giovedì 2 maggio 2013
LEGALITÀ: DALLA PREDICA ALLA PRATICA
“Professione Docente”, il mensile della Gilda degli Insegnanti, pubblica un’intervista
sull’educazione alla legalità a Pier Camillo Davigo, noto per aver fatto parte del
pool di “Mani pulite”. Due i punti forti della sua posizione in merito: un giudizio nettamente critico sui progetti
in voga nelle scuole (“Penso che
qualche ora di dibattito sui temi della legalità non possa che essere un
piacevole diversivo rispetto alle lezioni”); e il legame fra le piccole
infrazioni e quelle più grandi: cosa per niente scontata per la forma mentis di
troppe persone, evidenziata di recente anche da una ricerca sugli studenti
lombardi segnalata su questo blog il 22 marzo scorso (Legalitari a parole). Decisamente
riduttiva, invece, la spiegazione che Davigo fornisce della forte tendenza a
imbrogliare fra gli studenti italiani: il fatto che i docenti sono sia “allenatori”
che “esaminatori” dei loro allievi. Ben più complesse, infatti, sono le radici storiche, etiche e sociali del
fenomeno. Leggi l'intervista.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Invece a me sembra uno spunto interessante. Non definitivo ed esauriente, però da approfondire.
Di fatto, studenti e docenti nella scuola italiana sono a contatto molto stretto, ma poiché i prof. decidono della sorte dei loro studenti è facile che gli studenti assumano comportamenti opportunistici: copiare, ma anche pietire valutazioni più alte, giustificarsi in continuazione, e poi in crescendo raccontare balle, copiare, imbrogliare.
Non dico che questo esaurisca tutto, né che da questa considerazione scaturiscano facilmente tutte le soluzioni, però, via, non ha detto una fesseria.
che accadrebbe se un allenatore di calcio venisse buggerato dai propri atleti?
Posta un commento