venerdì 27 gennaio 2023

STIPENDI DIVERSI PER I DOCENTI SU BASE TERRITORIALE? INFORMIAMOCI, PRIMA DI DECIDERE COME LA PENSIAMO

Sull'idea del Ministro Valditara di reintrodurre un criterio di calcolo dello stipendio dei docenti che tenga conto delle differenze del costo della vita, sarebbe opportuna una discussione approfondita prima di prendere una posizione sul tema. Tema che esiste: ci sono disparità nel costo della vita fra nord e sud, ma anche fra province di una stessa regione.

Il Ministro Valditara ha accennato alla possibilità di tenere conto del “carovita” nella retribuzione dei docenti, che potrebbe essere di conseguenza differenziata. Dal 1954 al 1969 fu in vigore un metodo di calcolo che faceva variare le retribuzioni su base territoriale in base ad alcuni criteri, tra cui soprattutto il costo della vita. Il sistema, detto delle “Gabbie salariali” (definizione ovviamente non benevola), fu ritenuto a un certo punto discriminatorio; e del resto a quell’epoca trionfava un egualitarismo non sempre ragionato. È un argomento di cui si è occupato più volte (per il lavoro dipendente in generale) Pietro Ichino, che ha premesso a un suo intervento questo sommario: «È paradossale che un sindacato interessato a proteggere il potere d’acquisto dei salari da variazioni dei prezzi nel tempo (ossia dall’inflazione), sia indifferente, anzi contrario, alla necessità di proteggere i salari anche dalle variazioni dei prezzi nello spazio». A un cittadino non-giuslavorista come me interesserebbe una discussione informata sul tema, ma sappiamo che molti preferiscono scagliare sull’interlocutore una scomunica al posto dei ragionamenti sui dati economici.  Di solito se ne è parlato argomentando che mediamente nel sud i costi sono inferiori e quindi sarebbe equo dare qualcosa in più a chi abita a nord. Spesso si risponde, però, che nel sud i servizi pubblici – per esempio quelli sanitari – sono molto meno efficienti e per questo c’è maggiore necessità di andare in al centro-nord o di pagare di tasca propria. Ma le differenze ci sono anche tra provincia e provincia. In Toscana, per esempio, secondo Immobiliare.it il costo medio di una casa in affitto nella provincia di Firenze è attualmente di 15,70 euro mensili al metro quadro, in quella di Arezzo 7,65.  Per comprare una casa la media è rispettivamente di 3.111 euro al metro quadro e di 1.480. In tutti e due i casi, più o meno la metà. Forse vale la pena di studiare attentamente dati e possibili rimedi e solo dopo prendere posizione.

Giorgio Ragazzini

(Da "Pensalibero", 27 gennaio 2023) 

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