lunedì 27 aprile 2020

RIPARTE LA SCUOLA E RIPARTONO LE “RIVOLUZIONI” DIDATTICHE


Meglio non prendere per oro colato le anticipazioni giornalistiche, d’accordo; e specialmente in questo periodo di provvedimenti modificati più e più volte fino a un minuto dal varo. Ma l'articolo di Corrado Zunino sulla riapertura delle scuole (“La Repubblica” di oggi) fa decisamente drizzare le orecchie. Sembra proprio che si voglia approfittare dell’emergenza per immettere nella scuola “rivoluzioni” che c’entrano con la sicurezza come il cavolo a merenda. Lo fa presagire già l’incipit: Sarà una scuola nuova” (assicura Lucia Azzolina); “si potrà gradualmente approdare a un insieme di esperienze che spingerà in avanti la didattica del sistema scolastico”; “Il rinnovamento dell’urbanistica interna [sic] è finalizzato a una rivoluzione delle classi: non solo dovranno essere spezzate in due per garantire le distanze, ma potranno essere mischiate [?] per consentire lezioni diversificate”; “questo comporterà un utilizzo più ricco [sic] di docenti abituati alla lezione frontale”; e l’utilizzo più ricco a sua volta “si trasformerà, giocoforza, in un ampliamento del monte orario (oggi a 18 ore per le superiori) che andrà pagato meglio”.
La pandemia dunque non aiuta solo gli autocrati, come scrive oggi Ezio Mauro sullo stesso giornale, ma anche i sostenitori delle ricorrenti (pseudo) rivoluzioni didattiche”. Per valutarne la sensatezza, basta pensare proprio alla risibile guerra alla “lezione frontale”. Il buon senso dovrebbe suggerire che, se è importante un arricchimento del bagaglio metodologico dei docenti anche tramite lo scambio di esperienze tra pari, l’imposizione dall’alto di ricette didattiche è destinata a produrre soltanto disorientamento e demotivazione in chi la subisce. Si pensi piuttosto per il futuro a una selezione molto più rigorosa dei nuovi insegnanti, perché è la loro qualità che può fare davvero la differenza.
Infine: la necessità di dividere le classi servirà a realizzare il più volte minacciato “ampliamento del monte orario” di cattedra, non provvisoriamente – come sarebbe entro certi limiti comprensibile – ma in modo permanente?
Giorgio Ragazzini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gli ipocriti della "Repubblica" ignorano l'articolo 33 della costituzione repubblicana, ma si consolano pensando che il fascista sia Orban.

Anonimo ha detto...

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