Un’aula scolastica non può diventare una piazzetta
di mercato dove, incontrandosi casualmente, le persone si possono lasciare
andare alle affermazioni più qualunquiste e grossolane. Invece sembra che sia
accaduto proprio questo in una seconda media della scuola Mazzanti di Firenze.
A quell’età i ragazzi sono pronti a darsi completamente a insegnanti
appassionati e preparati, ma spesso sono anche capaci di iniziare a prendere le
distanze rispetto a chi venisse meno agli aspetti più elementari della propria
deontologia professionale. E se è abbastanza facile protestare se un docente li
offende o arriva a prendere qualcuno a schiaffi, più difficile, molto più
difficile è che lo facciano se un insegnante esprime beceri giudizi personali
su personalità, come la senatrice Liliana Segre, che vivono per ricordare e
testimoniare ai giovani le atrocità dell’antisemitismo nazista e fascista. Non
si sa con certezza se la docente abbia inneggiato o meno al duce, ma sarebbe
sufficiente il livore gratuito trasmesso agli studenti verso una donna così
degna di rispetto per chiedersi se una persona del genere sia consapevole delle
responsabilità che il suo ruolo le richiede. E bravi invece i ragazzi che,
malgrado la raccomandazione della professoressa, molto vicina alla minaccia, di
non andare a riferire le sue parole ai genitori — «Non andate a casa a dire ai
vostri genitori che sono nazista e antisemita» — lo hanno invece giustamente
fatto; e altrettanto giustamente è scoppiato lo scandalo. Segno evidente che
ancora resiste nelle nostre famiglie e perfino nei ragazzini la capacità di
indignarsi. Merito anche di tanti insegnanti i quali, al contrario della
docente in questione, hanno trasmesso ai loro allievi la capacità di
distinguere ciò che è giusto da simili livorose idiozie, che restano tali anche
se dette da persone che agli occhi dei loro allievi ricoprono o dovrebbero
ricoprire un ruolo importantissimo. È un segno che per fortuna gli anticorpi
contro il razzismo sono diffusi. Si spera che i responsabili dell’istruzione
comincino finalmente a prendere atto che in nessun modo persone del genere
dovrebbero entrare dentro un’aula scolastica. Anche una supplente, e non è
detto che la docente in questione lo sia, dovrebbe darci garanzie assolute
sulla sua preparazione e sulla sua capacità di trasmettere con onestà ed
equilibrio ciò che nella vita dei popoli e delle persone è giusto o
riprovevole.
Si
restringano quindi finalmente le maglie spesso larghissime con cui si reclutano
i docenti e si eviti che vi possa passare qualcuno che non conosce neanche i
fondamentali di quello che esige il proprio ruolo.
Valerio Vagnoli
“Corriere Fiorentino”, 1° febbraio 2020
3 commenti:
Una mamma ha dichiarato alla stampa che la docente non è nuova a dichiarazioni inopportune e inappropriate al suo ruolo. Eppure la scuola non ne sapeva niente e anche stavolta cade dal pero.
Se la scuola non ne sapeva niente e cade dal pero, è perché finora non aveva mai ricevuto lamentele formali contro questa insegnante.
E la motivazione più probabile per il fatto che non fossero mai arrivate lamentele, è che questa insegnante (nonostante tenesse stili di insegnamento quanto meno discutibili) dava voti alti a tutti, e quindi la gente non si lamentava.
Che piaccia o no, la realtà è questa: i dirigenti quadratici medi si attivano a criticare l'insegnante inadeguato solo quando i genitori si lamentano; e i genitori si lamentano solo quando l'insegnante dà troppe insufficienze, o comunque quando i voti sono bassi.
Se un insegnante lavora in maniera inadeguata, ma dà la sufficienza a tutti, e magari è anche prodigo di voti altissimi, in genere le famiglie non protestano;
e quindi il dirigente non si rende nemmeno conto che l'insegnante lavori in maniera inadeguata, perché nessuno protesta e tutti sono contenti così.
Il dirigente serio dovrebbe avere anche qualche altro appiglio e qualche altra opportunità per capire se c'è qualche insegnante che lavora male e che dovrebbe essere richiamato... invece di aspettare solo il piagnisteo dei genitori che si lamentano solo perché il figlio ha l'insufficienza, e NON perchè l'insegnante lavora male.
Sono Peter di Milano... Alcuni dicono che l'incantesimo d'amore non funziona, ma ho visto che l'incantesimo d'amore funziona tutto a causa del dottor ADELEKE il miglior lanciatore che ha lanciato un incantesimo per me e ha riportato mio marito a me e ora stiamo vivendo come una famiglia tutto grazie al dottor ADELEKE. È possibile contattarlo su WhatsApp: +27740386124 o inviarlo via e-mail: ( aoba5019@gmail.com )
Posta un commento