venerdì 28 settembre 2012
CON LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO LA SCUOLA PERDE CREDIBILITÀ
C'è da chiedersi come mai la notizia della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha riabilitato una studentessa sorpresa a copiare all'esame non abbia finora suscitato alcuna eco. Lo si considera un peccato veniale? C'entrerà la diffusa indulgenza verso i giovani? Si ignora il nesso tra scuola di oggi e societa di domani? Tanto più meritoriamente, comunque, Giovanni Belardelli la riprende con un articolo sulla prima pagina del "Corriere della Sera", sintetizzando molto bene il problema e le sue implicazioni. Tra le quali la possibilità che cresca il numero dei docenti che, vedendo uno studente copiare, preferiscono "girarsi prudentemente dall'altra parte". Leggi.
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5 commenti:
er giudizio è sceso a precipizio
pe' corpa de li giudici sovrani.
E' inutile cercare li giganti
a fa' giustizia ce stanno solo nani
se poi te vo' leva' lo sfizio
ascorta quer che dicono i passanti
qui tutti ce trattan da cretini
e poveretti li nostri ragazzini.
Michele Marsonet ha scritto sul suo blog: http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=35441
Mistificazione di ruoli con esproprio continuo della funzione docente
di Elio Fragassi - 30/09/2012
Pur essendo, ormai, in pensione sono rimasto negativamente colpito dalla sentenza del Consiglio di Stato la quale ha stabilito che copiare non è più reato perché l’esame porta con sé “ansia”.
L’attuale mistificazione di ruoli nella società ha generato questa ennesima espropriazione della funzione docente da parte di un organo che nulla a che fare con pedagogia, scuola e educazione. Platone (427-347 a. C.) La Repubblica. “E avviene . . . che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia”.
Nel 2001, quando ero ancora in servizio, in una mia riflessione sulla funzione docente si leggeva:”Gli insegnanti si sentono succubi di un potere che li ha prima espropriati della funzione formativa e poi delegittimati nel loro operare trasformandoli in Golem tuttofare attribuendo loro, comunque, qualità taumaturgiche con le quali risolvere ogni problema del sociale. Ne discende che gli insegnanti sono i soggetti più frustrati perché costretti, continuamente, ad operare ipocrite scelte tra diverse falsità”.
Nel 2008 la Corte di Cassazione sentenziava che minacciare di bocciatura uno studente è reato perché “l’ingiusta prospettazione di una bocciatura rappresenta una delle peggiori evenienze” sanzionando il comportamento del docente perché “idoneo a generare forti timori, incidendo sulla libertà morale” degli studenti.
Nel 2012 il Consiglio di Stato stabilisce che chi copia non va punito perché la prova d’esame crea uno “stato d’ansia”.
Viene da pensare che chi sostenga ciò non ha mai affrontato esami perché ciò è nella natura umana e se la scuola, oltre le conoscenze disciplinari, deve insegnare ad attraversare la vita ben vengano queste situazioni ansiogene perché il loro superamento rafforza l’autostima e fa maturare lo studente nella consapevolezza di sé. Quando i codici morali sono sostituiti da codici materiali e investono il mondo della scuola che è il luogo della formazione delle future generazioni dove s’impara a vivere assieme, s’impara il rispetto reciproco ed il rispetto delle regole, significa che si sta formando una società di furbi somari e prepotenti e di onesti falliti e frustrati.
Proprio in questo periodo le cronache testimoniano, quotidianamente, situazioni di questa natura.
Elio Fragassi
http://www.webalice.it/eliofragassi
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=39967&action=view&c
Ho appreso dalla trasmissione di Radio24 che i genitori della ragazza sono entrambi insegnanti. Chissà perché, non ne sono poi così sorpreso.
Sono genitori-insegnanti speculari ai nostri tanti colleghi insegnanti che ritengono inesistente o veniale il problema delle copiature.
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