Il Ministro Valditara ha più volte ripetuto l’intenzione di
ridare “autorevolezza” agli insegnanti e di promuovere nella scuola “la cultura
del rispetto”. Intanto è davvero importante – in concreto e simbolicamente – la
decisione di far assistere dall’Avvocatura dello Stato i docenti aggrediti da
genitori poco inclini a riconoscere le scorrettezze o l’impreparazione dei
figli. Nei giorni scorsi ha poi colto l’occasione offerta dallo scandaloso 9 in
condotta assegnato al teppistello che aveva “impallinato” una professoressa
(stesso voto a un compagno per aver filmato l’impresa) per promettere che in
futuro il comportamento avrà un maggior peso nella valutazione complessiva.
Ha aggiunto che va ripensato l’istituto della sospensione, da sostituire con “lavori
socialmente utili”. Qualcosa del genere, in realtà, è già previsto, con
altro nome, dallo Statuto degli studenti del 1999, anzi la norma stabilisce, a
proposito delle sanzioni (anche una nota sul registro?) che “allo studente è sempre
offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità
scolastica”. Se quest’obbligo è stato largamente disatteso dalle scuole, è
perché non è per nulla facile trovare attività effettivamente utili che non
comportino rischi e che per di più devono per forza essere svolte sotto la
vigilanza di un adulto (docente o custode che sia); e si può immaginare quanto
sia praticabile sottrarne qualcuno ai propri compiti e ancor meno pagarlo per questo.
Il Ministro Valditara si dovrà dunque misurare con l’effettiva realizzabilità
dei “lavori socialmente utili”, puntando sensatamente – come sembra di
capire – su attività in campo sociale. Sarà indispensabile esaminare le
esperienze che alcuni istituti hanno messo in pratica negli ultimi anni
accordandosi con associazioni di volontariato, assumendo però come Ministero la
responsabilità di costruire modelli organizzativi e di stipulare protocolli di
collaborazione, dei quali si possano servire le singole scuole, evitando di costringerle
ad accollarsi compiti insostenibili.
Sarebbe infine l’ora di fare un approfondito “tagliando” allo
Statuto degli studenti, non solo superando il pressappochismo e anche una
certa confusione che caratterizzano alcune sue parti, ma anche sburocratizzando
l’esercizio dell’autorità educativa da parte della scuola. Una sanzione
tempestiva è senza dubbio più utile e più giusta. La sospensione non deve
essere abolita, semmai adoperata, almeno nell’immediato, solo in casi specifici
(per esempio in quello dello “sparatore” di cui sopra per ovvi motivi di
serenità ambientale), senza escludere un’integrazione dei due provvedimenti. Infine,
per i comportamenti più gravi o frequentemente ripetuti non può essere esclusa la
non ammissione all’anno successivo o agli esami, per segnalare ai giovani (e
alle loro famiglie) l’esistenza di limiti invalicabili.
Giorgio Ragazzini
1 commento:
Caro Giorgio, a me è capitato di concorrere alla sospensione fino al termine delle lezioni di chi aveva palpeggiato, molestato, commesso violenze e avevamo utilizzato ogni genere di "gradualità". Le sospensioni sono necessarie perché mettono le famiglie di fronte alla realtà. Il resto l'ho già vissuto. Un fantasioso vicepreside aveva fatto affiggere in ogni aula un tariffario: calcio alla porta con rottura di un cardine cinquantamila lire, 2 cardini centomila, rottura appendiabiti (un gancio) dieci mila, bestemmia 3 giorni di lavori in giardino, insulti al docente 1 giorno di lavori in giardino. Accadde che lo studente dava il calcio e poi tirava fuori i soldi dicendo al docente "sei un poveraccio" (insulto non sanzionabile). Peggio era per i lavori in giardino perché il professore che metteva la nota doveva, fuori dalle ore di lezione, sorvegliare il/la ragazza che, sovente, utilizzavano il sistema per evitare le lezioni. Gli altri andavano dagli psicologi inventandosi "crisi di panico" che noi, alla loro età, non avevamo. Risultato: pur di evitare di sorvegliare i ragazzi con aggravio del nostro impegno orario nessuno metteva più una nota! Le sospensioni servono per mettere le famiglie dinanzi alla realtà ed evitare che le scuole siano un parcheggio. Un caro saluto Piero
Posta un commento