martedì 26 novembre 2019

NUOVI ITALIANI E VECCHIE PRATICHE


In un recente editoriale sul Corriere della Sera (I nuovi italiani che sono stati trascurati) Beppe Severgnini vede con favore “l’adesione di massa alle proteste ambientali di Greta Thumberg, ma anche al movimento, per quanto orientato politicamente, delle Sardine da parte delle nuove generazioni, che rientrano così sulla scena politica italiana dopo anni di chiusura individualistica nelle ricerca di un personale benessere fisico e materiale. Secondo l’editorialista “adolescenti e giovanissimi stanno riprendendosi il centro della scena, trascinando con sé la generazione dei fratelli maggiori”.  È difficile – aggiunge – fare previsioni sugli sviluppi di questi fenomeni, ma sta certamente accadendo qualcosa di positivo, anche se chi ha un’altra età e un’altra esperienza conosce il rischio di “trasformare l’entusiasmo in presunzione, la freschezza in arroganza, l’intraprendenza in aggressività.” E conclude: “Lasciamo che una nuova generazione costruisca il proprio futuro, ora che sta trovando voce, passione ed energia; e sosteniamola, perché possiamo farlo”.
Non possiamo che condividere queste affermazioni. Vediamo nelle manifestazioni degli ambientalisti e delle Sardine un modo ironico, allegro e non violento di porre le ragioni della protesta. Però vediamo anche – e su questo gli adulti non possono tacere – che una parte degli studenti, aderendo alla battaglia ambientalista di Greta Thunberg, ripropone le vecchie pratiche politiche: da quelle che fanno perdere giornate di scuola (e credibilità) come gli “scioperi” scolastici (ne è stato indetto uno per il 29 novembre dal movimento Friday for Future) a quelle illegali come le occupazioni delle scuole.
In questi giorni, per esempio, il Liceo classico Michelangiolo di Firenze è stato occupato da 60 studenti. L’iniziativa sarebbe in preparazione dello sciopero di cui sopra, ai cui obbiettivi ecologici si vogliono aggiungere i temi cari ai movimenti antagonisti fiorentini, quali i “no” all’Alta velocità, alla nuova pista dell’aeroporto, all’inceneritore, alla cosiddetta “gentrificazione” del centro storico.
Di fronte a questo gli adulti si dimostrano come altre volte impotenti o titubanti o addirittura corrivi. La preside ha minacciato sanzioni disciplinari, ma non se l’è sentita di denunciare gli studenti. E alcuni genitori hanno giustificato gli atti illegali dei loro figli come fossero solo marachelle. (Quanto allo sgombero della scuola, il buon senso dice che dovrebbe essere compito delle forze dell’ordine di fronte a notizie di reato, senza pretendere che i presidi si accollino l’impopolare onere di farne richiesta).
Se queste, citando Severgnini, sono nuove traiettorie della democrazia, il futuro dei nostri giovani non è tanto roseo. Eppure viviamo in un paese democratico, dove le proteste possono essere fatte nel rispetto della legge e del diritto allo studio per chi legittimamente non aderisce né agli scioperi né tantomeno alle occupazioni. Non siamo a Hong Kong, dove i giovani studenti lottano per la democrazia e per la libertà contro il loro governo, asservito agli interessi di uno stato antidemocratico come la Cina, subendo tra l’altro una brutale repressione da parte delle forze dell’ordine (ma su questo nuovi e vecchi italiani tacciono).
Sergio Casprini

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