giovedì 28 novembre 2019

LA SCELTA DELLA SCUOLA E QUEI LUOGHI COMUNI CHE OGGI VANNO EVITATI

 “Corriere Fiorentino”, 28 novembre 2019
In queste settimane le scuole stanno avviando le iniziative tese a presentare ai ragazzi e alle loro famiglie la loro «offerta formativa»: gli ambienti, i piani di studio, le attività opzionali, le eventuali sperimentazioni. Da quando sono (relativamente) autonome, nelle scuole è ovviamente aumentata la tendenza a mettere in maggiore evidenza quello che è diverso dagli altri istituti analoghi, a volte perfino amplificando i risultati ottenuti dai loro studenti. 
E questo un po’ per «patriottismo» e genuino orgoglio di istituto, un po’ perché con meno iscrizioni qualche docente o dirigente rischierebbe di andare da un’altra parte. La concorrenza è più forte fra le scuole superiori, dato che fra le elementari e le medie le differenze sono minime e influiscono sulla scelta più che altro la vicinanza e magari la fama di qualche docente e dirigente. Fornire informazioni chiare su quello che aspetta i nuovi iscritti è di certo utile, ma non tutto quello che viene fatto lo è.
Negli ultimi anni, per esempio, si è affermata l’idea di offrire ai ragazzi delle medie la possibilità di assistere a una «vera» lezione nel proprio istituto. Ma quanto può essere orientativa una singola lezione di uno dei tanti docenti (sicuramente scelto tra i migliori) di una delle tante materie?
La mia impressione è che, rispetto al passato, sia per fortuna quasi del tutto scomparso lo stile «pubblicitario» che un tempo a volte improntava le attività di orientamento organizzate dalle scuole. Oggi in moltissimi casi chi accoglie i ragazzi si preoccupa di non tradire la loro fiducia evitando di alimentare aspettative irrealistiche. Purtroppo non si può sempre dire alle famiglie che tutte le sezioni sono uguali per la qualità degli insegnanti, né avvertire che in alcune se ne trovano degli inadeguati (un problema a cui nessun ministro, come sappiamo, osa mettere mano). Eppure tutti sanno, al di là di tanti discorsi e di tanti open day, che coloro che fanno la scuola, nel bene e nel male, sono proprio i docenti. Che fare allora per evitare scelte sbagliate?
Per fortuna comincia a essere utilizzata in molte scuole della primaria e delle medie una vera e propria didattica per l’orientamento. Ma una sua impostazione più scientifica, in collaborazione con veri esperti del settore, dovrebbe essere generalizzata. Penso per esempio al cosiddetto «bilancio delle competenze», oggi rivolto solamente agli studenti dei professionali o ai «compiti di realtà» già in uso addirittura, senza chiamarsi così, nella «vecchia scuola» elementare e poi dimenticati. La stessa scuola media potrebbe essere più orientativa; in particolare l’educazione tecnica (ora «tecnologica») avrebbe potuto in questi decenni fornire saggi di quella «intelligenza delle mani» che è il cuore di tanti mestieri, per molti dei quali oggi non si trova chi li voglia esercitare.
Per come stanno le cose, spesso purtroppo le scelte avvengono secondo la tradizione e il luogo comune per cui i «bravi» vanno ai licei classico e scientifico, i «discreti» ai tecnici e ai licei considerati meno impegnativi, i «meno bravi» ai professionali.
C’è anche chi propone, come pure avviene in molti altri paesi, che il parere dei docenti delle medie sugli indirizzi delle scuole superiori a cui può iscriversi un allievo sia vincolante. Ma per arrivare a questo è appunto necessario avere alle spalle un lavoro di orientamento molto più affidabile e scuole che godano tutte di credibilità e di rispetto da parte della società; a iniziare dalla classe dirigente.
Valerio Vagnoli

2 commenti:

paniscus ha detto...

Non vedo perché criticare il fatto che le scuole offrano la possibilità di assistere a una lezione vera.

Mi sembra infinitamente meglio quello

(che almeno è un esempio realistico di vita vera della scuola)

piuttosto che le vetrine pubblicitarie sbrilluccicose, prefabbricate solo per l'occasione degli open day, che sono evidentemente forzate e poco rappresentative della realtà.

VV ha detto...

Rispetto che assistere ad una lezione ho sempre preferito far partecipare i ragazzi ad una intera giornata scolastica scelta a caso e senza neanche avvertire la classe dove sarebbero stati inseriti. Del tutto d'accordo sull'orrore delle vetrine pubblicitarie.