domenica 19 giugno 2011

DA "LA STAMPA" DI OGGI

L'APPELLO ALLA CORRETTEZZA: "RAGAZZI, NON COPIATE E IL GOVERNO VIGILI"

di Flavia Amabile

A fine maggio un gruppo di professori ha sentito il bisogno di convocare una conferenza stampa per presentare un appello che sembrerebbe scontato e, invece, non lo è per nulla. Il primo firmatario dell'appello è Rosario Salamone, dirigente scolastico del Liceo Classico Visconti di Roma. Chiedono agli studenti che affronteranno gli esami di non copiare. «Una scuola, infatti, in cui venga in qualche modo compromessa la regolarità degli esami, abitua gli studenti alla scorrettezza, commette un’ingiustizia verso chi conta solo sulle sue forze e infine svaluta il senso dell’esame come momento importante di verifica delle capacità degli allievi». Non copiate, insomma, per il vostro bene, affermano i professori e i presidi firmatari. E chiedono a tutti i professori di lavorare per la correttezza delle prove e al Governo una risposta concreta. Vorrebbero una presa di posizione, un provvedimento per impedire che - denunciano - «come in passato, alcuni siti pubblichino in tempo reale soluzioni e traduzioni, arrivando a inviarle su richiesta tramite sms».
L'appello è stato lanciato sul blog del «Gruppo di Firenze», nato nel 2005 sull'idea che la crisi della scuola «derivi in buona parte dalla svalutazione del merito, della responsabilità, del rispetto delle regole».Risposte? Da parte del governo nulla di concreto come nelle loro richieste. Da parte delle scuole si sono superate le 500 adesioni, una goccia nel mare di 140 mila persone che faranno parte delle commissioni d’esame alla sola maturità. (p. 13)

Anche se non si tratta propriamente di un "appello ai ragazzi", ma di una dichiarazione con cui oltre 500 insegnanti e dirigenti prendono l' impegno di far sì che gli esami siano seri e giusti, è senza dubbio importante che "La Stampa" abbia riferito dell'iniziativa, riportando con precisione la "ragione sociale" del Gruppo di Firenze, citando alcuni passaggi del documento e la richiesta al governo (contenuta in un recente comunicato stampa) di impedire a certi siti internet di “passare” il compito ai candidati.
Quanto al numero delle firme:500 sono poche? No, se si considera che un piccolo gruppo può contattare un numero limitato di docenti e di dirigenti; e si può quindi presumere che queste adesioni rappresentino una realtà molto più vasta (un po’ come i sondaggi), fatta di persone che anche la semplice notizia di un'iniziativa del genere può sostenere e incoraggiare nell'assolvimento del loro compito. (GR)

2 commenti:

Papik.f ha detto...

Ho letto sul Corsera online due articoli sull’Esame di Stato, uno di Lorenzo Salvia, l’altro di Paola De Caro. Confermo con convinzione la mia adesione all'appello da voi proposto e mi congratulo per il risalto ottenuto sui media.
Mi pare tuttavia che, come temevo, la questione rischi di rivoltarsi esclusivamente contro i docenti, nel senso che (anche da quanto affermerebbe il "Ministero") sembra si voglia suggerire che sia solo loro colpa se gli alunni copiano. Tra i commenti al testo di Paola De Caro spicca chi dice "ma cosa costa ai professori far depositare lo smartphone?" (evidentemente insinuando una connivenza). Qualcuno (il Gruppo di Firenze?) dovrebbe spiegare a costoro che far depositare lo smartphone non costa nulla, ma perquisire l'alunno per controllare se ne ha un secondo o seguirlo quando va al bagno costerebbe una denuncia penale. Per non parlare del fatto che sono ormai sul mercato mini-smartphone in tutto e per tutto simili a orologi.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Capisco le sue preoccupazioni, ma purtroppo quando si ha a che fare con l'informazione si va incontro a un'infinità di distorsioni e imprecisioni, a cui è praticamente impossibile porre completamente riparo (tra queste: la dichiarazione diventa "un appello ai ragazzi perché non copino"). A me sembra che in genere si sappia che i docenti non possono perquisire i ragazzi.
D'altra parte nel nostro comunicato stampa si invita chiaramente il governo ad intervenire contro quei famosi siti, il che significa che ci sono diverse responsabilità e competenze. Non è da credere poi che le nostre precisazioni siano immediatamente registrate e pubblicate, tutt'altro. Per il momento, però, non mi pare che ci sia il dito puntato indiscriminatamente contro i docenti(per alcuni di loro, d'altra parte, non mi dispiace che si sentano un po' il fiato sul collo...). Naturalmente faremo il possibile per contrastare accuse ingiuste nei confronti dei colleghi.
Sono stato invitato a partecipare alla puntata di mercoledì prossimo 22 giugno di "La radio ne parla" (Radio 1) di Lina Sotis, credo dalle 12,35 per una ventina di minuti. Ci saranno altri ospiti e non so quanto potrò parlare. Potrebbe essere una sede in cui chiarire le diverse competenze.