In un recente editoriale sul Corriere della Sera (I nuovi italiani che sono stati trascurati)
Beppe Severgnini vede con favore “l’adesione di massa alle proteste
ambientali di Greta Thumberg, ma anche al movimento, per quanto orientato
politicamente, delle Sardine”
da parte delle nuove generazioni, che rientrano così sulla scena politica italiana
dopo anni di chiusura individualistica nelle ricerca di un personale benessere
fisico e materiale. Secondo l’editorialista “adolescenti e giovanissimi
stanno riprendendosi il centro della scena, trascinando con sé la generazione
dei fratelli maggiori”. È difficile – aggiunge – fare previsioni sugli
sviluppi di questi fenomeni, ma sta certamente accadendo qualcosa di positivo,
anche se chi ha un’altra età e un’altra esperienza conosce il rischio di “trasformare
l’entusiasmo in presunzione, la freschezza in arroganza, l’intraprendenza in
aggressività.” E conclude: “Lasciamo che una nuova generazione costruisca
il proprio futuro, ora che sta trovando voce, passione ed energia; e
sosteniamola, perché possiamo farlo”.
Non possiamo che condividere queste affermazioni. Vediamo nelle manifestazioni
degli ambientalisti e delle Sardine un modo ironico, allegro e non violento di porre
le ragioni della protesta. Però vediamo anche – e su questo gli adulti non
possono tacere – che una parte degli studenti, aderendo alla battaglia
ambientalista di Greta Thunberg, ripropone le vecchie pratiche politiche: da
quelle che fanno perdere giornate di scuola (e credibilità) come gli “scioperi”
scolastici (ne è stato indetto uno per il 29 novembre dal movimento Friday for Future) a quelle illegali
come le occupazioni delle scuole.
In questi giorni, per esempio, il Liceo classico Michelangiolo
di Firenze è stato occupato da 60 studenti. L’iniziativa sarebbe in
preparazione dello sciopero di cui sopra, ai cui obbiettivi ecologici si
vogliono aggiungere i temi cari ai movimenti antagonisti fiorentini, quali i
“no” all’Alta velocità, alla nuova
pista dell’aeroporto, all’inceneritore, alla cosiddetta “gentrificazione” del
centro storico.
Di fronte a questo gli adulti si dimostrano come altre volte impotenti
o titubanti o addirittura corrivi. La preside ha minacciato sanzioni
disciplinari, ma non se l’è sentita di denunciare gli studenti. E alcuni
genitori hanno giustificato gli atti illegali dei loro figli come fossero solo
marachelle. (Quanto allo sgombero della scuola, il buon senso dice che dovrebbe
essere compito delle forze dell’ordine di fronte a notizie di reato, senza
pretendere che i presidi si accollino l’impopolare onere di farne richiesta).
Se queste, citando Severgnini, sono nuove traiettorie della
democrazia, il futuro dei nostri giovani non è tanto roseo. Eppure viviamo
in un paese democratico, dove le proteste possono essere fatte nel rispetto
della legge e del diritto allo studio per chi legittimamente non aderisce né
agli scioperi né tantomeno alle occupazioni. Non siamo a Hong Kong, dove i giovani studenti lottano per la democrazia
e per la libertà contro il loro governo, asservito agli interessi di uno stato
antidemocratico come la Cina, subendo tra l’altro una brutale repressione da
parte delle forze dell’ordine (ma su questo nuovi e vecchi italiani tacciono).
Sergio Casprini
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