giovedì 25 ottobre 2012

VERSO LA DISFATTA IL GOLPE SULL'ORARIO. RESTANO IL MINISTRO E I PREGIUDIZI SUGLI INSEGNANTI

Dunque, grazie a tutti gli insegnanti che non si sono limitati a indignarsi, l’aumento di orario non è passato (salvo improbabili colpi di coda). Resta in carica il Ministro, pur avendo deciso o avallato un provvedimento senza precedenti e di macroscopica iniquità, che ora è costretto a rimangiarsi. Invece si comporta come se avesse cambiato solo un punto e virgola: l’importante è “che i saldi restino invariati”. Ma intanto una fetta del paese ha di certo pensato: “Lo dicevo io che lavorano poco”. Per il futuro sarà bene non accontentarsi della fase difensiva, come dicono i cronisti del calcio, ma decidersi a fare anche i play-maker e gli attaccanti, ovvero essere in grado di fare proposte - per esempio sull'aggiornamento e sulla valutazione - fondate sulla realtà della scuola, senza aspettare che certi "esperti" impongano le loro letali terapie. 
Il servizio su "La Stampa".

45 commenti:

Giorgio Ragazzini ha detto...

A riprova della necessità di un'offensiva sul piano della rappresentazione mentale dell'insegnamento, la Tecnica della scuola riprende il sondaggio Ipsos presentato a Ballarò sul largo consenso esistente sull'aumento di orario. E' evidente che continuando a seguire il principio "quaeta non movère" sarebbe autolesionistico, esattamente come essere più realisti del re, come spesso la Cgil negli anni scorsi.

Maurizio ha detto...

La TECNICA DELLA SCUOLA <>
Vi siete mai chiesti, tanto per fare un esempio legato al pubblico impiego, quanto lavora un chirurgo, un poliziotto, un commissario, un medico.....?

Papik.f ha detto...

Gentile Maurizio,
io personalmente, ad esempio, non me lo sono mai chiesto. Ritengo infatti che ogni categoria abbia le sue condizioni contrattuali, nate da contrattazioni svolte con chi rappresenta i diritti delle categorie stesse, e che non spetti a me andare a metterci becco.
Spetterebbe a me, invece, e a tutti gli altri cittadini, esigere che i SINGOLI appartenenti a queste e altre categorie vengano perseguiti e licenziati se non fanno il loro dovere anche non rispettando le condizioni suddette. Come spetta a me, in quanto persona che cerca di essere corretta e onesta nelle sue valutazioni, non generalizzare a categorie intere l'eventuale cattivo comportamento di singoli appartenenti alle categorie stesse.
Per quanto riguarda gli insegnanti, chissà perché, molti si ritengono invece in diritto di dare giudizi su questioni che non conoscono e di generalizzare, come fa un po' anche lei ("vi siete mai chiesti ...") e questo, mi perdoni, ma lo trovo veramente insopportabile.
Anch'io le faccio una domanda: ma lei, si è mai chiesto quanto lavora un insegnante in un altro Paese europeo? forse scoprirebbe che un certo numero di ore settimanali di lezione in classe non vengono superate da nessuna parte, e forse, se è così, ci sarà un motivo, che forse non è una congiura internazionale degli insegnanti.
Infine: lei pensa che un giornalista lavori solo il tempo che gli ci vuole a scrivere un articolo, o che un calciatore lavori solo i 90 minuti domenicali della partita, o che un orchestrale lavori solo le sei ore dei due concerti settimanali? Certamente, in questi lavori, se uno non svolge le altre ore "in più" viene rapidamente espulso, perché non è più all'altezza della situazione.
Ma se ciò non avvenisse, la soluzione non sarebbe certamente quella di aumentargli forzatamente le ore di prestazione "pubblica".

Maurizio ha detto...

Mi dispiace, ma da assistente tecnico che lavora da anni nelle scuole non vedo, se non in pochi insegnanti, quell'impegno e quella professionalità a cui lei fa riferimento. Se poi volete continuare ad ignorare il problema fatelo pure. Intanto il 45% degli italiani.....

Teresa ha detto...

Salve Maurizio,

sono un'insegnante. Anch'io, come lei, non vedo, tra i miei colleghi, alta professionalità. Ritengo però che l'aumento delle ore farebbe il solletico ai colleghi mediocri e darebbe una "mazzata" (mi scusi ma non trovo altri termini più espressivi) a quelli che invece sinora hanno tenuto alta la bandiera. E mi creda, sono parecchi. Forse una minoranza rispetto al totale? Non saprei, dipende molto dalle scuole. Certamente lei, da assistente tecnico, non può rendersene conto fino in fondo. Anche io avrei qualcosa da ridire sulla sua categoria, ma non credo che aggiungere sei ore all'orario degli assistenti tecnici - a parità di stipendio! - risolverebbe il problema.

Teresa ha detto...

Ah, dimenticavo, questo è l'orario di ricevimento del mio medico di base:

Lun-Mart-Giov 15:30 - 18:30
Merc-Ven 08:30 - 11:30

Dunque il mio medico lavorerebbe solo 15 ore a settimana? Ovvio che no. Però le ore frontali, nello studio col paziente, sono meno delle mie, a fronte di uno stipendio molto maggiore. Non credo che il mio lavoro sia meno importante di quello di un medico di base. Quale servizio mi ha reso il mio medico? Da quando sono diventata sua paziente si è accorto con una occhiata che sono "in buona salute" e non ha neanche fatto finta di visitarmi per 5 minuti. Ho cambiato varie città e altrettanti medici di famiglia, e tranne qualche eccezione li ho trovati tutti uguali: in pratica prescrivono le ricette e ti mandano dallo specialista. Anzi, il mio non mi prescrive neanche le ricette, lo fa fare alla segretaria .... Ora, io so che fare il medico non è facile, e non mi sognerei mai di sostenere che un medico della mutua deve ricevere pazienti per 40 ore a settimana - qualcuno lo fa, ma nel privato, guadagnando un sacco di soldi (e qui il discorso si farebbe più lungo e complesso). Piuttosto, deve cambiare l'approccio al paziente, deve essere incentivato l'aggiornamento, e non seguendo i corsi proposti dagli informatori farmaceutici in località esotiche .... E noi? Da chi siamo potenzialmente corrotti? Dai rappresentanti che vogliono convincerci ad adottare il testo della loro casa editrice? Ma lo sa che una volta adottato il testo dobbiamo piangere in cinese per averne una copia, altrimenti siamo costretti a comprarla? Come vede, il confronto con le altre categorie si può fare in mille modi diversi, e non sempre gli insegnanti ci fanno una cattiva figura.

Rebert ha detto...

Secondo me, il problema come capita spesso oggi,è alquanto contorto. Partiamo dall' orario e dai paragoni con altri lavori e/o professioni. A me pare che un dato sia fermo e cioè che negli altri paesi europei, dove i docenti fanno le stesse ore di quelli italiani ( a volte anche meno...)e dove le ore lavorative di tutti coincidono più o meno con le nostre ( p.e. in Germania gli impiegati fanno dalle 36 alle 40 ore settimanali) non nascono queste polemiche. Insomma, perchè solo in Italia si protesta contro il "poco" lavoro dei docenti?
Professionalità : non nego che tra i docenti ci siano coloro che lavorano male. Ma, qual è il docente che " lavora bene"? Ho l' impressione che, in questo campo, le idee siano un po' diversificate. Per. es. alcuni anni fa erano " bravi" quegli insegnanti che si dedicavano ai progetti. Una volta ho assistito ad un duro scontro tra uno di questi e un altro che sosteneva di dover dedicare il suo tempo allo studio per poter essere all' altezza del suo compito istituzionale. ( Per inciso, l' ottimo insegnante ricordato da Papik a quele categoria sarebbe appartenuto, oggi? ).
Ancora, conosco docenti di cui tutti lodano la professionalità ( e giustamente) ma poi, presi dalla foga da maternage, non hanno remore a " difendere" i loro pargoli dai Commissari dell' esame di maturità e allora gli rivelano le domande della terza .
E' più professionale il docente che si impegna a semplificare sempre di più le proprie lezioni ( ricordo un' ottima insegnante che traduceva Machiavelli...) per far capire i concetti o quello che dice " Ragazzi, datevi una mossa?".
Scusate la lunghezza.

Teresa ha detto...

Gentile Roberto, ma che vuol dire "non nascono queste polemiche"? A me risulta che per le altre categorie di lavoratori le polemiche date dal confronto con gli altri paesi europei ci siano, e come! Questo problema non esiste solo per gli insegnanti, a cominciare dalla loro formazione (un mio collega tedesco ha riso di cuore quando ha saputo che noi dobbiamo pagare per abilitarci, mentre loro sono pagati!). Restando nell'ambito della medicina: sa da quanti anni gli specializzandi, in Germania, sono considerati lavoratori a tutti gli effetti con tanto di contratto? Esattamente come gli insegnanti tirocinanti, essi sono regolarmente pagati per il loro lavoro con contratti appositi. Sa quanto hanno dovuto lottare gli specializzandi medici italiani per avere qualcosa che somigliasse vagamente al trattamento dei colleghi tedeschi? E sa qual era l'ostacolo? I medici ospedalieri, che anziché formarli li tenevano in ospedale sottopagati e a far fronte da soli alle emergenze. Quanti medici in Germania lasciano i pazienti nelle mani di gente inesperta? Come mai il sistema sanitario italiano è sempre peggio, così come quello dell'istruzione? Forse il medico o l'insegnante medio tedesco è migliore di uno italiano? Non credo proprio. Forse è il sistema nel quale sono inseriti che li rende migliori. Forse sono gli investimenti governativi che li mettono in condizione di lavorare bene. Forse chi non lavora è più facilmente licenziato. E da tutto questo, guardi, scaturisce quasi automaticamente il rispetto dell'opinione pubblica. E invece qui stiamo a fare discorsi privi di senso misurando le ore con quelle dei collegi europei col bilancino. La gente dovrebbe capire che qualcosa non va nell'intero sistema. Altrimenti non mi spiego come mai ho impiegato tre ore a far capire due colleghi - uno portoghese e l'altro greco - come mai qui si può essere precari per 10 e passa anni, perché prendiamo di meno e perché chi non lavora non viene assolutamente ripreso: quest'ultimo problema, mi hanno detto, che esiste anche da loro. Ma tutto il resto, tutto quello che un laureato oggi deve fare per insegnare, quello era difficilissimo da spiegare. Quanta gavetta, quante umiliazioni nella vita da precario solo perché hai avuto la sfortuna di laurearti dopo il concorso e non ne hanno indetto un altro per dieci anni? Quanto studio, quanto lavoro sommerso? Questo lo sanno in pochissimi. Io tutte queste cose le ho vissute sulla mia pelle, ed ora che ho una posizione stabile nella scuola non solo penso di meritarmela, ma credo anche che il mio stipendio, se rapportato alla mia funzione sociale, al mio effettivo lavoro è alla mia preparazione, è a dir poco umiliante. Vede, io ho faticato tanto per arrivare a fare questo lavoro, e sicuramente rinuncerei a parte delle ferie, se è questo che vuole chi mi considera una lavativa. Ma vorrei essere PAGATA per quello che valgo. Il collega lavativo non è un problema mio, è un problema del preside, dei genitori che non parlano (lamentandosi invece degli insegnanti severi che fanno il loro dovere), e in ultima analisi della società tutta. Per cui, se davvero questo Paese tiene ai propri figli, smettiamola di polemizzare sulle ore e vediamo la sostanza dei fatti.

Andrea Ragazzini ha detto...

Sono del tutto d'accordo con Papik.f, ma vedo che Maurizio insiste a confondere i piani. Ho in mente qualche assistente tecnico lavativo e assenteista, ma questo non mi induce a considerare lavativi e assenteisti tutti gli assistenti tecnici, tanto meno a pensare che dovrebbero aumentargli l'orario! Al contrario si dovrebbe arrivare anche ad azzerarlo, mediante licenziamento, come è già stato detto. Del resto non stupisce il consenso alla mistificante vulgata dell'insegnamento come lavoro part-time. Spesso hanno dato il loro contributo anche alcune organizzazioni sindacali, in particolare con proposte che andrebbero nella direzione auspicata da Profumo.

Rebert ha detto...

Teresa, io avevo scritto " negli altri paesi europei ...non nascono queste polemiche", e intendevo dire che, anche se la differenza di ore lavorate tra docenti e p.e impiegati è consistente, l' opinione pubblica, di quei paesi, non spara giudizi ed invettive contro i docenti come qui in Italia. Rebert ( non Roberto)

Maurizio ha detto...

E non se lo chiede perchè accade ciò proprio da noi? Un complotto nei vostri confronti?

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

@maurizio: CHI PECORA SI FA IL LUPO SE LA MANGIA!

Teresa ha detto...

Gentile Rebert,

io ho capito male, e comunque ciò che dice non è del tutto vero. In TUTTI i paesi si fanno confronti con quelle categorie di lavoratori che godono di più vacanze rispetto agli altri o di un orario di lavoro più leggero (e non sono solo insegnanti) così come si fanno confronti in termini di guadagno. Ho amici in Belgio, Germania, Francia; anche se le polemiche non sono così accentuate come da noi, è un fatto comune che non si comprenda la natura del lavoro dell'insegnante e che si invidino quelli che in parte sono dei privilegi. Si, io non ho timore a dire che il mio lavoro, che assorbe in un modo o nell'altro ogni ora della mia giornata, è in un certo senso un privilegio; perché mi piace, perché mi piace leggere, studiare, aggiornarmi (e quando dico "mi piace" non vuol dire che mi ci diverto, però capisco che all'esterno queste cose possano somigliare a passatempi).
Lei si chiede perché proprio in Italia tutte queste polemiche. Io penso di avere parte della spiegazione. Siamo in un paese che sfrutta brillanti laureati anche di estrazione tecnica con contratti a progetto e paghe vergognose. So di ingegneri, informatici, anche giovani e brillanti, che lavorano per 10-12 ore al giorno per 800 euro, alla faccia del bisogno di figure tecniche di cui si riempiono la bocca i nostri politici. In una situazione simile è ovvio che quel giovane e la sua famiglia si scandalizzano davanti al rifiuto degli insegnanti, statali col posto garantito, di lavorare 6 ore in più. Semplicemente agli italiani sfuggono la complessità del problema e le ricadute negative di un tale provvedimento. Un mio amico che lavora in Danimarca ha molto meno tempo libero di un insegnante con la sua stessa laure, però non lo invidia, perché lui guadagna tre volte tanto. Si riconosce la funzione sociale dell'insegnante, magari qualcuno anche lì penserà che l'insegnamento è un ripiego o un modo per avere più tempo libero, ma si tratta di considerazioni che lasciano il tempo che trovano, proprio perché altri mestieri intellettuali sono meglio retribuiti. E siccome la popolazione è mediamente più istruita, spesso chi sottovaluta il lavoro dell'insegnante in termini di impegno e importanza, viene semplicemente considerato un ignorante. Ad noi invece l'invidia sociale è arrivata ai massimi livelli. Anche io, quando lavoravo come borsista per 10 ore al giorno e 700 euro mensili, e sentivo gli insegnanti lamentarsi, non li sopportavo. Ho cominciato a capire dopo alcuni anni di insegnamento, perché la stanchezza di questo lavoro non la si percepisce subito.

Papik.f ha detto...

Del tutto d'accordo con Teresa. Tra parentesi, ricordo un episodio nel quale l'ispettore Derrick arrivava a fare un'indagine in una scuola e appena conosciuto un professore gli diceva: "Beato lei, otto settimane di ferie l'anno!"
In Germania, tra l'altro, a quanto mi risulta hanno periodi di ferie più brevi e alternati ai periodi di lezione, il che consente a tutti - insegnanti e studenti e famiglie - di scegliere periodi diversi dall'altissima stagione per le vacanze ...
Anch'io, però, anche se mi sono indignato perché ritengo che la cattedra a 24 ore comporterebbe un peggioramento strutturale e irreversibile della qualità media dell'insegnamento, mi rendo conto che un giovane condannato alle prestazioni a contratto mi consideri un privilegiato.
Tuttavia, penso che tale situazione, che è uno svantaggio per l'intera generazione dei giovani considerata nel suo complesso, possa tramutarsi in un vantaggio per i singoli meritevoli, spingendoli a fare quello che io rimpiangerò sempre di non aver fatto: espatriare.

V.P. ha detto...

Ecco chi voleva le 24 ore e dove sono finiti i soldi per le sezioni Primavera

... appena appresa la notizia, perchè anche loro ignari, i due sottosegretari, Rossi-Doria e Ugolini, hanno chiamato il ministro per rassegnare le loro dimissioni, atto che ha portato poi Profumo a rivedere le sue posizioni e a rallentarne il progetto ...


http://www.liboriobutera.com/2012/10/27/retroscena-ecco-chi-voleva-le-24-ore-e-dove-sono-finiti-i-soldi-per-le-sezioni-primavera/

V.P. ha detto...

Ipotesi su come può essere nata l’idea dell’orario di 24 ore per i docenti

di Giovanni Morello - 28/10/2012

Pare che il Governo si sia reso conto di averla fatta grossa e che stia prendendo in considerazione l’idea che venga eliminato il riferimento alle 6 ore aggiuntive per i docenti delle scuole secondarie. Improvvisamente, sono fioccate fior di controproposte che hanno quanto meno il requisito della “razionalità” tecnica e, pensiamo, politica.


http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=40857&action=view

Papik.f ha detto...

Se l'articolo del primo link postato da V.P. si basa - come sembrerebbe - su informazioni attendibili, devo scusarmi con il sottosegretario Rossi Doria per aver dato credito a insinuazioni che circolavano a suo riguardo.
Rimarrebbe in piedi l'altra ipotesi, fortemente sostenuta dal secondo articolo: che si sia trattato di un'operazione all'insegna del "divide et impera".
Resta incredibile e inverosimile, infatti, che a un docente e rettore universitario sia apparso oscuro quanto era risultato evidente persino alla Gelmini, e che il nostro Magnifico abbia quindi potuto dare ascolto in buona fede ai suggerimenti poco felici -diciamo così - di un funzionario ministeriale (sempre se quanto scritto nel primo link è vero).

V.P. ha detto...

per me è inconcepibile che un governo e-o un ministro possa-possano PENSARE di aumentare di 1/3 (UN TERZO!!) e con un blitz, dalla notte alla mattina, lorario delle lezioni

così cmq si capiscono meglio (tanto per dire) gli "esodati" per errore di fornero.

sembra che il governo prenda le decisioni (almeno alcune) come i numeri della tombola!

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

Dalla lettura dei link postati da V.P. si ottengono tante riflessioni, fra i quali quella di un ministro che si è bruciato e che quindi dovrebbe, in silenzio ritirarsi, in quanto non è più un buon referente e controparte nei cosiddetti STATI GENERALI DELLA SCUOLA che si vorrebbero far partire da gennaio in poi, e inoltre la necessità di spostare ogni due anni il personale del ministero in quello delle scuole meglio di margine come Librino a Catania, Zen a Palermo e così via, in modo da poter fare esperienza di cosa significa "far scuola" come insegnanti.

Penso che non sia una favola il fatto che il personale del MIUR parli di scuola a tavolino e sconosca cosa significhi veramente.
Alternare due anni di lavoro al Ministero e due anni a scuola, eliminerebbe il gap attuale di distanza fra cosa è teoria e cosa è pratica.

Comunque, non bisogna abbassare la guardia. Attualmente ci hanno salvato le elezioni, poi da maggio 2013 ritorneranno all'attacco, a meno in quella data non vi sia un nuovo governo che la penserà diversamente e se a certi figuri che lavorano al ministero li si sposterà destinandoli ad altro incarico (meglio il ritorno all'insegnamento oppure ad altro incarico o maggiore Ds o Dsa o minore tipo ATA).

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

C'è da osservare che cambiano i ministri, ma le proposte oscene, che si traducono in provvedimenti pratici, sulla scuola rimangono.
Quindi, a questo punto, meglio una destinazione ad altro incarico dei "consiglieri" e di altro personale di alto rango del Ministero.

Una bella pulizia fra il personale della scuola non è solo necessaria, ma vitale.
Ecco un'altra cosa da chiedere con tantissime lettere e petizioni al Governo, ai partiti, al ministro miur stesso.

Fabio ha detto...

Io credo che i tagli alla scuola siano necessari ma che debbano avvenire su altri capitoli: tagliare le discipline che in tanti indirizzi sono inutili, ridurre drasticamente i tempi pieni alle elementari e abolire i progetti extracurriculari che non siano finanziati dall'Europa o da altri ministeri. Chi tiene tanto ai progetti se li faccia gratuitamente se proprio li ritiene interessanti.
Fabio
ah, dimenticavo, ma i precari non dicono nulla sulle ore aggiuntive arraffate dai nostri colleghi di ruolo? Se non sbaglio i sindacati hanno firmato un contratto in cui si riconosce questa porcheria che evidentemente sfugge ai precari, che son messi proprio male e molro peggio di noi.

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

Fabio ha ragione.

Ma i tagli devono anche avvenire soprattutto in politica e nel capitolo militare.
Inoltre, una patrimoniale sopra i redditi medio alti (tipo 200 mila euro) e una lotta contro l'evasione fiscale.

Papik.f ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Papik.f ha detto...

@Fabio: non sono d'accordo sul fatto che si tratti sempre di "arraffare". Poniamo che il dirigente ti convochi e ti dica: caro prof, come sa lei deve arrivare al minimo a 18 ore. Con le sue classi in continuità sta (per dire) a 16. Se accetta le cinque che le propongo va (sempre per dire) a 21 e viene retribuito per le tre ore in più; se le rifiuta, dovrà prendersi le altre 2 dove gliele danno, cioè in un'altra sede, con tanto di disagi per lo spostamento (magari a 40 Km di distanza) e con l'obbligo di partecipare alle riunioni collegiali anche nell'altro Istituto; naturalmente, senza alcun compenso per il disagio. Tu che faresti? Io accetterei e ringrazierei pure per la cortesia, pur sapendo che: 1. la qualità del mio lavoro potrebbe risentirne; 2. vado inevitabilmente a danneggiare qualche precario; 3. il compenso per le ore in più sarà comunque risibile.
Ti assicuro che si tratta di casi concreti che si verificano e che ho visto capitare anche a persone che conosco molto bene.

Fabio ha detto...

Sì, accade anche questo ma la regola è altra ed è quella a cui ho fatto riferimento. Oltre 18 ore, salvo non servano per completare la cattedra, non si può ne si deve andare e i sindacati hanno una bella faccia tosta. inserendo nel contratto la possibilità di poter fare fino a 24 ore hanno preparato il terreno per quello che prima o poi ci accadrà. fabio

V.P. ha detto...

Fabio ha detto...
"Io credo che i tagli alla scuola siano necessari ...."

perché? non per polemica ma per capire.

Anonimo ha detto...

la colpa è sempre dei sindacati, dei partiti, dei politici...insomma è sempre degli altri.

fabio ha detto...

perché ci sono troppi sprechi. la scuola è stata e continua ad essere un ammortizzatore sociale soprattutto per i tanti laureati, soprattutto del sud.
fabio

V.P. ha detto...

fabio ha detto...
"perché ci sono troppi sprechi. la scuola è stata e continua ad essere un ammortizzatore sociale soprattutto per i tanti laureati, soprattutto del sud."

1) troppi sprechi: opinione puramente soggettiva o ricavata da quali dati?
2) "ammortizzatore sociale" è uno slogan falso ed ingannevole coniato da gelmini.
3) "ammortizzatori sociali" non sono cosa cattiva.
4) i laureati in italia non sono "tanti".
5) invece della laurea, tutti "a bottega"?

paniscus ha detto...

...e per quale motivo si dovrebbe "ridurre il tempo pieno nelle elementari", quando invece il problema effettivo è esattamente il contrario, ossia che lo stanno tagliando, svuotando e massacrando anche dove era richiestissimo e dove funzionava molto bene?

Perché si sta facendo passare la convinzione (completamente errata) che il tempo pieno NON sia una proposta didattica coerente e valida di per sé, ma solo un parcheggio di emergenza per genitori che non possono seguire i figli di pomeriggio per motivi di lavoro... e che quindi vada ridotto al minimissimo indispensabile solo per le famiglie eccezionalmente disgraziate che non possono fare altro, ma scoraggiato il più possibile in tutti gli altri casi.

Questa posizione non ha alcun fondamento logico o sociale effettivo, ma è solo una penosa operazione di propaganda che fa leva sull'emotività e sui ricordi d'infanzia dei genitori e dei nonni: ossia, il tentativo di far commuovere gli ultraquarantenni su "quanto si stava meglio e quanto ci si divertiva di più ai tempi nostri, quando si andava a scuola solo di mattina".

E ci credo che ce ognuno di noi, personalmente, se la ricorda come un'epoca mitica in cui ci si divertiva di più: eravamo noi ad essere bambini! Che c'entra questo con la maggiore o minore validità delle scelte didattiche e con i cambiamenti sociali intercorsi nel frattempo?

Lisa

Fabio ha detto...

Vi sembra bello far passare otto ore e mezzo a scuola a dei bambini di 6-10 anni?

V.P. ha detto...

Fabio ha detto...
"Vi sembra bello far passare otto ore e mezzo a scuola a dei bambini di 6-10 anni?"

come si fa a valutare e rispondere se non si specifica l'alternativa?

paniscus ha detto...

Ah, perché, pensi che a scuola li torturino? Oppure pensi che, se non stessero a scuola, sarebbero liberi di vivere giornate avventurose da soli, come erano descritte nei romanzi per ragazzi ottocenteschi?

Lisa

fabio ha detto...

Dalla mia esperienza di genitore ho sempre visto che il tempo pieno era assai gettonato dalle mamme che non avevano, scusate il termine, una mazza da fare.

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

Non so. Mi trovo indecisa tra la posizione di Fabio e quella di V.P. e paniscus.
Certo è che sono scomparsi gli oratori di stampo salesiano, la strada non è il miglior posto, in città l'alternativa onerosa è portarli in palestra o in piscina oppure in luoghi dove si organizza, a pagamento, l'animazione.

In alternativa lasciarli a casa con mamme casalinghe (poche), nonni accondiscendenti, baby sitter a pagamento.
Quanti di loro studieranno o si dedicheranno alla lettura e non si abrutiranno davanti a pc e giochi wii????
Quanti di loro non verranno lasciati soli a casa a fare, senza controllo, quello che vogliono?

Non mi piace considerare la scuola un parcheggio gratis per bambini i cui genitori sono impegnati al lavoro o in altre attività.

Ho sempre preferito che stessero a casa a studiare invece di essere costretti a stare, a tempo pieno, a scuola in attività solo sedentarie. Ma sono anche contraria a fare della scuola un villaggio turistico. La scuola è un luogo di istruzione e non un parco giochi.

Ecco. Il problema è la disponibilità di strutture adatte ai ragazzi. A scuola il problema è avere spazi e disponibilità per laboratori di vario tipo e per palestre e piscine con personale adatto.
Sono contraria ad una insegnante di lettere costretta a fare corsi di cucina o la badante durante le ore di piscina. Ad ognuno il proprio ruolo.

Ah! Ma che fine hanno fatto gli assistenti di laboratorio????

Profumo vuol fare delle scuole il centro di non so che...ma i soldi li caccia fuori da dove? Dai licenziamenti di tanti docenti padri e madri di famiglia? Ed è per questo che vuole i docenti scemi disponibili prima a 24 ore e poi a 36 a fare gli schiavetti per quello che lui ed altri intelligentoni vogliono?

Vogliono la guerra o ci prendono per cretini?

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

A proposito dei tagli c'è da riflettere quali conseguenze avrà il fiscal compac approvato in un Parlamento deserto a luglio di quest'anno.
Certo che sapere che avremo manovre di bilancio dello stato annuali di 45 miliardi l'anno per venti anni, non mi fa stare tranquilla.
Il pareggio di bilancio è poca cosa rispetto a quello che ho detto sopra.

Se si mettono a tagliare i servizi e vendere i gioielli di famiglia come Eni, Enel e compagnia bella, privatizzare la scuola, la sanità ed altro, invece che mettere la patrimoniale e sconfiggere l'evasione fiscale, tagliare la politica azzerare le mafie e il malaffare, avremo una bella recessione che ci ridurrà pezzenti e schiavi delle multinazionali, dei corrotti e di un governo mondiale economico.

Quello che è successo in Sicila e le promesse di Crocetta e del movimento cinque stelle spero che creino una svolta buona.

E noi stiamo qua a parlare del tempo dei ragazzini a scuola o di quello a casa...

fabio ha detto...

l'alternativa potrebbe essere anche la noia della propria camera, perché no? Meglio quella che stare un giorno intero a 6-10 anni a sedere in aule miserrime e tristi con maestre in menopausa e anch'esse tristi.

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

Certo. Fin da piccoli è necessario avere anche dei momenti di...solitudine, in cui magari inventare qualcosa di nuovo, far passare il tempo inventando giochi nuovi e leggendo e scrivendo. L'importante è non stare sempre davanti a pc o alla televisione.
La continua presenza di altri senza spazi per se stessi è deleteria, perchè può provocare nevrosi. Deleteria è anche la totale solitudine.

Non credo che l'errore di stare troppo a scuola sia da collegare alla presenza di maestre stanche, in menopausa, tristi (grazie per la stigmatizzazione! Si vede che sei uomo. Scusami, ma l'equivalente per un uomo cos'è? Impotente?), ma piuttosto alla promiscuità con cui si sta con tanti compagni alcuni dei quali con problematiche gravi di comportamento.
Essere in continuazione frastornati, importunati, bullizzati da compagni in spazi ristretti porta inevitabilmente a stare male sia a 6 anni che a 18.

Penso proprio che vi sia la necessità di luoghi in cui giocare o fare esperimenti e vivere la socialità in modo gioioso e in movimento piuttosto che costretti in piccoli spazi.
Ripeto quello che ho detto in un altro commento: vi è la necessità di oratori o luoghi in cui si giochi. Ma questo non può essere la scuola.
Sono, comunque, d'accordo se una prima parte del pomeriggio fosse dedicato al doposcuola per i ragazzi che ne necessitano.
Il resto del tempo, invece, è necessario che lo trascorrino nel gioco in luoghi appositi e con personale apposito che non sia composto da insegnanti ma da animatori.

Fabio ha detto...

sì sì va bene anche uomini impotenti ma il problema è che gli uomini alle elementari non ve ne sono, scomparsi e nessuno chiede la par condicio.

Raffaella ha detto...

Par condicio o no, Fabio, lei si esprime se non in maniera maschilista, in maniera, semplificando, berlusconiana.
E da quando in qua, la mezza età, per qualunque dei generi, risulta essere un'età squalificante?
O deve essere per forza contrassegnata dalla tristezza, come lei probabilmente interpreta la normale riflessività o stanchezza che una volta non era sinonimo di incapacità?
Da quando in qua, è un dovere essere sempre giovani, allegri, frizzanti magari sprizzando quell'allegria mediatica a cui ci hanno abituato anni di mediaset?
Ammesso che tristezza debba essere, meglio una bella tristezza, - non fa male, questo, ai più giovani - piuttosto che un falso movimento.
Smettiamola con l'omologazione a certi miti provinciali e da sottocultura.

paniscus ha detto...

Perché mai si dovrebbe richiedere la "par condicio", se la disparità tra i sessi nell'insegnamento primario non è mai stata dovuta a nessuna discriminazione o ostacolo oggettivo?

L'esigenza di ristabilire artificialmente un riequilibrio tra i sessi in una certa categoria lavorativa, ha senso quando uno dei due sessi ha gravi difficoltà a intraprendere quella carriera perché oggettivamente respinto, discriminato o pagato meno (il che avviene tipicamente nelle aziende private). Ma perché mai dovrebbe essere presupposta una cosa del genere, in un ruolo pubblico dove non ci sono selezioni del personale arbitrarie, e dove chiunque è libero di sostenere concorsi o di inserirsi in graduatoria?

Se ci sono pochi maschi tra gli insegnanti elementari è solo perché, statisticamente, è un lavoro che gli uomini non vogliono fare, non certo perché "lo vogliano fare ma viene loro impedito".

Che muovano le chiappe e che si dedichino all'insegnamento in massa, invece di piagnucolare che non è giusto che ci siano troppo pochi uomini!

Lisa

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

Sono d'accordo con Raffaella.
spero tanto che certi linguaggi, mentalità e stigmatizzazioni vengano messe in soffitta insieme a tanti partiti e uomini politici meschini e bassi che hanno fallito e che continuano ad avvelenare testardamente l'oggi.
E' una bella lezione per tutti gli italiani quello che sta avvenendo oggi, sia per chi si è comportato male, sia per chi è stato a guardare sgomento, pensando che prima o poi qualcuno si ravvedesse e le cose andassero meglio.

I pregiudizi sugli insegnanti, e su altri, resteranno fintanto staranno al potere i soliti noti corrotti e i banchieri.
Se riusciremo a sfruttare le elezioni prima che sia troppo tardi, ci libereremo di loro.
Durante il periodo di tangentopoli credevo che ci potesse essere una bella primavera e invece l'Italia si è affossata miseramente seguendo la musica, il linguaggio, la mentalità e l'esempio del pifferaio magico.
Oggi che sono più riflessiva ed esperiente non voglio illudermi finchè non constaterò. Ma una differenza rispetto a prima c'è: avendo esperienza del fatto che se non ci si batte di persona vincono le persone più meschine, adesso combatto di persona le battaglie che mi riguardano come lavoratrice e come italiana e lo farò anche in futuro.
Starò a vedere se lo faranno gli altri: sia quelli quasi in "menopausa" (me ne vanto!) come me che le nuove generazioni.

fabio ha detto...

gli stipendi non sono discriminanti? il ruolo sociale non è discriminante?

paniscus ha detto...

Fabi, scusa, sii serio: che c'entra il livello scarso degli stipendi con la discriminazione tra UOMINI e DONNE, della quale stavi parlando tu?

Vorresti sostenere che gli stipendi bassi costituiscono una discriminazione SESSUALE?

Perché i maschi, anche se interessati e appassionati a quel lavoro, devono obbligatoriamente rinunciarvi in quanto ontologicamente impossibilitati ad accontentarsi di uno stipendio basso... mentre le femmine possono tranquillamente accettarlo?

Se sei venuto qua a fare il provocatore, dillo subito, eh, che ci chiariamo in partenza.

Lisa

paniscus ha detto...

Ah, aggiungo:

solitamente, quelli che si lamentano del fatto che le maestre dei propri figli siano in età da menopausa...

...sono ANCHE gli stessi che, casomai capitasse loro una maestra più giovane, si lamentano perché rimane incinta e si mette in maternità.

Lisa