Sull'idea del Ministro
Valditara di reintrodurre un criterio di calcolo dello stipendio dei docenti
che tenga conto delle differenze del costo della vita, sarebbe opportuna una
discussione approfondita prima di prendere una posizione sul tema. Tema che
esiste: ci sono disparità nel costo della vita fra nord e sud, ma anche fra
province di una stessa regione.
Il Ministro Valditara ha accennato alla
possibilità di tenere conto del “carovita” nella retribuzione dei docenti, che
potrebbe essere di conseguenza differenziata. Dal 1954 al 1969 fu in vigore un
metodo di calcolo che faceva variare le retribuzioni su base territoriale in
base ad alcuni criteri, tra cui soprattutto il costo della vita. Il sistema,
detto delle “Gabbie salariali” (definizione ovviamente non benevola), fu
ritenuto a un certo punto discriminatorio; e del resto a quell’epoca trionfava
un egualitarismo non sempre ragionato. È un argomento di cui si è occupato
più volte (per il lavoro dipendente in generale) Pietro Ichino, che ha premesso
a un suo intervento questo sommario: «È paradossale che un sindacato
interessato a proteggere il potere d’acquisto dei salari da variazioni dei
prezzi nel tempo (ossia dall’inflazione), sia indifferente, anzi
contrario, alla necessità di proteggere i salari anche dalle variazioni dei
prezzi nello spazio». A un cittadino non-giuslavorista come me interesserebbe
una discussione informata sul tema, ma sappiamo che molti preferiscono
scagliare sull’interlocutore una scomunica al posto dei ragionamenti sui dati
economici. Di solito se ne è parlato argomentando che mediamente nel
sud i costi sono inferiori e quindi sarebbe equo dare qualcosa in più a chi
abita a nord. Spesso si risponde, però, che nel sud i servizi pubblici – per
esempio quelli sanitari – sono molto meno efficienti e per questo c’è maggiore
necessità di andare in al centro-nord o di pagare di tasca propria. Ma le differenze
ci sono anche tra provincia e provincia. In Toscana, per esempio,
secondo Immobiliare.it il costo medio di una casa in affitto nella
provincia di Firenze è attualmente di 15,70 euro mensili al metro quadro, in
quella di Arezzo 7,65. Per comprare una casa la media è
rispettivamente di 3.111 euro al metro quadro e di 1.480. In tutti e due i
casi, più o meno la metà. Forse vale la pena di studiare attentamente dati e
possibili rimedi e solo dopo prendere posizione.
Giorgio Ragazzini
(Da "Pensalibero", 27 gennaio 2023)
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