sabato 4 dicembre 2021

LETTERA APERTA AL MINISTRO BIANCHI SUGLI ESAMI DI MATURITÀ


   Gentile Ministro Bianchi,

a quanto abbiamo letto, Lei sarebbe orientato a riproporre un esame di maturità senza gli scritti come lo scorso anno, quando molti degli stessi studenti, interpellati dai giornali, l’hanno giudicato più o meno una burletta.  

Nonostante i problemi causati dalla pandemia, per far svolgere gli scritti in sicurezza a fine anno molte aule sono libere per ospitare piccoli gruppi di candidati. E che l'esame debba essere una verifica seria e impegnativa è nell’interesse di tutti. In quello dei ragazzi – per cui deve costituire anche una porta di ingresso nell’età adulta – perché li spinge a esercitarsi e a studiare, anche affrontando quel tanto di ansia che conferma l’importanza di questo passaggio. Solo così potranno uscirne con soddisfazione. È nell’interesse della collettività, alla quale è doveroso garantire che alla promozione corrisponda una reale preparazione. Infine la scuola, che delle promozioni si assume la responsabilità, riacquisterebbe un po’ di quella credibilità che ha perso proprio scegliendo la via dell’indulgenza a compenso della sua frequente inadeguatezza nel formare culturalmente e umanamente le nuove generazioni.

Non si tratta quindi solo della reintroduzione delle prove scritte, per molte ragioni indispensabile (insieme alla garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno); ma di trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo si aspettano da parte degli adulti.  

Grazie per la Sua attenzione. 

Roberta De Monticelli, già Professore ordinario di Filosofia della Persona, Università Vita Salute San Raffaele

Adriano Prosperi, Professore Emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale di Pisa

Alberto Giovanni Biuso, Professore Ordinario di Filosofia Teoretica, Università di Catania

Alessandro Barbero, Docente Ordinario di Storia medievale, Università del Piemonte Orientale

Anna Oliverio Ferraris, Psicologa e psicoterapeuta, già Docente di Psicologia dello sviluppo, Università La Sapienza

Carla Bagnoli, Professore di Filosofia teoretica all’Università di Modena e Reggio Emilia

Carlo Cottarelli, Economista, dirige l'Osservatorio sui Conti Pubblici della Cattolica di Milano

Carlo Fusaro, Già Ordinario di Diritto pubblico comparato Università di Firenze

Chiara Frugoni, già Docente di Storia Medievale e della Chiesa presso l’Università di Pisa

Donatella Di Cesare, Docente Ordinario di Filosofia teoretica, Università di Roma La Sapienza

Elsa Fornero, Docente di Economia  Università di Torino,  Ministro del Lavoro nel Governo Monti

Enrica Lisciani-Petrini, Professore Ordinario di Filosofia Teoretica, Università di Salerno

Ferdinando Luigi Marcolungo, Docente Ordinario di Filosofia teoretica, Università di Verona

Francesco Perfetti, Già Docente ordinario di Storia contemporanea, Università LUISS Guido Carli di Roma

Fulco Lanchester, Docente ordinario di Diritto Costituzionale e Comparato, Università La Sapienza, Roma

Giacomo Poggi, Professore Onorario di Fisica generale, Università di Firenze

Giovanni Belardelli,  Professore Ordinario di Storia delle dottrine politiche Università di Perugia

Giovanni Orsina, Docente Associato di Storia Comparata dei Sistemi Politici Europe, Università LUISS di Roma

Giulio Ferroni, Professore Emerito di Letteratura italiana Università di Roma La Sapienza -

Giuseppe Nicoletti, Docente Ordinario di Letteratura Italiana, Università di Firenze

Gustavo Zagrebelsky, Giurista e accademico, Presidente Emerito della Corte Costituzionale

Lorenzo Strik Lievers, Già Docente di Didattica della Storia presso l’Università di Milano Bicocca

Marco Santambrogio, Docente di Sistemi di Elaborazione dell’Informazione presso il Politecnico di Milano

Maria Cristina Grisolia, Professore Ordinario di Diritto Costituzionale, Università di Firenze

Maurizio Dardano, Accademico della Crusca e docente emerito di Storia della lingua, Università Roma Tre

Nicla Vassallo, Professore ordinario di Filosofia teoretica nell’Università di Genova

Paolo Crepet, Psichiatra, sociologo e saggista

Renato Mannheimer, Sociologo e Accademico, Esperto di sondaggi demoscopici, partener di Eumetra Monterosa

Renza Bertuzzi, Docente nelle scuole superiori, dirige “Professione Docente”, organo della Gilda degli Insegnanti

Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della Gilda degli Insegnanti

Roberta Lanfredini, Professore Ordinario di Filosofia teoretica nell’Università di Firenze

Roberto Tripodi, Responsabile Formazione dell’Associazione Scuole Autonome della Sicilia

Stefano Poggi, Docente Ordinario di Storia della Filosofia presso l'Università di Firenze

13 commenti:

Morpy ha detto...

Sottoscrivo: Piero Morpurgo, membro SISMEL, History of Science Society University of Chicago, Mediaeval Academy of America, Association Montessori Internationale (AMI)

lo scorfano ha detto...

Io ho la nitida impressione che i firmatari non assistano a un'esame di Stato del II ciclo (volgarmente detto di Maturità) da molti anni. Visto che l'esame è diventato una burletta almeno vent'anni fa, visto che viene promosso il 99% dei candidati, visto che (con scritto o senza scritto, con pandemia o senza pandemia) vengono diplomati studenti che non sanno nemmeno dove sono capitati, né la mattina dello scritto né la mattina degli orali. Burla per burla, lo dico con amarezza, adottiamo la situazione che ci fa risparmiare qualche denaro e ci rende leggermente meno ridicoli.

Orrepo ha detto...

Gentile Lo Scorfano, la fine di un percorso di studi non dovrebbe essere il momento per non promuovere azione che dovrebbe avvenire, nel caso, negli anni precedenti, ma di una valutazione. Credo che alla discussione "orale" della laurea ben pochi siano "bocciati", non per questo l'esame manca di serietà. Occorre poi ricordare che circa il 4% degli studenti non è ammesso all'Esame di Stato.

Spiace che nella lettera sia usata come motivazione un termine quale "burletta", giudizio riportato dai giornali mai teneri con la scuola. La lettera si inserisce in una filiera di denigrazione continua - particolarmente cruda in un periodo di sofferenza quale è questo - che mal si concilia con l'impegno di studenti e insegnanti che nella scuola lavorano.

MASSIMO PRIMERANO ha detto...

Concordo al 100%. SE può essere utile inserite pure il mio nominativo. MASSIMO PRIMERANO EX DIRIGENTE SCOLASTICXO LICEO CLASSICO MICHELANGIOLO FIRENZE.

Unknown ha detto...

Concordo pienamente per tentare una "risalita". Pretendiamo almeno che si esprimano in corretto italiano che lasci capire il loro pensiero: è necessario per tutto...
Patrizia Serafin

Unknown ha detto...

Sono d'accordo con la diagnosi di “lo scorfano” – il numero di semianalfabeti in cui mi sono imbattuto durante i miei anni di insegnamento universitario è molto alto – ma non condivido la sua proposta arrendevole. Altrimenti, se proprio vogliamo risparmiare, tanto vale chiudere le scuole. Bisogna invece combattere l’analfabetismo in tutte le occasioni che si presentano: per quanto mi riguarda, non ho mai esitato a calarmi nei panni del maestro elementare quando mi trovavo di fronte a uno dei semianalfabeti di cui sopra. La prova scritta alla maturità ha almeno il pregio di fotografare la situazione di un campione significativo di giovani e metterne in luce le manchevolezze.

Giovanni Assereto, già ordinario di Storia moderna all’università di Genova

Unknown ha detto...

condivido al 200% . Preside Marco Pesola già titolare Scuola sec. I grado "A.d'Aosta" Bari

Maria Grazia Vitale DS ha detto...

Condivido pienamente l'appello.
Non bisogna confondere la percentuale di promossi con la serietà dell'esame. Le prove scritte, con le tracce uguali in tutta Italia, e i commissari esterni, favoriscono un circolo virtuoso. Da insegnante ho sempre notato che i ragazzi erano molto più motivati quando sapevano che la mia materia era oggetto della prova scritta e che ci sarebbe stato il "membro esterno" a correggerla. Non mi è mai sembrato che si trattasse di un esame "punitivo".
Un esame rigoroso non è certo sufficiente a garantire la qualità della scuola, ma qualche volta aiuta!
Maria Grazia Vitale, Dirigente Scolastica, già insegnante di matematica e fisica.

Anonimo ha detto...

Sono totalmente in disaccordo con la proposta di reintroduzione dell'esame in forma "tradizionale".
Cercherò in poche righe di motivare la mia opinione.
Per esperienza personale posso affermare l'inutilità dell'esame di maturità in quanto tale, infatti dopo cinque anni di studio e periodiche valutazioni da parte degli insegnati tramite verifiche scritte e orali, ritengo che per assegnare il titolo di studio e stabilire il punteggio totale sarebbe sufficiente calcolare la media delle medie dei voti di ciascuna disciplina. C'è inoltre da considerare che in alcuni Paesi evoluti non esiste "l'esame di maturità", è una tradizione tutta italiana che ha causato sempre fin troppi problemi ai poveri malcapitati. Uno studente in pochi giorni si gioca tutto, la fatica e la buona volontà sostenuta durante un intero percorso di studio rischiano di essere vanificate da elementi di stress psicologico e fisico che puntualmente si concentrano durante le sessioni d'esame rovinando il raccolto. Ricordo come se fosse oggi la gioia che provai alla fine di ogni anno scolastico quando presentai la richiesta per la borsa di studio grazie al punteggio alto raggiunto (tra 8 e 9). Purtroppo durante l'esame soffrii di disturbi di natura ansiosa che compromisero notevolmente la mia capacità mnemonica, chiudendo la mia mente e di conseguenzza le prove scritte non furono buone e la prova orale fu un disastro. La commissione esterna non fu comprensiva e così mi fu assegnato il dimploma con 65 di puntegio, inutile il tentativo di fare ricorso.
Spero che la mia esperienza non tanto vecchia vi aiuti a rivalutare questa vostra posizione, considerando soprattutto il periodo storico problematico per i giovani in particolar modo alla prese con la solitudeine e l'isolamento, la mancanza di certezze e di prospettive in un Paese che sprofonda sempre più nella crisi economica e lavorativa, culturale e valoriale, politica e sociale. Penso che dopo cinque anni di fatiche (chi più e chi meno) abbiano già dimostrato la buona volotà, le proprie capacità, non è di certo un esame finale che li trasformerebbe in "Giacomo Leopardi" o "Albert Einstein".

Carlo Ricciardi

paniscus ha detto...

"C'è inoltre da considerare che in alcuni Paesi evoluti non esiste "l'esame di maturità", è una tradizione tutta italiana che ha causato sempre fin troppi problemi ai poveri malcapitati."----

Veramente a me risulta che, ad esempio, in Francia e in Germania, ossia nei due paesi più influenti politicamente ed economicamente in Europa, l'esame finale delle superiori esista e sia tostissimo.

Se poi per "paesi evoluti" si intendono solo paesi di cultura anglosassone in cui il valore legale del titolo di studio statale non è mai esistito, e quindi le differenze di valutazione si sono sempre fatte solo per logica di mercato e possibilità di accesso ai corsi migliori solo a pagamento, basta dirlo...

Unknown ha detto...

Ma ti pare che puoi esprimerti scrivendo in un italiano cosi pessimo? Sopratutto criticando noi studenti che dopo due anni dove abbiamo dovuto arrangiarci e come noi i professori, da un manipolo di intellettuali che a scuola ci saranno andati 20 anni fa si permette di dire cos è giusto o cos è sbagliato per noi studenti? Non avete idea di come abbiamo dovuto apprendere in questi due anni e nemmeno tenete in considerazione studenti dei professionali che non hanno nemmeno visto il laboratorio le quali materie sono prevalentemente pratiche ora ci vengono a dire che dovremmo affrontare un esame uguale a quello di persone che hanno avuto molta più possibilità di apprendere di noi, un grazie e un vaffanculo per l ascolto (Simone Poterzio 5A manutenzione, che scrive in un italiano decente al contrario di certi presidi anzi ex presidi

paniscus ha detto...

"Ma ti pare che puoi esprimerti scrivendo in un italiano cosi pessimo? Sopratutto criticando noi studenti che dopo due anni dove abbiamo dovuto arrangiarci e come noi i professori, da un manipolo di intellettuali che a scuola ci saranno andati 20 anni fa si permette di dire cos è giusto o cos è sbagliato per noi studenti? (...)Simone Poterzio 5A manutenzione, che scrive in un italiano decente al contrario di certi presidi anzi ex presidi"
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Spero che sia una trollata fatta apposta per provocazione, altrimenti viene veramente da piangere.

grimaldi ha detto...

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