Oltre 500 insegnanti e dirigenti scolastici hanno firmato
la Dichiarazione per la correttezza degli Esami di Stato
Mentre si svolgono gli esami di terza media e a pochi giorni da quelli che concludono gli studi superiori, sono a oggi 517 i docenti e i prèsidi che pubblicamente dichiarano:
"Ci impegneremo per far sì che gli esami si svolgano in un clima sereno, ma nel rispetto della legalità, dell'equità e dell'imparzialità" (vedi dichiarazione allegata).
E' la rappresentanza di un'Italia che si assume le sue responsabilità contro la tacita regola del "chi te lo fa fare" e che difende e incoraggia la lealtà, il rispetto delle regole, l'equità, il riconoscimento del merito. Grazie a loro, sta crescendo la consapevolezza del ruolo decisivo della scuola nella formazione culturale morale, dei cittadini di domani.
Tocca ora al Governo corrispondere a questa dimostrazione di serietà e di senso delle Istituzioni, in primo luogo impedendo che, come in passato, alcuni siti pubblichino in tempo reale soluzioni e traduzioni, arrivando a inviarle su richiesta tramite sms.
Naturalmente dovrebbero essere diramate anche rigorose disposizioni sulla vigilanza durante tutte le prove scritte, in analogia con quelle relative alla prova Invalsi di terza media; vedi le pp. 6 e 7 dell'allegato tecnico. (16 giugno 2011)
GRUPPO DI FIRENZE
per la scuola del merito
e della responsabilità
Post scriptum per i frequentatori del blog:
Ecco come il sito ScuolaZoo si prepara ad aiutare gli esaminandi:
http://maturita.scuolazoo.it/
Niente da dire da parte delle autorità?
Nei giorni scorsi abbiamo inviato ai ministri Gelmini e Maroni una sollecitazione a intervenire: staremo a vedere.
venerdì 17 giugno 2011
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2 commenti:
Temo che l'unica soluzione reale potrebbe essere la schermatura totale delle sedi di esame nei giorni delle prove scritte. Non so quanto possa essere complessa e quanto costerebbe, ma prima o poi ci si dovrà arrivare pena la perdita di ogni significato degli esami.
Naturalmente iniziative preannunciate come quella linkata andrebbero tempestivamente represse e, se possibile, anche perseguite penalmente; ma come impedire che saltino fuori siti pirata che si dissolvono e ricompaiono con altro nome dopo pochi giorni o anche dopo poche ore?
Certo, ma almeno bisogna provarci, invece di mostrarsi penosamente imbelli (per ora). Se il Governo dichiarasse pubblicamente guerra a questa roba, come credo si faccia coi siti pedopornografici,il messaggio di una classe politica degna di questo nome sarebbe comunque chiaro e utile ai ragazzi.
Quanto meno per le prove Invalsi, si è passati dalla "cortese richiesta" di non far copiare i ragazzi (2009) e dal definire gli aiuti "comportamenti opportunistici" a norme molto stringenti quali quelle diramate il 7 giugno dal Ministero, accompagnate da un commento inequivoco proveniente dall' Invalsi e riportato dal Messaggero: "Chi suggerisce compie un reato, stiamo parlando di esami di Stato"
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