarantaquattro, dal sessantotto in poi. Come rimediare? La soluzione è tanto semplice nella logica quanto complessa nel realizzarla visti i tentativi di far restare nello status quo e anzi di peggiorare la situazione.
Scuola dell'obbligo fino ai quattordici anni. Ritorno alla possibilità di poter scegliere l'avviamento professionale dopo l'obbligo scolastico. Bocciatura se non si raggiungono gli obiettivi. Esami di riparazione per scuola media inferiore e superiore. Raggiungimento della licenza, diploma e laurea reso più difficoltoso (l'abolizione del valore legale del titolo di studio invece collaborerebbe alla distruzione di quanto resta di buono nella scuola). Sospensione in caso di comportamento scorretto anche fino alla fine dell'anno compresi l'essere presi in fallo mentre si copia. Denuncia e processo con risarcimento in caso di danni.Scuole speciali dipendenti dal Ministero della Sanità per i portatori di handicap (negli stati esteri funzionano alla grande). Scuole attrezzate e funzionali. Insegnanti e dirigenti scelti per competenza e conoscenza.
In tal modo studenti e operatori scolastici potrebbero vivere tranquilli e avere ciò che meritano di buono o di cattivo.
Facile no???
Nei paesi asiatici non scherzano in quanto a merito e serietà. Perchè qui si fanno tante storie e addirittura si propone l'abolizione del titolo di studio come panacea?

paniscus ha detto...

Ho già scritto un commento molto simile in un altro thread di questo stesso blog, ma mi permetto di ripetermi: attribuire le "colpe" della degenerazione della scuola a pressioni ideologiche,e in particolare all'ideologia del Sessantotto, mi sembra quanto di più miope e ottuso si possa immaginare.

Far finta di non vedere quanto sia cambiata tutta la società nel fratempo, l'economia, il lavoro, la tecnologia, il giornalismo, la comunicazione, gli spettacoli, il turismo, il commercio, la pubblicità e tutto il resto, in questi 44 anni intercorrenti, e ostinarsi a dire che sia successo tutto a causa della contestazione sessantottina mirata esplicitamente alla scuola e al sistema educativo, mi pare che rasenti il ridicolo.

E faccio presente che nel 1968 non era nemmeno nata, e che quindi non ho alcuna ragione affettiva per mitizzarlo, eh.

Lisa

Michela Tartaglia ha detto...

Invece di trovare il bandolo di una matassa ingarbugliata, non sarebbe il caso di raccogliere teste e voci per impedire che tutto continui, ora sì alla luce del sole? Nessuno più ignora che si copia sempre e dovunque, gli esami sono agli sgoccioli, ma in classe è un inferno riuscire a tenere l'attenzione della classe per marchingegni tecnologici cui gli alunni non rinunciano mai. Poi li useranno nelle selezioni e nei concorsi.
A scuola, nella scuola pubblica, da cui ci stanno cacciando per la vera funzione di docenti usandoci per quella di badanti distratti, bisogna proibirne l'uso di fatto, non bastano leggi e intemerate.
Poi se la colpa è o no del Sessantotto, ormai che importa?

VV ha detto...

A Lidia vorrei ricordare quello che ho altre volte espresso; e cioè che l'abolizione del valore legale del titolo di studio mi sembra una occasione per poter ridare dignità alla formazione degli studenti e alla scuola. Se anche il mondo del lavoro e delle professioni cominciasse a guardare sempre più alle reali competenze degli studenti anziché al titolo di studio che le certifica spesso solo sul piano formale, forse avremmo maggiore attenzione da parte delle scuole affinché si possa garantire un reale qualità dell'insegnamento anziché l'assicurazione indiscriminata del successo formativo. Purtroppo anche molte famiglie sono solo attaccate al " pezzo di carta", soprattutto se porta la dicitura di Liceo vattelappesca, e poco si curano della reale preparazione dei loro figli. Quando lo fanno e magari trovano pecche da parte della scuola, questa diventa graniticamente un fortino a difesa di chi è responsabile di tali pecche e la salvaguardia del posto di lavoro rende impossibile qualsiasi misura che possa assicurare, soprattutto ai ragazzi che non possono contare su famiglie con trascorsi scolastici elevati, una preparazione degna di questo nome. Purtroppo abbiamo abituato l'utenza ad accontentarsi del successo scolastico ma non della qualità della scuola: purché si promuova, i dirigenti e i docenti non hanno alcun problema. I problemi, casomai, li hanno quei docenti che lavorano con una deontologia riconoscibile e per niente affidata al quieto vivere e al tirare a campare che nella scuola esiste e per contrastarlo si può far ben poco.

Anonimo ha detto...

Per Lisa, Michele Tartaglia, Vv.
Il sessantotto è stato più di un periodo di contestazione. Si è formata una ideologia che poi è degenarata ancor di più nel settantotto, quella del tutti promossi per la scuola e tutti assunti nella pubblica amministrazione per raccomandazione e del garantismo a tutti i costi che ha portato con varie leggi e leggine a buttare fuori dal carcere con la scusa della riabilitazione fior di delinquenti comuni, mafiosi e colletti bianchi fino al porcile in tempi attuali.
Il sessantotto, che doveva essere la primavera di una nuova vita, si è rivelata una grande truffa nelle mani di piccoli e grandi borghesi (Pasolini insegna).
Quindi per il sessantotto non mi riferivo solo alla scuola, ma al veleno diffuso di cui siamo intossicati attualmente che copre diversi campi se non tutti: sociale, politico, educativo.
Se non capiamo questo non possiamo liberarci del male e far tesoro del poco di buono che aveva questa ideologia.
Riguardo al togliere la validità al titolo di studio lo sapete come finirà?
Attualmente gli alunni hanno un po' di paura e ci tengono alla promozione. Togliamo la validità e gli insegnanti (come è successo per il voto di condotta e per l'ordine "tutti promossi") saranno ridotti a badanti bistrattati, poveri cristi ferocemente bullizzati più di adesso e il MERITO e l'onestà resteranno delle chimere.
Nella mia scuola negli ultimi anni si sono avuti dei cambiamenti in positivo fra alunni e famiglie perchè si è ritornato prepotemente alla sospensione e alla bocciatura. E' finito il bullismo. In passato con le chiacchiere e le buone parole otternevamo di farci prendere in giro e basta. Io parlo per esperienza e le mie non sono tesi prese per caso.
Ci volete togliere questo, dopo aver tolto per anni il voto di condotta, le riparazioni a settembre, il diritto ad avere una scuola attrezzata ed altro ancora?
E poi lasciando tutto all'anarchia (anche per il valore dei titoli di studio) cosa ci sarà di buono? Nasceranno agenzie private di certificazione pagate fior di quattrini al posto dello stato che adesso fa questo lavoro gratis.
Rendendo invece difficile l'acquisizione del titolo di studio (al posto dei titoli-barzelletta attuali dovute a leggi sull'autonomia che conteggia i finanziamenti col numero degli studenti e fa calare le braghe a insegnanti e dirigenti) si sanerà e si otterrà quello che tutti vogliamo, cioè serietà, merito e preparazione.
Non è con i corsi di recupero, il togliere il voto di condotta, obbligare gli istituti ad avere finanziamenti sulla base del numero alunni,il togliere valore ai titoli di studio che si avranno vantaggi ed esiti positivi. Tuttaltro.
Mi meraviglio di quanti qui nel blog sostengono il merito e invece di pretendere acquisizione dei titoli di studio più difficili invece li vuole togliere di mezzo.
Che tristezza!
Sono scoraggiata!

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...
Io SOSTENGO CIò CHE HO DETTO PER ESPERIENZA!

Anonimo ha detto...

lIDIA HA SCRITTO..

Quanto sarà il tempo in cui IN TUTTI I MINISTERI e governi e dirigenze si avrà più pragmatismo piuttosto che ideologie fideistiche?

VV ha detto...

Il mio essere a favore dell'abolizione del valore legale dei titoli di studio è finalizzato proprio a rendere più serie le scuole. Va da sé, ovviamente,che una scuola debba essere seria e che debba far rispettare le regole ma tutto ciò non è assolutamente in conflitto con quanto auspico a proposito della necessità di abolire il valore legale del diploma e di certe laureee. VV

Anonimo ha detto...

Lidia ha detto...
Gentile VV se si toglie all'alunno lo scopo di farsi promuovere nel breve periodo e di ottenere un titolo (es licenza media, diploma) una scuola non ha le credenziali per avere il rispetto che merita: l'utenza glielo nega. Se si punta tutto sull'apprendere competenze, abilità e contenuti per il futuro dimenticandosi del presente si fa un buco nell'acqua. Se la promozione non conta più nel breve periodo i volenterosi smetteranno di impegnarsi perchè TANTO SI VA AVANTI TUTTI LO STESSO, si copia, ci si comporta male tanto poi solo i raccomandati verranno assunti e non i più bravi e se non vi è il titolo di studio valido tutto risulta più facile.Quindi aumenterà il non rispetto delle regole, il non studio.
In passato si voleva fare buona scuola con il sei politico e con l'abolizione del voto di condotta.
Adesso si parla di abolizione del valore del titolo di studio. Quante volte dovremo ripetere lo stesso fallimentare copione?
Ho l'impressione di non parlare con insegnanti ma con chi la scuola non la vive e non ne sa nulla delle dinamiche sociologiche e psicologiche oltre che didattiche interne. Pedagogisti, sociologi, politici...ma che ne sanno loro di scuola vissuta? Ci fanno i loro bei corsi a euro 80 o oltre...ma con quale diritto visto lo sfascio provocato dalle loro belle soluzioni?
Grazie per avermi dato l'opportunità di sfogarmi.

Anonimo ha detto...

Lidia ha detto...
la soluzione che deriva dalle esperienze mie e di tanti miei colleghi insegnanti (discussa fra noi tante volte) è quella di rendere più meritocratica la procedura per avere un titolo di studio per ottenere motivazione, impegno e serietà al fine di avere una scuola che dà reali competenze, conoscenze e abilità. Insieme a questo dei programmi ministeriali chiari insieme ad un elenco di competenze e di abilità definite oggettivamente per poter passare di livello sia nelle discipline pratiche che teoriche. Utilissimo il lavoro di controllo degli ispettori scolastici sull'operato di alunni e scuole. Anche la riparazione a settembre è utilissima per colmare le lacune di non studio avute durante l'anno. Quindi non abolizione del valore del titolo di studio bensì difficoltà ad averne uno se non per merito.
I mandarini cinesi del passato "docet".
Quindi non "anarchia" ma controllo e regolamentazione.
Una buona notte

Anonimo ha detto...

Lidia ha detto...
Ah! Dimenticavo! Anche una buona estetica (intesa come scuole belle e confortevoli sullo stile tedesco, svizzero o americano) contribuisce tanto quanto bravi professori ad educare un alunno alla serietà e al comportamento civile, onesto e...chi rompe paga il doppio e chi copia viene espulso!

Non è meglio battersi per avere una buona edilizia scolastica e una scuola che dà i titoli solo con metodi meritocratici, e non sessantottini del sei politico, e lasciare perdere tutto il resto?


Così penso.

GR ha detto...

La possibilità di abolire il valore legale dei titoli di studio si scontra con serie difficoltà e va studiata molto bene, per capire quale tipo di dinamiche ne scaturirebbero. Mi pare più praticabile per i titoli universitari, mentre per la scuola penso che sia prioritaria una bonifica etico-deontologica a suon di rispetto della legge. Ma è un argomento che si presta a semplificazioni e non si può trattar troppom in breve.

Anonimo ha detto...

Se provo ad immaginare la situazione nel mio ufficio pubblico ipotizzando che esca un concorso adesso succede questo:
a) se viene mantenuto il valore legale della laurea vince il concorso una mia collega assunta contemporaneamente a me, TOTALMENTE DEFICIENTE e INCAPACE, che però ha la laurea in giurisprudenza, un master in vattelapesca, l'abilitazione come avvocato e numerosi corsi in materie giuridiche conseguiti tutti studiando a pappagallo senza capirci assolutamente un'acca e quindi la tizia somma assieme non so più quanti punti e viene sparata dritta al primo posto in graduatoria. Poi nella vita è una idiota totale che non sa fare manco 2+2, ve lo garantisco.
la sottoscritta finisce l'ultima della graduatoria perché con una misera laurea triennale e la stessa anzianità di servizio ha un punteggio irrisorio.
b) se viene abolito il valore legale la sottoscritta ha qualche chance di riuscire a fare meglio della collega pluridecorata di titoli di carta perchè potrei riuscire a totalizzare un voto più alto nelle prove scritte e orali.
Mariposa

Anonimo ha detto...

Gentile Mariposa,

non metto in dubbio che la sua collega sia plurititolata e incompetente. Tuttavia i meno titolati non sono necessariamente più bravi (come nel suo caso).
Ci sono molti non titolati e incompetenti pure! E la mia esperienza mi dice che questi ultimi sono più numerosi dei titolati incompetente (che, MEDIAMENTE, un po' di sale in zucca l'hanno se non altro per aver studiato molto prima di lavorare). O crede che non esista gente che NON ha studiato (o ha meno titoli) e in più è inadeguata esattamente come la sua collega?
Dario

Anonimo ha detto...

Statisticamente fra i non titolati le percentuali di incompetenti aumenta vertiginosamente...

Anonimo ha detto...

Gli aiuti di Barnard e della Levi Montalcini al pari di molti docenti e manager americani non sarebbero d'accordo.
Maria

paniscus ha detto...

Caro VV,

la tesi secondo cui "l'abolizione del valore legale del titolo di studio risolverebbe i problemi del degrado della scuola" sarebbe plausibile se fosse valida un'ipotesi buona per qualche decennio fa, che adesso non è più realistica:

ovvero, l'idea che se solo scomparisse il miraggio del "pezzo di carta", allora i demotivati assoluti, i bulli, i nullafacenti, i disinteressati e le capre, quelli che vengono a scuola solo perché socialmente obbligati e che rendono impossibile il lavoro agli altri, a scuola non ci verrebbero più.

Quando invece non è vero: ci verrebbero lo stesso, esattamente come prima, perché i genitori ce li mandano, o perché altrimenti non saprebbero che altro fare, o perché andare a lavorare farebbe molta più fatica...

...o anche solo perché in tal modo potrebbero godersi liberamente la scuola come luogo franco dove si viene per fare baldoria e si può fare tutto quello che si vuole, senza rischiare nulla di grave.

Non è una questione di "valore legale", è una questione di valore
sociale e simbolico.

Un po' la stessa cosa che è successa con i rituali religiosi e con i sacramenti: avete presente tutti quei milioni di famiglie che non sono affatto religiose, ma che il figlio comunicato e cresimato lo vogliono lo stesso, altrimenti socialmente non sta bene? Eppure il "valore legale" della cresima non c'è mai stato, no? Bene, il diploma viene visto più o meno allo stesso modo.

Che ci piaccia o no, esistono un sacco di famiglie alle quali non importa nulla dell'apprendimento, né della cultura, ma NEMMENO del valore legale del titolo... ma da qualche parte il figliolo fino a 20 anni lo devono pur parcheggiare, perché socialmente si usa così. O perché altrimenti avrebbero paura di essere loro, come genitori, a farci la figura disonorevole di "quelli che hanno il figlio mezzo scemo che non è riuscito nemmeno afinire la scuola".

Quel genere di studenti e di famiglie, che attualmente vedono la scuola solo come un'odiosa vessazione necessaria per prendere il diploma (che secondo loro non vale nulla, ma è socialmente necessario)... almeno attribuiscono un minimo di valore deterrente alla prospettiva che "se esageri davvero, finisce che il diploma non te lo prendi".

Nel momento in cui non ci fosse più nemmeno quella, si farebbero immediatamente forti del fatto di non avere niente da perdere, e verrebbero a scuola lo stesso, solo per rendere ancora più ingestibile la maggior parte delle classi VERE della scuola VERA italiana.

saluti
Lisa

Anonimo ha detto...

Elena 1962
Bellissime parole quelle del Preside,ma ...olte a non copiare, a docenti seri e responsabili ci vorrebbero anche regole rigide e vincolanti. spiegatemi come mai nella classe di mio figlio che ha appena concluso la maturità persone ammesse con una, due, tre insufficienze son stati promossi con 70 e 80, eguagliando chi aveva un bel numero di crediti e aveva studiato seriamente per cinque anni?

Anonimo ha detto...

a questo proposito vale la pena di leggere un articolo di Pacchiano sull' ultimo Sette del Corriere della sera.

Alberto Moreni ha detto...

Concordo pienamente con quanto scrive Valerio Vagnoli nella "LETTERA DI UN PRESIDE AGLI STUDENTI CHE HANNO COPIATO". La lettera dovrebbe essere portata all'attenzione anche dei troppi che in occasione di prove di verifica (test INVALSI compresi), prove d'esame, prove di concorso tollerano o favoriscono comportamenti scorretti e gravemente dannosi. Alberto Moreni

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